Messaggi del 22/12/2014

PENSIERI SPARSI DEL 22 DICEMBRE 2014

Post n°17050 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 22 DICEMBRE 2014

“L’amore può … dove le parole non possono.

Solo i silenzi contano”

Dino

 
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EVARISTO E LA FOTOGRAFIA racconto (842) di Dino Secondo Barili

Post n°17049 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

22 DICEMBRE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 22 dicembre 2014 – Lunedì - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

842

Evaristo e la fotografia

Una delle qualità più apprezzate negli Architetti è l’estrosità. Più un Architetto è estroso, fantasioso, più ha la possibilità di cimentarsi nelle avventure più strane e complicate. Del resto la fantasia non ha limiti. A volte le idee più fantasiose risultano anche le più originali. L’Architetto Evaristo con Studio in Milano, ha sempre avuto idee originali, ma ha aspettato il compimento del cinquantesimo anno per dare il meglio di sé. Per esempio. Ha cominciato dal caffè … Per vent’anni, da quando aveva organizzato il proprio Studio, aveva sempre preso il caffè del mattino al solito Bar. Al compimento dei cinquant’anni ha detto basta. “… da oggi,  voglio cambiare continuamente Bar” Per vent’anni, Evaristo aveva ascoltato i soliti discorsi degli amici del Bar. C’era il Guido che ogni giorno si lamentava di sua moglie. Ora, basta. Niente più … Guido e sua moglie. Anche perché, l’Architetto Evaristo avrebbe voluto avere una moglie e non ci è mai riuscito. Dopo l’uscita con qualche donna … l’Architetto si rendeva conto che i discorsi erano troppo diversi, distanti. Evaristo volava alto … aveva bisogno di una donna che lo capisse e ne apprezzasse le potenzialità. Ora, aveva deciso … mai più il caffè del mattino nello stesso Bar. Così non solo il Guido (e sua moglie) sparivano, ma anche Giuseppe con la sua “radiocronaca” della partita di calcio. Valentino con le sue corse in bicicletta … e parecchi altri … anche se meno fissati. Ora, l’Architetto Evaristo poteva cambiare … cambiare ogni volta e questo creava aspettative. Il caffè della mattina non era solo un caffè … ma un rito. Un modo per guardarsi intorno. Per notare le differenze tra un Bar e l’altro, tra una via e l’altra … Quando si cambia la via … si cambia anche la gente … le persone. A parte che l’Architetto Evaristo guardava quasi esclusivamente le donne. Anche le donne erano diverse … e questo era un bene. Evaristo fece anche un’altra scoperta … non tutti i Bar sono uguali e non tutti sono capaci di offrire lo stesso caffè. C’era chi lo offriva bollente. Altri quasi freddo (in questo caso … una sola volta). Altri ancora … il caffè era accompagnato dal sorriso di una bella barista … Ecco, questo era il caffè migliore. La scelta era fatta. Evaristo aveva capito che prendere il caffè offerto con il sorriso mette buon umore. Anche gli avventori del Bar ne risentono. Evaristo ha cominciato a riprendere l’abitudine dello stesso Bar. Inoltre, nel Bar c’era un Signore sui cinquant’anni che aveva sempre una macchina fotografica tra le mani. Anche l’Architetto Evaristo era un appassionato di fotografia … ma solo per uso professionale, cioè l’architettura, il suo lavoro. Ora invece, insieme al caffè … al sorriso della barista … c’era anche la fotografia del Signor Michele (questo era il nome del cinquantenne). Michele aveva una parlantina sciolta. Nell’Architetto Evaristo aveva trovato un interlocutore piacevole e interessato. A volte Evaristo si ritrovava in qualche fotografia scattata a sua insaputa … e sempre con la tazzina del caffè tra le mani e la barista sorridente dietro le sue spalle. L’Architetto doveva riconoscere che erano fotografie ben fatte. Con un non so che di artistico che lasciava stupiti. Come se quel caffè e quel sorriso fossero un segno del Destino. Dopo un po’, l’Architetto Evaristo riprese a fare fotografie. Non più per uso professionale ... ma per il piacere di farle. Chiese a Jenny (quello era il nome della barista) se era disposta a farsi fotografare nei suoi scatti fotografici in città. Jenny accettò. Del resto cosa c’era di più bello di farsi fotografare come fosse un reportage fotografico da una persona simpatica come l’Architetto Evaristo? Milano non è una città come le altre. A Milano ha vissuto Leonardo da Vinci ed ha lasciato numerose opere nella Metropoli Lombarda. Evaristo era un patito di Leonardo da Vinci … Per Evaristo, Jenny  era come la Gioconda di Leonardo da Vinci. La macchina fotografica il mezzo per immortalare immagini. In questo caso il volto di Jenny. Quando una persona viene affascinata da un volto finisce per scoprire potenzialità e bellezze impensate. Un anno fa, Evaristo, era la Parco Sempione e stava fotografando Jenny … Ogni foto era una capolavoro e quel capolavoro diventava un mito … un’ideale di bellezza. La sua bellezza. Ad un tratto, quasi senza volerlo, Evaristo uscì con una frase. “Jenny credo che sto innamorando di te …” Per Jenny non è stata una novità. Se lo aspettava che un giorno o l’altro Evaristo uscisse con quella frase. Non disse nulla. Anzi, accennò ad un sorriso … un sorriso diverso dal solito. In quell’istante Evaristo scattò una fotografia. Capì che era successo qualcosa. Jenny ed Evaristo non erano più le stesse persone. Si parlarono con gli occhi. La labbra di Evaristo si incollarono sulle labbra di Jenny e nessuno dei due si rese conto che il tempo passava … Sul Parco Sempione a Milano scendeva la sera. Le prime ombre si allungavano mentre i minuti passavano. L’incanto per i due amanti era appena iniziato. - Questo è il racconto 842, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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ADA NEGRI di Teresa Ramaioli

Post n°17048 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

ADA NEGRI 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/12/14 alle 14:14 via WEB
ADA NEGRI - Ritorno per un dolce natale Disse la madre: Lasciate socchiusa la porta, ch'egli verrà. Fu lasciata socchiusa la porta: egli entra, disceso dall'eternità. Per strade di neve e di fango gli fu guida la stella in cammino nei cieli sol quando rinasce, dentro una stalla, Gesù Bambino. Riaccosta l'uscio in silenzio, appende in silenzio il gancio al mantello (fiori e bruciacchi di schrapnell nella divisa ridotta un brandello: ma ben calca sugli occhi l'elmetto, che la fronte non sia veduta, e siede, al suo posto, nel cerchio della famiglia pallida e muta. -Mamma, perché non ti vedo la veste di raso dal gaio colore? - E' in fondo all'armadio, è in fondo all'armadio: domani la metto, mio dolce amore. - Babbo, perché così curvo, perché tante rughe intorno ai tuoi occhi? - Son vecchio, ormai: vecchio e stanco; ma tutto passa, se tu mi tocchi: - Sorellina dal piede leggero, perché un nastro nero fra i riccioli biondi? - T'inganni, ha il colore del cielo, ha il colore dei mari profondi. Intanto, dalle campane della Messa di Mezzanotte gigli e gigli di pace e d'amore fioriranno nella santa notte. Ed ecco al "Gloria" drizzarsi nell'alta e sottile persona il soldato, togliendo dal capo l'elmetto, piamente, con gesto pacato. Scoperta arderà in mezzo alla fronte l'ampia stimmate sanguinosa: corona di re consacrato, fiamma eterna, divina rosa. Ma sotto il diadema del sangue egli il capo reclinerà come chi nulla ha dato, come chi nulla avrà. Buon Natale -Teresa

 

 

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°17047 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

DoNnA.S
DoNnA.S il 22/12/14 alle 14:08 via WEB
Quanto si pensa a rilassarsi, si cerca avventura, voglia di leggerezza. Immagino la bella vacanza delle protagoniste, a cena in un Ristorante locale, del buon vino, e un panorama stupendo. Se poi c'è anche buona compagnia, cosa chiedere di più?
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 20:20 via WEB
Ciao Donatella - bello il finale del tuo commento. "... cosa chiedere di più?" Era proprio quello che desideravano Enrica e Raffaella. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17046 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 21/12/14 alle 20:49 via WEB
Carissimo Dino, che racconto da mille e una notte.. i baci.. tra le braccia.. la luna amica degli amanti.. l'alba pure... meraviglioso!!! Un abbraccio e felice serata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 07:39 via WEB
Ciao Antonella - bel commento. Il merito è tutto di Volterra, città Etrusca, 64 chilometri da Pisa ... appollaiata su una collina ... a 555 metri sul livello del mare ... e poi ... gli incontri del Destino. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)
 
 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 22/12/14 alle 08:27 via WEB
Voglio fare ina vacanza a Volterra... posso? col mio maritino.... meraviglioso!!! Un abbraccio, Antonella
(Rispondi)
 
 
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 20:15 via WEB
Ciao Antonella - fai bene. Mai rimandare a domani ... ciò che si può fare oggi. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°17045 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

DoNnA.S
DoNnA.S il 22/12/14 alle 14:04 via WEB
Se si vuol vivere l'amore è bene non chiedersi dove porta, ma semplicemente viverlo nella sua follia.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 20:11 via WEB
Ciao Donatella - hai ragione. Proprio come dici tu. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°17044 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

DoNnA.S
DoNnA.S il 22/12/14 alle 14:03 via WEB
La storia di Giovanni, fa riflettere. A volte si desidera il silenzio. Ci sono momenti nella vita che si vorrebbe scomparire, sembrare invisibili. Poi un giorno ti risvegli, e torni alla vita, e ti accorgi di essere invisibile agli occhi delle persone, sei solo. Ognuno corre per la sua strada, chi ti sfiora, chi ti siede di fronte e non ti vede. Ho sperimentato personalmente questa chiusura. Ho capito che quando si apre il cuore alla vita, lentamente si torna alla vita. Gli occhi delle persone incrociano i tuoi. Poi piano spunta un sorriso e incontri un sorriso. Da un sorriso qualche parola, e scopri che non sei solo.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 20:04 via WEB
Ciao Donatella - bel commento. Mi piace ... "quando si apre il cuore alla vita, lentamente si torna a vivere" Bello. molto bello. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17043 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 22/12/14 alle 08:25 via WEB
Carissimo Dino che dolce racconto, il povero Giovanni che si sente solo dopo aver perso l'amata moglie, come è triste la vita.. ma nello stesso tempo ci sprona a riprendere il coraggio di vivere anche dopo un momento così triste. Ti auguro una giornata meravigliosa, ciao, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 20:02 via WEB
Ciao Antonella - i racconti sono spaccati di vita. La speranza, però, non manca mai. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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GIOVANNI E IL FASCINO DELL'IGNOTO racconto (185) di Dino Secondo Barili

Post n°17042 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

185

 Giovanni e il fascino dell’ignoto

In un società che cambia velocemente… anche gli usi e le abitudini delle persone seguono lo stesso ritmo. E’ accaduto così anche a Giovanni, un anno fa. A settant’anni, rimasto vedovo, non poteva rimanere in casa solo. A fare cosa? Ha cominciato ad usciere. A fare passeggiate in città. Pavia è una città a misura d’uomo. Nel senso che le vie e le piazze sono raggiungibili da più punti con percorsi brevi e variegati. I palazzi sono ricchi di storia e una persona può immergersi nelle varie epoche storiche senza fare fatica. La storia, però, è una cosa… la vita è un’altra. Dopo le prime solitarie passeggiate in città, Giovanni, sentì il bisogno di parlare …di parlare con qualche persona, scambiare informazioni, notizie. Da parecchi anni, Giovanni, non usciva più di casa per curare la moglie ammalata…se non per fare la spesa e andare in farmacia a prendere le medicine. Ora era libero di muoversi… ma nella città, a Pavia (la sua città) non conosceva più nessuno. Bisogna ricominciare tutto da capo. Un giorno di marzo di un anno fa, Giovanni si trovava sotto le Torri di Piazza Leonardo da Vinci. L’aria era fresca, ma la primavera stava regalando le prime tiepide giornate. Decise di sedersi su una di quelle panchine verdi che si trovano nella piazza. C’erano molti studenti universitari (ragazzi e ragazze) che “cinguettavano” tra una risata e l’altra. Ad un tratto, Giovanni vide una figura conosciuta. Era… Enrica, la Signora Enrica. La titolare del Bar che si trovava sotto casa sua e che non vedeva da parecchi anni. “Buon giorno Signora Enrica. Come sta?” – La donna leggermente claudicante fece fatica a riconoscerlo. “Ma lei è Giovanni, Giovanni della Maria. Come sta sua moglie? Me la saluti. Devo andare perché sono di fretta. Ho un appuntamento dal Dottore per un esame clinico. Mi saluti sua moglie.” Giovanni rimase male, ma fece finta di nulla. Si alzò e riprese a camminare. Le viette strette e ghembe di Pavia aiutano a pensare. “Come è fatta la vita.” – Si chiedeva mentalmente Giovanni. “Sembra ieri che conoscevo tante persone… ed ora non conosco più nessuno. Se ne sono andate tutte via… Chissà dove saranno? Chissà se in questo momento qualcuna di loro penserà a me? Perché non può essere che io pensi a loro… e loro, in questo stesso istante, non pensino a me?” Giovanni era giunto in Piazzetta delle Rose. Un luogo romantico dove è facile farsi prendere dalla nostalgia. Giovanni stava quasi per sedersi su una delle poche panchine della Piazza, quando si sentì toccare il braccio. “Giovanni. Giovanni… Ti ricordi me? Sono la Rachele. La tua ex-collega d’ufficio. Ricordi? Allora avevamo diciotto anni. Vieni con me? Vada dalla Signora Gilda, la Maga, colei che legge il futuro…” Giovanni accettò. La casa della Maga Gilda era al piano terra in una vecchio cortile ristrutturato della Pavia del tempo che fu. Gilda, la Maga, ricevette Giovanni e Rachele nella piccola stanza adibita a salotto e cucina. Nulla di straordinario. Gilda era veramente una Maga. Prese Giovanni in simpatia. “Lei è il Signor Giovanni. Non abbia paura… Oggi, le farò provare le più grandi emozioni… mai provate in vita sua. Incontrerà tutte le persone che desidera vedere e rivedere…” Giovanni non disse una parola …e si trovò in un altro mondo…” (185)

 
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CALENDARIO DELL'AVVENTO di Teresa Ramaioli

Post n°17041 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CALENDARIO DELL'AVVENTO 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/12/14 alle 16:02 via WEB
CALENDARIO DELL’AVVENTO--- LUNEDI 22 DICEMBRE---Babbo Natale Express, sogna e avrai-- Mancano pochi giorni a Natale. L’aeroporto di Vienna è un trionfo di luci e di colori. Alberi addobbati, ghiaccioli di vetro scintillante, neve finta, festoni argentati e dorati, grandi fiocchi rossi e angeli di cartapesta. Dai negozi escono le note di canzoni famose come “Stille Nacht”, “O Tannenbaum!” e “White Christmas”. Quasi si fatica a sentire gli annunci in più lingue che chiamano i passeggeri all'imbarco. Un fiume di gente in transito con il bagaglio a mano che diventa più pesante dopo gli acquisti. Voci, musica, luci, odore di cibo. Il consumismo sfrenato esalta un mondo fatto di apparenza, uccidendo il vero spirito natalizio. A Max poco importa tutto questo. Per lui il Natale è Natale, indipendentemente dagli spot pubblicitari. Sette anni, occhi azzurri, voglia di gioco. Sta fissando incantato una slitta in mezzo a una vetrina di giocattoli, con accanto un panciuto manichino vestito da Babbo Natale intento ad aggiustare i finimenti di due renne di pezza a grandezza naturale. Dai sacchi di juta accatastati sulla slitta spuntano pacchi regalo rossi col fiocco dorato. Subito dietro a Babbo Natale ci sono dei folletti nell'atto di incartare gli ultimi doni e Max ne punta subito uno. Quanto mi piacerebbe la stazione di servizio… quella tutta da montare, con le pompe di benzina… “Ti piace la vetrina?” chiede una voce maschile alle sue spalle. Max sussulta. La mamma lavora nella ditta di pulizie dell’aeroporto e lui non dovrebbe stare lì. Ma la stanza con gli stipetti assegnata alla ditta per i dipendenti è troppo grigia e triste per giocarci. Se è uno della sorveglianza, sono fritto. E la mamma perde il posto. Si volta col cuore in gola guardando in alto. Invece deve abbassare gli occhi. La voce appartiene a un uomo poco più alto di lui. Indossa un completo sportivo marrone. Pantaloni di velluto a coste e panciotto scozzese sotto alla giacca in tinta. Sulla camicia beige, spicca la cravatta a fiocco, di un rosso sgargiante. “Molto” risponde il bambino fissandolo con curiosità. “Anche a me” sorride il nano. “Ci ho messo parecchio per rifinirla come si deve.” Max è sempre più stupito. “L’ha fatta Lei?” “Certo. Dimmi, qual è il particolare che ti piace di più?” Se dico che mi piace la scatola della stazione di servizio, penserà che sono maleducato… però è brutto dire le bugie… “L’aiutante di Babbo Natale. Quello con la scatola grande…” risponde senza mentire troppo. “Ah, la stazione di servizio” l’ometto gli strizza l’occhio con fare complice. “Hai buoni gusti. Vuoi vederla da vicino?” “Io…” Max fa un piccolo passo indietro. “Veramente la mia mamma… mi scusi signore…” Il nano gli posa amichevolmente una mano sulla spalla, trattenendolo. “Hans. Il mio nome è Hans. E questo negozio è mio. Davvero non vuoi dare un’occhiata ai giocattoli? Forse la mamma te ne compra uno. Vieni a sceglierlo!” Max si guarda attorno incerto. Non si parla con gli sconosciuti. E non si accettano inviti. Però l’idea di avere tra le mani la scatola almeno per un po’ è una tentazione fortissima. Poco lontano una donna seduta accanto alla sua valigia agita una mano più o meno nella sua direzione e lui risponde con un cenno. “Va bene. Ma posso fermarmi poco” acconsente. “Oh, è quella la tua mamma… non le somigli molto. Dai, entra e cerca quel che fa per te.” Una volta varcata la soglia, il negozio sembra molto più ampio. Max sgrana gli occhi dalla meraviglia. Giocattoli ovunque! Gruppi di bimbi passano in rassegna gli espositori, sognando davanti alle confezioni ancora chiuse ma cariche di promesse, mentre al centro del negozio troneggia uno splendido plastico con rotaie e trenino elettrico. Max si avvicina per osservare meglio. Giunta a un passaggio a livello, la locomotiva si ferma per lasciar passare la slitta con Babbo Natale. Il bambino dimentica presto il motivo per cui è entrato e comincia a passare in rassegna gli scaffali, sognando come tutti gli altri. Infine si ferma davanti alla confezione con la stazione di servizio. Come quella in cui lavora il mio papà. Una volta ci andavo sempre a trovarlo. Ancora una volta la voce di Hans lo fa trasalire. “Allora? Cosa ti farai comprare dalla mamma?” Il bambino ha il cuore in gola. “Veramente lei non ha tanti soldi e papà ha una nuova famiglia. Non credo che avrò dei regali quest’anno.” “Dici?” Hans sembra sorpreso e contrariato. “Oh, be’… allora non ti rimane che scrivere a Babbo Natale!” Max sorride scettico. “Gli ho già scritto un sacco di volte” dice dandosi importanza. “Mi sa però che non sa leggere molto bene, perché mi ha sempre portato cose che non avevo chiesto. Anche se…” si interrompe e guarda il nano con fare complice. “A dire il vero un mio compagno di classe dice che Babbo Natale non esiste…” “Non esiste?” Hans è letteralmente scandalizzato. “Come si fa a dire una cosa di questo genere? Assurdo! Babbo Natale esiste, te l’assicuro. Solo negli ultimi tempi si è modernizzato. Immagino tu gli abbia scritto una richiesta su carta, come si faceva una volta.” “Io… be’…” arrossisce il bimbo. “Lo sapevo…” sospira il nano. “Meno male che sono un tipo previdente. Ecco, guarda qui…” lo conduce davanti a un portatile posato su un bancone del negozio. “È già collegata al sito giusto. Inserisci i tuoi dati e scrivi qual è il regalo che desideri. Quando hai finito, premi l’invio. Semplice, no? Fai pure con calma, io ho da fare” conclude allontanandosi. Rimasto solo, Max guarda lo schermo con aria sconsolata. La pagina virtuale è aperta su un sito dal titolo “Babbo Natale Express – sogna e avrai”. Subito sotto, il cursore lampeggia nella prima casella, quella in cui scrivere il nome. “E va bene, ci provo!” mormora quasi con rabbia. “Ma se anche stavolta non succede niente, vuol dire che non esisti!” Cerca sulla tastiera le lettere per comporre il suo nome e cognome. Rimane perplesso quando il campo dell’indirizzo si riempie da solo. Però aveva sentito dire che il sistema informatico faceva cose incredibili. Forse è vero che ci spiano conclude guardandosi attorno intimorito. Dei sorveglianti, nemmeno l'ombra. Vale la pena osare. Nella casella relativa al dono desiderato, scrive “pompa di benzina”. Un momento prima di spedire la richiesta si ferma e aggiunge “Un paio di stivali caldi per la mia mamma”. “Invio”. La finestra si chiude formando l’immagine di una busta su cui troneggia la scritta “Polo Nord“, che diventa piccolissima svanendo sullo sfondo verde, per lasciare nuovamente il posto alla pagina iniziale. Fatta!… e adesso? lo sguardo cade sull'ora segnata sullo schermo in basso a destra. È tardi! si allarma. Tra poco la mamma finisce il turno! Vola fuori dal negozio e svanisce in direzione dello spogliatoio per le donne delle pulizie. Subito dopo Hans esce dal suo nascondiglio e si avvicina al personal. Effettua il “login” inserendo una password molto complicata. Sfoglia le richieste della giornata alla ricerca di quella giusta. Quella di Max. Sorride e clicca sull'opzione “approvato”. Soddisfatto, torna alla sua vetrina. Nell'aeroporto ci sono ancora tanti bimbi e tutti hanno il diritto a essere felici. È la notte della vigilia e Max non ce la fa a dormire. Chiuso nella sua cameretta, si rigira inquieto nel letto. Dopo cena la mamma gli ha fatto preparare latte e biscotti sul tavolo e poi lo ha spedito a letto, dicendo che Babbo Natale non porta i regali ai bimbi disubbidienti. Lo ha detto con un sorriso stanco, come se ci credesse poco anche lei. Stringendo tra le braccia il suo orsacchiotto preferito, Max ripensa alla e-mail con l’indirizzo “Polo Nord” e allo strano incontro con Hans. Forse Babbo Natale non riuscirà a trovare il nostro indirizzo. Vienna è tanto grande e qui siamo in periferia… Forse non è vero che esiste e rimarremo tutti e due senza regali… Un paio di lacrimoni gli scendono lungo le guance. A un tratto sente un fruscio proveniente dalla cucina. D’istinto si nasconde sotto la trapunta. Un nuovo fruscio, questa volta un po’ più forte. E se fosse…? A quel punto la curiosità ha il sopravvento. Scende pian piano dal letto e infila le pantofole di lana cotta. Apre la porta della cameretta badando a non farla cigolare e quatto quatto va in cucina. Alla luce intermittente degli addobbi, nota che il bicchiere è vuoto e i biscotti non ci sono più. In preda alla frenesia accende la luce. “Mammaaaaa!!!” grida sorpreso. La donna corre trafelata, convinta di trovare chissà che disastro e invece si trova di fronte a Max che le tende trionfante un pacco con sopra il suo nome: Greta. “Guarda, questo è tuo!” “Impossibile…” mormora la donna sbalordita, guardandosi attorno per controllare eventuali segni di effrazione. Ma tutto è in ordine, esattamente come la sera prima. Apre incredula il pacco e ne tira fuori gli stivali che aveva desiderato. Max ride con gioia e si tuffa sul suo dono. Sa già di che si tratta e non vede l’ora di montare la stazione di servizio. Mentre strappa la carta che avvolge la scatola sente giungere da lontano, come da oltre le nuvole, una voce ovattata che augura festosa: “Oh-oh-oh… Merry Christmas!” Buon Natale anche a te! gli augura il bambino con il pensiero. E tanti saluti al signor Hans!------Buon Natale Teresa Ramaioli--

 

 

 

 
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BUON NATALE di Teresa Ramaioli

Post n°17040 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

BUON NATALE 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/12/14 alle 16:33 via WEB
LUIGI PIRANDELLO - SOGNO DI NATALE Era festa dovunque: in ogni chiesa, in ogni casa: intorno al ceppo, lassù; innanzi a un Presepe, laggiù; noti volti tra ignoti riuniti in lieta cena; eran canti sacri, suoni di zampogne, gridi di fanciulli esultanti, contese di giocatori... E le vie delle città grandi e piccole, dei villaggi, dei borghi alpestri o marini, eran deserte nella rigida notte. E mi pareva di andar frettoloso per quelle vie,da questa casa a quella, per godere della raccolta festa degli altri; mi trattenevo un poco in ognuna, poi auguravo: - Buon Natale -

 

 

 

 
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CIAO PAOLO (DI VOLTERRA) ... FRAGGINA

Post n°17039 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO PAOLO (DI VOLTERRA) ...

FRAGGINA

fraggina
fraggina il 21/12/14 alle 20:57 via WEB
Grande Dino , hai ambientato la Tua storia d'amore ha Volterra , che bello , la mia città , dove la mia famiglia risiede da qualche migliaio di anni. Un cordiale saluto Paolo
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 07:44 via WEB
Ciao Paolo - Grazie per avermi dato lo spunto ... Tu sei di Volterra. ... magia del Bolg ... tutto è poesia nella nostra bella Italia. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17038 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

NRICA E UNA GITA A VOLTERRA racconto (841) di Dino Secondo Barili

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 21/12/14 alle 20:49 via WEB
Carissimo Dino, che racconto da mille e una notte.. i baci.. tra le braccia.. la luna amica degli amanti.. l'alba pure... meraviglioso!!! Un abbraccio e felice serata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 07:39 via WEB
Ciao Antonella - bel commento. Il merito è tutto di Volterra, città Etrusca, 64 chilometri da Pisa ... appollaiata su una collina ... a 555 metri sul livello del mare ... e poi ... gli incontri del Destino. Buona e felice giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17037 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 21/12/14 alle 20:41 via WEB
L'amore nasce nel cuore, ti affascina la mente e non muore mai ma ti porta lontano lontano. Un abbraccio e felice serata. antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/12/14 alle 07:33 via WEB
Ciao Antonella - Bellissimo pensiero. Buona giornata. Dino
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BUON NATALE di Teresa Ramaioli

Post n°17036 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

BUON NATALE 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/12/14 alle 16:46 via WEB
Poesia di Pasquale Ruocco Nevicata Le casette stupefatte sono bianche come latte. Tutto è bianco, monte e valle... E' un diluvio di farfalle. Lungo i tetti, sopra i rami, che merletti, che ricami! Che stupore per gli uccelli! che cappucci sugli ombrelli! Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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BUON LUNEDI' 22 DICEMBRE 2014

Post n°17035 pubblicato il 22 Dicembre 2014 da dinobarili
 

BUON LUNEDI' 22 DICEMBRE 2014


 
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