dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 02/02/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
238
Il Signor Pino e le critiche…
Il Signor Pino è un uomo pieno di difetti. A cinquant’anni non si è ancora sposato e forse non si sposerà mai. Quando aveva trentacinque anni ha avuto una “morosa” che possedeva un solo difetto: “non era mai soddisfatta, mai contenta”. Dopo il primo anno di fidanzamento (dove son tutte rose e fiori), Florinda (questo era il nome della morosa) aveva cominciato “a lamentarsi, a criticare”. A mettere i “puntini sugli i”. Per un po’ il Signor Pino non ci aveva fatto caso. Pensava che fosse una delle “solite crisi passeggere”… Poi, visto che la musica non cambiava, cominciò a diventare allergico a tutte le osservazioni (di Florinda). La “morosa” lo criticava come si vestiva, come portava i capelli, il tipo di vita che conduceva, l’ora in cui si coricava. Florinda ne aveva per tutto… e per ogni cosa. Dopo un po’ il Signor Pino decise, unilateralmente, di chiudere e di non farsi più vedere. Dopo l’esperienza con Florinda, per un anno, il Signor Pino non ha più avvicinato una donna. E quando una donna si avvicinava… trovava subito una scusa per fare altre cose. Decise quindi, di dedicarsi alla bicicletta. Il Signor Pino aveva comprato una bicicletta nuova, bellissima e si era dato alle lunghe passeggiate. I ciclisti (maschi) fanno presto a fare amicizia. Durante una fermata ad una fontanella di Pavia, il Signor Pino fece amicizia con Gianpaolo. I due, coetanei, avevano raggiunto la bella età di quarant’anni. C’era solo una differenza. Giampaolo era sposato. Per Giampaolo la bicicletta era una scusa uscire di casa, per stare un po’ da solo e un po’ tranquillo con i propri pensieri. Giulia, sua moglie, era una di quelle donne che avrebbe voluto il marito sempre a portata di gonna. Questo atteggiamento era diventato un po’ troppo asfissiante. Giampaolo “aveva scelto… la bicicletta” come unica, giustificata evasione e “suo angolo di libertà”. Un giorno, Giampaolo si confidò con l’amico Pino… con il quale “macinava chilometri”. La frase iniziale fu … “Possibile che le donne non si rendano conto che stare insieme … non vuol dire stare incollati uno all’altra? Ogni persona ha bisogno del suo spazio, della sua autonomia. Il matrimonio è una bella cosa, ma ha dei limiti… Nessuno dei due deve diventare asfissiante.” Qualche tempo dopo la confidenza, Giampaolo, ebbe forti mal di testa e l’influenza. Il Pino sentì il dovere di andare a far visita all’amico ammalato. Telefonata. Orario della visita concordato. Alla fine, il Signor Pino suonò alla porta della casa di Giampaolo. Ad accoglierlo si presentò Giulia, la moglie, la quale per prima cosa, chiese se era single oppure no. Il Signor Pino, fiutò l’aria. Confermò che era single e si trattenne con l’amico giù di corda. Prima del termine della visita, però, la Signora Giulia aveva già chiamato la sorella Clelia, la quale si era presentata in un baleno per conoscere… un possibile, nuovo fidanzato. Il Signor Pino si sentì in trappola. Oltre al caffè, erano arrivati pasticcini e cioccolatini …e, pure, l’invito a rimanere a cena. Il Signor Pino, aveva capito l’antifona. Si inventò, un improrogabile impegno d’ufficio. Un impegno che non ammetteva ritardi. E fu così che il “bel cinquantenne” Signor Pino evitò un altro “baratro” dal quale sarebbe uscito con le ossa rotte. Ecco, perché, a cinquant’anni, il Signor Pino ripete spesso…“Le donne sono il paradiso degli uomini… fino a quando (le donne) non fanno di tutto… per far diventare la vita (di un uomo)… un inferno!” (238)
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 01/02/15 alle 08:40 via WEB PONTE COPERTO DI PAVIA- Il Ponte Vecchio è uno dei simboli di Pavia, fu costruito in epoca comunale (1354) sui ruderi massicci di un ponte romano. Su progetto di Giovanni da Ferrara e di Jacopo da Gozzo, il ponte fu costruito in poco + di due anni, e ciò alimentò la leggenda popolare che il ponte sia stato eretto dal Diavolo in una notte di tempesta.La struttura poggiava su sei piloni e sette arcate disuguali. Il ponte era coperto fin dai primi tempi: nel 1583 la copertura fu sostituita con un nuovo tetto, sostenuto da cento pilastri di granito. Nel settecento , sul pilone centrale fu costruita una cappelletta votiva dedicata a San Giovanni NEPOMUCENO . Il Ponte medievale fu distrutto dai bombardamenti del 1944. Quello che vediamo oggi è la ricostruzione , effettuata nel 1951. Il ponte nuovo fu rifatto una quindicina di metri + a valle , ed è + largo dell’antico. La nuova struttura è ancora a schiena d’asino, come quella medievale, ha ancora cento colonnette di granito che sorreggono il tetto, ha ancora la cappella votiva. (cappella da vedere…bellissima)Ciao a tutti gli amici del blog – Teresa Ramaioli |
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SIMONA 77 RM
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ACCADEMIA DEI SENSI
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI CREMONA
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ANTONELLA DI CREMONA
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 01/02/15 alle 08:42 via WEB Chiesetta Beata Vegine Della Rosa---Un certo Nobiluomo a nome Marliani nel 1505 fece edificare, nell'area della attuale piazza della Rosa, un edificio di modeste dimensioni e lo destinò a collegio per studenti poveri. Annessa al complesso era stata costruita una chiesetta dedicata alla Beata Vergine, successivamente chiamata della Rosa. E' probabile che la chiesetta fosse stata edificata su di un'altra più antica elencata come S. Maria Conone. La chiesetta della Beata Vergine della Rosa rimase aperta al culto sino allo anno 1790, nel 1875 venne demolita e completamente distrutta. Buona passeggiata Teresa Ramaioli |
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1 FEBBRAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 1 Febbraio 2015 – Domenica - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
883
Adolfo e il Gran Ballo in maschera
Un anno fa, il Dott. Adolfo, cinquant’anni, single, Commercialista nel milanese, da un mese andava in Ufficio con il broncio, il volto corrucciato. La sua impiegata di fiducia, la Signora Maria, non sapeva più cosa fare. Del resto come si può aiutare una persona … se non parla? non apre bocca? Se non dice ciò che ha nella testa? Se finge di guardare nella borsa delle pratiche … per evitare di guardare negli occhi la persona con la quale dovrebbe avere maggior confidenza? La Signora Maria, sessant’anni, era una donna pratica, furba, paziente. Cercava in tutti modi di trovare l’argomento giusto come aveva fatto altre volte. Quando, per esempio, il Dott. Adolfo aveva preso una cotta solenne per la sua Collega Dott. Geraldina. Allora … lui aveva quarant’anni, lei trenta. Il problema vero, però, stava nel fatto che Geraldina era sposata e non voleva assolutamente lasciare il marito per il Dott. Adolfo. Anche quella volta, la Signora Maria, aveva atteso un mese prima che il suo Capo sputasse il rospo. La Signora Maria con molta diplomazia aveva rimesso le cose a posto e la vita aveva ripreso il suo tran tran normale. Ora, però, cosa poteva essere successo? Difficile conoscere la verità se la persona interessata non parla … non dice come stanno le cose. La Signora Maria era paziente, ma anche la pazienza ha un limite. Fece un giro di telefonate per conoscere la verità da amici e conoscenti, ma non ha saputo nulla di importante. Questa volta doveva usare tutta la sua astuzia. Visto che il Dott. Adolfo non riusciva (o non voleva) sbloccarsi, la Signora Maria prese una decisione. Si inventò una pratica che non c’era. Una mattina, attese che il Dott. Adolfo prendesse posto alla sua scrivania, e l’aggredì come una iena. “Dott. Adolfo, è la quarta volta che telefona la Dott. Rachele. Chiede notizie della sua pratica” Il Commercialista cadde dalle nuvole. “La Dott. Rachele? Mai sentita nominare …” – La Signora Maria continuò - “Eppure, ha parlato di lei come di una persona precisissima. Non può non conoscerla” Al Dott. Adolfo gli venne il dubbio che si fosse dimenticato veramente di qualcosa di importante. Chiese aiuto alla Signora Maria e finalmente il cinquantenne cominciò a parlare. La Signora Maria lo tenne sulla corda per un po’ … fino a quando lanciò la freccia. “Allora, Dott. Adolfo si può sapere come mai da un mese viene in Ufficio con il volto da cane bastonato? C’è di mezzo qualche donna segreta?” Il Commercialista si rese conto che era meglio dire la verità. “Signora Maria … lo so che non dovrei comportarmi così, ma a volte la vita è strana. Da un mese mi guardo allo specchio e mi vedo brutto come la notte. Mi faccio delle domande e mi do delle risposte. Nel gruppo dei miei amici Commercialisti, io sono l’unico a non essere sposato. Tutti i miei Colleghi hanno una moglie bellissima. La mia conclusione è ovvia … ” La sessantenne non ci ha visto più. Se il Dott. Adolfo fosse stato un bambino l’avrebbe preso a sberle sul sedere. Ha fatto un fatica incredibile a misurare le parole. “Dott. Adolfo, mi meraviglio di lei. Non esistono persone brutte. Le persone sono tutte belle … a modo loro. Ogni persona ha pregi e difetti. Ha mai visto i quadri dei pittori del settecento? Hanno ritratto volti e persone che secondo, il nostro metro corrente, dovrebbero essere bruttissime … invece, a modo loro sono bellissime. Anzi, visto che le parole non servono, le faccio una proposta. Perché non partecipa al Gran Ballo Mascherato del Castello delle Allodole nell’Oltrepo’ Pavese? Ho un invito che fa al caso suo” Il Dott. Adolfo ormai, era finito nella rete della “sua” astuta impiegata di fiducia. Inoltre il segreto pensiero del Dott. Adolfo era quello di incontrare la donna del cuore. La Signora Maria mise in moto tutte le sue conoscenze. Mise il Dott. Adolfo nella mani del miglior truccatore di Milano il quale lo preparò per Gran Ballo insieme al costumista della Compagnia teatrale presso cui lavorava. Quando il Dott. Adolfo si presentò al Castello delle Allodole dell’Oltrepo’ Pavese venne accolto da applausi e scelse la migliore Mascherina presente. Non solo. La coppia vinse il primo premio messo in palio dall’Organizzazione. Quel che più conta è … che il Dott. Adolfo si innamorò della sua “Mascherina”, la Dott. Valentina, anche lei alla ricerca dell’uomo della sua vita. Un amore immediato, travolgente … appassionato. Valentina aveva voglia di baciare e di essere baciata. Quello … che il Dott. Adolfo non ha mancato di fare. Anzi, i suoi baci sono stati lunghi assai / ed appassionati più che mai. Dopo il Gran Ballo, Adolfo e Valentina sono partiti per una lunga vacanza nelle più belle Capitali dell’Europa, tra baci, languide carezze e notti di fuoco. - Questo è il racconto 883 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 31/01/15 alle 13:29 via WEB San Zeno Pavia----Secondo una tradizione verosimile, il Petrarca ebbe casa nella parrocchia di S. Zeno, vicino alla piazza che da lui prese il nome. Lì, nella dimora del poeta, dalla seconda metà del 1367 abitarono sua figlia Francesca e il genero Francescolo da Brossano, nominato allora sovrintendente all'entrata e all'uscita da Pavia dei forestieri, del bestiame, delle merci e delle lettere. Con loro vivevano la piccola Eletta, che rinnovava il nome della madre del poeta, Eletta Canigiani, e Francesco, che a tale data contava meno di due anni d'età. Questi, che ripeteva il nome, oltre che del padre, del nonno, vive ancora in un documento poetico del Petrarca, l'unico che Pavia ha l'onore di conservare. Il bambino morì nella nostra città, di due anni e quattro mesi, il 19 maggio 1368. Il nonno, sopraggiunto il 30 maggio, dettò per il nipotino un'epigrafe latina che fu apposta alla sepoltura nella chiesetta romanica di S. Zeno. La lapide era collocata sul lato sinistro della porta, il sigillo tombale sul pavimento sotto l'epigrafe. Quando la chiesa fu chiusa e poi demolita dal marchese Malaspina per allargare l'area del suo palazzo, le due memorie petrarchesche furono salvate dalla distruzione. Dopo vari trasferimenti si trovano ora nei Musei Civici del Castello e costituiscono, oltretutto, un raffinatissimo esempio di lapidaria gotica, per la bellezza dei caratteri. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli |
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