Messaggi del 22/03/2015

RENATA E AMILCARE racconto (301) di Dino Secondo Barili

Post n°18555 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

301

Renata …e Amilcare

All’ombra della Cupola del Duomo di Pavia c’è una Piazzetta. Si chiama Piazza Cavagneria. Chiamarla Piazza è… po’ esagerato. Diciamo che è un “rettangolo di acciottolato” dove quasi sempre stazionano un limitato numero di automobili… con alcuni negozi. Una volta, però, Piazza Cavagneria era una Piazza importante di Pavia. C’erano i cestai… coloro che costruivano i cesti (piccoli e grandi)… cioè “le cavagne” (in dialetto pavese). Le ceste erano strumenti di lavoro indispensabili a tutte le famiglie … (prima che arrivasse la “rivoluzione industriale”). Ogni donna aveva la sua cesta (cavagna) dalla quale non si separava mai e nella quale c’era un po’ di tutto… Proprio come oggi, fanno le donne con le borse e borsette. Piazza Cavagneria a Pavia era assai frequentata dalla donne, le quali (come fanno ora con le borse e borsette) cercavano di avere un “cesta” nuova (la “cavagna” di scorsa). Intorno alle ceste delle donne sono nate molte leggende. Le ceste venivano costruite artigianalmente con rametti di salice (pianta tipica del fiume Ticino). Ogni artigiano aveva il suo segreto. Il primo segreto era nel raccogliere personalmente i salici occorrenti per costruirla…Qui cominciava il segreto. Gli artigiani si faceva concorrenza. Gli artigiani più bravi “non” erano solo quelli che sapevano costruire le migliori ceste… ma coloro che conoscevano dove raccogliere i salici migliori….e quelli che portavano “fortuna”. Basta una simile caratteristica per dare alle ceste … un valore “superiore” rispetto a tutte le altre. C’erano degli artigiani cestai che sceglievano il giorno e l’ora migliore per raccogliere i salici. Alcuni artigiani si faceva consigliare dalle “streghe” pavesi per ottenere i migliori risultati. Secondo una “storia tradizionale”, del 1800, in Piazza Cavagneria a Pavia, è vissuto un artigiano capace di costruire le “ceste” più fortunate… in assoluto. Si chiamava Amilcare ed era un uomo che aveva grandi qualità. Un giorno costruì la sua più bella cesta e – a suo dire – “quella che avrebbe portato la più grande fortuna”. Le donne pavesi fecero a gara per comprarla, ma il prezzo era troppo alto. Solo la Signora Renata, avvenente e ricca trentenne, ebbe il coraggio di avvicinarsi al Cestaio e trattare sul prezzo. Amilcare, per un po’ cercò di essere gentile, poi, si stancò ed espresse il suo pensiero. “Signora Renata, se vuole “la cesta della fortuna”, il prezzo è quello esposto. Altrimenti… ci sarà un’altra acquirente.” La Signora Renata non si perse d’animo. Per due settimane continuò ad andare in Piazza Cavagneria e osservare la “cesta della fortuna”. Ogni giorno, però, notava che il prezzo della cesta aumentava di un centesimo. Capì che se voleva la cesta doveva “fermare” il prezzo. Intanto il Signor Amicare, scapolo, guardando continuamente la Signora  Renata, se ne stava innamorando. Non era passata una settimana e la Signora Renata si fermò a trattare nuovamente l’acquisto della cesta. Questa volta il Signor Amilcare, cambiò strategia. “Signora Renata, se vuole la “cesta”, io sono disposto ad offrigliela a metà del prezzo esposto… purché lei faccia a metà con me … della “fortuna” che avrà in futuro.” La Signora Renata, capì l’antifona. Si rese conto che il Signor Amilcare le aveva fatto una “dichiarazione d’amore”, “un proposta di matrimonio”… un atto di fiducia. Il Cestaio Amilcare era un uomo saggio e ne spiegò la ragione. “Vede Signora Renata. La cesta che ho costruito è una “cesta fortunata”… la “cesta più fortunata”… mai costruita. Per mantenere inalterata la tale “fortuna” ha bisogno di due persone che, quotidianamente, la riempiano di prodotti, di sogni e di speranze. Solo così la “fortuna” non avrà mai fine.” (301)

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°18554 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/03/15 alle 14:39 via WEB
DUOMO DI MILANO---Tra le statue più strane c’è quella a opera di Marco d’Agrate, raffigurante San Bartolomeo scorticato, con la pelle gettata sulle spalle come un mantello. La statua si trovava all’esterno, ora si trova, entrando dalla porta laterale, sulla sinistra. Tra le decorazioni esterne ci sono teste di esseri mostruosi, talvolta demoni. Queste decorazioni venivano lasciate alla fantasia dei singoli scalpellini e sono tutte diverse tra loro. Secondo una leggenda il demonio comparve in sogno a Gian Galeazzo Visconti, ordinandogli di edificare un tempio al diavolo. Nel 1386, , il signore di Milano Gian Galeazzo Visconti decide di voler costruire una cattedrale a Milano. Inizia a prendere accordi con l’arcivescovo Antonio da Saluzzo, si offre di regalare alla nascente Fabbrica del Duomo le sue cave di Candoglia, vicino a Verbania, da cui si estrae il marmo rosato che caratterizza il simbolo di Milano; seleziona gli architetti capo: Simone da Orsenigo prima e Nicola Bonaventura poi. La leggenda racconta che pochi giorni prima che Visconti si buttasse nella costruzione del Duomo, Satana aveva fatto visita al signore di Milano, svegliandolo con rumore di zoccoli e odore di zolfo. “Voglio portarmi la tua anima all’inferno. A meno che tu non costruisca una chiesa piena di immagini del signore del male“. Di qui la decisione di inserire le figure demoniache. In realtà erano comuni nella tradizione del “bestiario” medievale; si raffiguravano mostri per spaventare le forze del male. Le guglie sono 145, e sono state erette tra il XVIII secolo e il 1858 la più alta è stata costruita nel 1774 e ospita la celeberrima Madonnina che non è d’oro, ma ricoperta di fogli d’oro ed è alta 4 metri. Se non soffrite di vertigini salite sopra il Duomo di Milano c’è un ascensore a disposizione, oppure, per i più atletici tanti, tanti scalini. A voi la scelta! E’ bellissimo. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO ANTONELLA .. ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18553 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 22/03/15 alle 15:14 via WEB
Carissimo Dino, quanto è bello questo racconto e quanto è paragonabile alla vita reale... Se vogliamo che il nostro amore sia sempre un grande amore.. dobbiamo curarlo con tutte le accortezze possibili ed immaginabili.. L'amore è come un fiore.. se non viene curato e coccolato... Muore. Buon pomeriggio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 19:20 via WEB
Ciao Antonella - hai proprio ragione. Anche un fiore, se non viene curato... muore. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA .. ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18552 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 22/03/15 alle 15:02 via WEB
“L’amore è vivere, creare … e molto di più” Non aggiungerei altro, è perfetta così! Un abbraccio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 19:15 via WEB
Ciao Antonella - sono d'accordo con te. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA .. ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18551 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 22/03/15 alle 15:00 via WEB
Buona domenica.. saluti da Cremona! Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 19:10 via WEB
Ciao Antonella - Buona serata a te. Dino
(Rispondi)

 

 
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SALUTI DA PAVIA

Post n°18550 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA 

buona domenica 22 marzo 2015


 
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PENSIERI SPARSI DEL 21 MARZO 2015

Post n°18549 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 21 MARZO 2015

“L’amore è vivere, creare

… e molto di più”

Dino

 
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OFELIA E LA VOTLIA DI CAMBIARE racconto (931) di Dino Secondo Barili

Post n°18548 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

21 MARZO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 21 marzo 2015 – Sabato - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

931

Ofelia e la voglia di cambiare

Chi è quell’uomo o quella donna che non desidera cambiare? Molti (se non tutti) … in meglio, naturalmente! Il cambiamento è dentro alla natura stessa delle cose e delle persone. Ogni giorno è divenire … è cambiamento. Un anno fa, anche la Dott. Ofelia, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … Dirigente di una Agenzia Commerciale del milanese, abitante a Pavia, aveva voglia di cambiare. Ofelia non avrebbe avuto alcun motivo di cambiare … eppure. Il lavoro non le bastava più, gli amici nemmeno … Non sapeva nemmeno lei cosa volesse … Quel che voleva era cambiare. Come? Cosa? Ofelia, ne parlò con la sua coetanea e amica Clara la quale andò in escandescenze. “Ofelia, ma tu sei pazza. Cosa vuoi di più dalla vita? Sei bella come il Sole. Hai un bel posto di lavoro … retribuito magnificamente. Nel tuo ambiente ti sei fatta un nome. Hai appena acquistato l’appartamento che desideravi sul Lungoticino a Pavia. Cosa vuoi? Cosa ti manca?” Ofelia rispose con la prima idea che le è venuta in mente … “L’amore” Non l’avesse mai detto. Clara si arrabbiò. “Ma se fino all’altro ieri avevi Giacomo … Non ti bastava? Cosa volevi? La Luna?” Ofelia tacque. Avrebbe voluto dire ciò che pensava … ma si trattenne. Preferì svicolare … cambiare … cercare un diversivo. “Clara, tu lo sai cos’è l’amore?” Clara si sentì spiazzata. Ci aveva pensato, ma aveva preferito non approfondire. Cercò di uscire dall’angolo in cui l’aveva costretta l’amica. “Ofelia … se proprio vuoi cambiare … rivolgiti alla tua Parrucchiera, la solita … quell’Osvalda di cui entrambe ci serviamo.  Ofelia ha avuto la risposta che cercava. Quante donne in cerca di cambiamento … si rivolgono alla propria Parrucchiera? Tante. Tantissime. E’ questione di fiducia. Si può dire che quando una donna vuole cambiare … comincia dalla testa, cioè dai capelli, dal modo in cui sono acconciati. Siccome non si  può fare tutto da soli … ci si deve rivolgere, per forza, alla propria Parrucchiera … la quale non è più solo la Parrucchiera, ma l’interprete  dei desideri, delle aspirazioni delle proprie clienti. A volte ci indovina … altre no. Ofelia aveva trovato la strada giusta. Osvalda, per lei, non era solo la Parrucchiera, ma la confidente. Colei alla quale poteva svelare i propri segreti pensieri. “Osvalda … ho voglia di cambiare. Mi affido alle tue mani. Anzi, mi affido alla tua capacità di esplorare i miei pensieri … entrare nella mia mente … scoprire quello che non riesco a capire” Osvalda era troppo furba per non aver capito l’antifona. “Ofelia sei alla ricerca di un nuovo amore?” La quarantenne non si scompose … “Si. Ma non uno dei soliti amori … Uno di quelli che dopo un po’ svaniscono o finiscono per stancare. Uno di quelli che non finiscono mai. Nella vita tutto cambia. Anche l’amore deve cambiare … per non morire. Voglio l’amore che cambia … per vivere. Sempre” Osvalda comprese che Ofelia la stava sfidando. Lei stessa avrebbe voluto un amore così. Un amore sempre vivo. Sempre accesso. Sempre al top. Ma come? Il solo fatto che Ofelia aveva posto il problema significava che il problema esiste. Se esiste il problema … esiste anche la soluzione. Osvalda era abituata alle richieste complicate. Era una mente fervida. Aveva sempre una risposta adeguata. “Ofelia mettiti comoda … e dammi carta bianca” Era una domanda? … anche una risposta. Ofelia era il nuovo giocattolo nelle sue mani. La quarantenne chiuse gli occhi ed aspettò che Osvalda creasse il capolavoro. Non erano passate due ore e Ofelia non si riconobbe. Al posto dei capelli aveva una montagna di riccioli che andavano da tutte le parti … e da ogni parte andassero formavano un fiore … il fiore dell’amore. Che cos’è l’amore” Qualcosa di indefinito. Qualcosa che è e non è. Qualcosa che cambia sempre ... in ogni momento. In ogni istante. Ofelia si guardò a lungo. Poi “… e adesso?” Osvalda sapeva cosa rispondere. “Aspetta e vedrai. Chiudi gli occhi e lasciati vestire” Dopo un’altra ora Ofelia aprì gli occhi e si vide vestita di rosso come aveva sempre sognato … Più che una donna sembrava una Dea appena uscita dalla mente fantasiosa di qualche Artista. “Osvalda … e adesso?” La Parrucchiera non scompose. “Chiudi gli occhi e fai ciò che ti dico” Osvalda prese per mano Ofelia l’accompagnò … nel Giardino Fatato e le ordinò di aprire gli occhi. “Guarda” Ofelia guardò. Davanti a lei c’era l’uomo più bello del mondo. Un cinquantenne dal fasciano irresistibile … immobile! Non parlava. Non si muoveva … “Osvalda … non parla. Sembra un manichino” La Parrucchiera rispose. “Questa è l’ultima volta che mi vedi. Ascolta bene ciò che ti dico. Ofelia … sei bellissima. Ora … mettiti un’invisibile maschera sul viso in modo che nessuno sappia mai chi sei veramente. Cosa pensi. Cosa vuoi. In quanto all’uomo bellissimo che hai davanti … immagina ciò che vuole da te. Sii come lui ti vuole … ti immagina … ti sogna. Se vuoi che l’amore sia sempre vivo, nuovo … usa la tua fantasia, la tua gioia e voglia di vivere. Vivere è creare. Creare è amare” Osvalda sparì. L’uomo bellissimo cominciò a parlare … a guardare. Si innamorò di Ofelia. Da quel momento i due iniziarono l’eterno gioco dell’amore … cercare di capire l’altro. Quell’altro che non era mai lo stesso e che cambia sempre. -    Questo è il racconto 931 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°18547 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

MILANO

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 21/03/15 alle 14:37 via WEB
MILANO----Un viaggio a piedi alla scoperta dei luoghi più affascinanti della città antica: il circo dove si svolgevano le corse dei carri molto amate dal popolo, la Porta Ticinensis (al Carrobbio) nota come “torre dei malsani” perché annessa a un lebbrosario, le colonne e la chiesa di San Lorenzo, il sacello di Sant’Aquilino (in San Lorenzo), l’anfiteatro dove si svolgevano duelli tra gladiatori, lotte tra uomini e animali feroci, pubbliche esecuzioni di condannati ad bestias, cioè a essere sbranati dalle fiere, e addirittura battaglie navali.Ecco via Cornaggia,siamo nella zona delle antiche mura di cinta, vicino alla Porta del Carrobbio. Via Cornaggia,strada stretta fatta di ciotoli di fiume. E’ bello camminare sui ciottoli, a Milano si trovano spesso, in certi vicoli del centro, in sagrati antichi, in cortili nascosti. Via Cornaggia, un tempo via delle Cornacchie, per l' abitazione della nobile famiglia Cornacchia o Cornaggia, da cui discende Carlo Ottavio, uomo politico milanese (1855-1936), a cui è dedicata la strada. Nel 1897 a Milano,la disoccupazione era cresciuta, i raccolti scarsi di grano fecero aumentare il prezzo del pane ,e il 6 maggio scoppiò una rivolta Giorni terribili, le truppe,agli ordini del generale Bava Beccaris, intervennero con severità ed energia. Il Cornaggia convinse Beccaris a non tormentare , a non mietere altre vittime, e si guadagnò l’onore della città,e una via a lui dedicata.I ciottoli del Ticino , o .” Rizzata Lombarda” era chiamato il selciato che Milano adottava nelle vie dei secoli scorsi, costituito da ciottoli di fiume levigato. Oggi presente in qualche sagrato di chiesa o nello storico luogo della piazzetta Reale a fianco del Duomo.Nell' 800 la Rizzada era solcata nel centro da 2 strisce parallele di granito per consentire a carrozze e carretti il transito senza sobbalzi e per causare meno rumore. I ciottoli che provenivano dal Ticino e dall' Adda venivano infissi dagli stradini nel terreno, venne usata come "materiale bellico" dagli insorti delle 5 giornate contro gli austriaci. Riferimenti al ciottolato si possono trovare nella canzone cantata da Giorgio Gaber Porta Romana bella nella frase "un cortile fatto a sassi" è citata indirettamente la rizzata lombarda. Per scoprirli basta camminare per le vie che ancora portano traccia del suo passato. Ricordo di una giornata a Milano ,ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIA NELLITTI (FOGGIA)

Post n°18546 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

(FOGGIA)

annamariamennitti
annamariamennitti il 21/03/15 alle 19:53 via WEB
Non bisogna mai disperare nella vita arriva sempre<" l'ora dei pavesini"....basta aspettare arriva ..la felicità ,ha fatto bene a smettere di mangiare gli spaghetti con la salvia ,tanto alla vista di Desideria avrebbe perduto l'appetito per prendere posto i baci ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 09:50 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Hai ragione. Spaghetti burro e salvia ... sono un po' poco. Vuoi mettere Desideria? Però, Filippo aveva pure la Ferrari ultimo modello ... Buona domenica. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO GIOVANNI ... MENEGI53

Post n°18545 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO GIOVANNI ...

MENEGI53

menegi53
menegi53 il 21/03/15 alle 22:08 via WEB
Ciao Dino! Devo per forza inoltrarmi anch'io nel "Boschetto delle betulle" perché le ninfe non si sa mai che appaiano! Bello il racconto e simpatico, come tutti quelli che ho letti Dino. E mi complimento con te perché sei bravo, niente da dire. Buon sabato notte. Ti abbraccio, e... a te il mio augurio di un buon week-end! Ciao Dino.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 09:37 via WEB
Ciao Giovanni - grazie dei complimenti. Quando si scrive per il piacere di scrivere ... si scrive per sé stessi e per il piacere di chi legge. Il piacere ha bisogno di essere condiviso. Buona domenica. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANNAMARIA ... ANNAMARIAMENNITTI

Post n°18544 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO ANNAMARIA ...

ANNAMARIA MENNITTI

(FOGGIA)

annamariamennitti
annamariamennitti il 21/03/15 alle 19:27 via WEB
Bel racconto per l'Ingegnere Maurizio ci voleva un incontro del genere per far scaricare la sua monotonia , anche la bici ha collaborato ,,,aria di betulle,lontano da aria inquinata ,infine l'incontro con le tre ninfe..... è un racconto pulito... aria ricca di ossigeno ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 09:35 via WEB
Ciao Annamaria - immersi nella natura si vive meglio ... La mente è libera di vivere e sognare. Buona domenica. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO TINA ... FAUSTINA SPAGNOL

Post n°18543 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO TINA ...

FAUSTINA.SPAGNOL

faustina.spagnol
faustina.spagnol il 21/03/15 alle 19:27 via WEB
Ciao Dino anche a me piace andare in giro in bici per la campagna col mio cagnolino sul cestino quindi capisco benissimo cosa si prova in mezzo alla natura. Sono un po' come il tuo Maurizio che ha riscoperto i suoni della natura. Bel racconto. Buona serata. Tina
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 09:33 via WEB
Ciao Tina - Bel commento. I boschi del fiume Ticino sono fatti apposta per le passeggiate immersi nella natura. Buona domenica. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ...QMR

Post n°18542 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 
Tag: qmr

CIAO ...

QMR

qmr
qmr il 21/03/15 alle 18:48 via WEB
Bella e rassicurante storia. :-)
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 09:31 via WEB
Ciao - grazie del commento e della visita. Buona domenica. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA .. ANTONELLA DI CREMONA

Post n°18541 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 21/03/15 alle 16:58 via WEB
Bel tuffo nella fantasia carissimo Dino! La fortuna nella sfortuna oserei dire.. Maurizio è molto fortunato, il suo incidente di percorso si è trasformato magicamente in amore.. Buon pomeriggio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 22/03/15 alle 09:30 via WEB
Ciao Antonella - la così detta "sfortuna e fortuna" sono le due facce della stessa medaglia ... che si chiama VITA. Leggi la poesia "SE" di R. Kipling. Buona domenica. Dino
(Rispondi)

 

 
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POESIA "SE" di Teresa Ramaioli

Post n°18540 pubblicato il 22 Marzo 2015 da dinobarili
 

POESIA "SE" 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 20/03/15 alle 14:01 via WEB
POESIA-“SE-“.—“SE” è il titolo di una celebre poesia di Joseph Rudyard Kipling scritta nel 1895. Contiene una serie di istruzioni su come comportarsi o, meglio, spiega che colui che riesca a conseguire questi comportamenti è degno di essere chiamato Uomo.La poesia ha uno scopo educativo Si "diventa davvero uomini" quando si raggiunge una stabilità e un'autocoscienza tali da non perdere la calma anche quando chi ci circonda è in panico, oppure quando si imparano alcune "virtù" come parlare, pensare, perdonare, amare, sognare, rischiare, non farci condizionare, credere sempre in noi stessi, autocontrollo, autostima, fiducia, coraggio, dominio di sé, tenacia e pazienza. Si diventa uomini prendendo coscienza di sé stessi, stando a contatto con gli altri, facendo esperienze,, mantenendo la fede in ciò che si fa, in quello che si è. L'intera poesia venne recitata da Alberto Lupo all'inizio della trasmissione radiofonica Gran varietà, condotta all'epoca da Raffaella Carrà, del 25 febbraio 1973. Buona lettura , ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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