dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 01/04/2015
31 MARZO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 31 marzo 2015 – Martedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
941
Giulia e il Titolo
Milano è una città straordinaria. C’è di tutto e di più. Inoltre, si impara a vivere ogni giorno. Senza preconcetti, pregiudizi o paure. Ovvio che ogni tanto le persone hanno dei dubbi, ma la realtà locale aiuta a superarli. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa Giulia, una bellissima trentacinquenne, commessa in un Negozio del Centro di Milano. Giulia stava attraversando un periodo particolare. A venticinque anni aveva interrotto gli studi per cause familiari. Aveva ancor pochi esami per raggiungere la Laurea. Aveva trovato il posto di commessa a Milano e si era buttata a capofitto nel lavoro. A trent’anni, visto che “il principe azzurro” non appariva all’orizzonte, decise di riprendere gli studi. A fatica ha ripreso a sognare la Laurea, ma il tempo a disposizione era poco e alla sera non vedeva l’ora di buttarsi nel letto frastornata dal lavoro e dalla stanchezza. Un anno fa, Claudia aveva dato l’ultimo esame ed era andato bene. Mancava solo la Laurea. E qui cominciarono i dubbi, le perplessità. “E adesso, cosa faccio?” Si chiedeva Giulia e sembrava un ritornello che le rimbombava nella testa come il rumore di un treno “Patapum … patapum … patapum” Giulia decise di chiedere consiglio a suo padre Andrea. “Giulia studia. Consegui la Laurea … un Titolo è sempre un Titolo. Non sai mai cosa riserva la vita. E poi, nella vita si impara sempre, tutti i giorni … Tanto vale studiare … studiare sempre … ogni giorno … fino alla fine della nostra giornata terrena” I dubbi nella testa di Giulia rimanevano tali e quali. Intanto, aveva cominciato a dare ascolto alla commessa Elvira che stava per andare in pensione. “Giulia … fai ancora uno sforzo. Laureati. Consegui il Titolo … e apri gli occhi” Giulia non riusciva a capire il significato di “quell’apri gli occhi” Passarono alcuni giorni e ne chiese il significato. “Elvira … cosa mi vuoi dire con … quell’apri gli occhi” Elvira non vedeva l’ora di andare in pensione. Ormai, il suo sogno era di trasferirsi (per un po’) da sua sorella Maria che abitava a Varazze … in riva al mare. Però, si vedeva lontano un miglio che Elvira aveva un “rospo in gola” Alla domanda di Giulia rispose in modo deciso. “Giulia, datti da fare e prendi la Laurea. Non importa se sei una bellissima ragazza … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. A Milano non basta mai niente. A Milano ci vuole sempre di più … la voglia di vivere. La voglia mettersi sempre in gioco. E’ il segreto di una città che non dorme mai … notte e giorno è sempre in movimento. Per sopravvivere a Milano bisogna sempre guardare lontano … e se vuoi un altro consiglio … non fare la stupida come ho fatto io” A quel punto Elvira stava per sputare il rospo, ma si trattenne. E’ stata Giulia ad insistere. “E no. Adesso, Elvira, devi dirmi il resto. Non puoi lasciarmi così. Sospesa tra la terra e il cielo. Adesso mi serve il consiglio …” Elvira sospirò. Era combattuta tra la voglia di parlare e quella di tacere. E’ stata questione di secondi, alla fine vuotò il sacco. “Giulia, aveva giusto la tua stessa età, 35 anni. Un giorno ero sola in questo negozio. Entrò un Signore che mi sembrava un vecchio … Avrà avuto sessantacinque anni. Mi ha guardata fissa negli occhi e mi ha detto. “So che ti chiami Elvira. So che hai trentacinque anni. So che non hai il fidanzato … Hai voglia sposarmi?” Sono rimasta allibita. Non sapevo più dove guardare. Cosa rispondere. Chi era. Cosa faceva … Decisi di tergiversare. Prendere tempo. Quel Signore mi invitò parecchie volte a cena … ed io continuai a rimandare. Un errore che oggi ho ancora sul gozzo … e non mi passa più. Giulia, se ti capita un cosa analoga, non fare lo stesso errore che ho fatto io” Giulia si buttò a capofitto e conseguì la Laurea. Non lasciò il suo lavoro di commessa nel solito Negozio nel centro di Milano. I suoi occhi, però, erano diventati come dei radar. Scrutavano l’orizzonte in attesa della sorpresa. E la sorpresa è arrivata. Una mattina di maggio di un anno fa, Giulia entrò nel negozio pimpante e allegra. Anche il suo Principale, Dott. Girolamo, se ne accorse. “Giulia ti vedo particolarmente eccitata. Ti è successo qualcosa di piacevole? Sono contento per te ... “ La trentacinquenne … sorrise maliziosamente, ma non parlò. Effettivamente, nella notte, Giulia, aveva avuto un sogno. Aveva sognato la nonna Rosetta la quale le aveva detto chiaramente. “Giulia, oggi, è il tuo giorno fortunato … Accetta la proposta e goditi la vita” La nonna Rosetta non disse altro, ma Giulia non ha avuto dubbi su come si sarebbe comportata. A mezzogiorno il Dott. Girolamo le chiese un favore. “Giulia, dovresti portare questa scatola al Dott. Alfredo. L’indirizzo è sulla scatola. Ti aspetta” La trentacinquenne partì come una freccia. Sentiva che doveva accadere qualcosa di importante. Il Dott. Alfredo accolse Giulia nel suo Studio. Senza tanti preamboli passò al concreto. “Giulia, so tutto di te. Ho bisogno un favore. Mio figlio Danilo è in crisi. E’ stato lasciato dalla moglie. Ha bisogno di un periodo di riposo … e una persona lo sappia riconciliare con la vita. Ho bisogno che tu lo porti a Portofino nella mia Villa al Mare. Tutto dipende da te” Giulia non ha avuto dubbi. Ha accettato. Ci sono Lauree che si conseguono sui libri … altre Lauree che si conquistano sulla strada … anzi, strada facendo. Giulia ha accettato la sfida ed ha vinto. Sei mesi dopo … aveva conquistato il Titolo di Contessa. - Questo è il racconto 941 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 30/03/15 alle 13:11 via WEB MILANO----Monte Napoleone, è la via più elegante della città. Passeggiare in "Montenapo" ,come viene chiamata a Milano, significa immergersi in un'atmosfera da shopping esclusivo. Il nome della Via risale al 1804, all'apice dell'era napoleonica. A quei tempi Milano brulicava di stranieri, che si affollavano non soltanto per affari ma soprattutto perché , come sottolineava un amante di Milano come Stendhal,la città era una “ricca repubblica dedita all'arte e al piacere”. L’atmosfera stravagante di quei tempi continua a riflettersi in quello che viene chiamato il "Quadrilatero", formato dalle vie Monte Napoleone, Sant'Andrea, Spiga e Borgospesso. In queste strade e nei dintorni si trova la maggiore concentrazione di negozi famosi sia italiani che stranieri, oltre che di botteghe di gioiellieri, pellicciai e antiquari. Questa via prende nome dalla fusione di due banche: la Banca del Monte Camerale e quella di Santa Teresa che a sua volta nel 1796 si unì al Banco di S.Ambrogio. Nel 1804 in onore al giovane generale Napoleone le tre banche unite cambiarono denominazione, ribattezzandosì appunto in Monte Napoleone. In tempi precedenti la via si chiamava Marliani, in onore ai patrizi Marliani che vi abitavano. Nel Medioevo e fino al 1700, la strada si chiamava Contrada di Sant'Andrea. Nel Settecento, l’attuale Montenapoleone, con il suo tracciato che segue quello delle antiche mura romane, era una specie di confine urbano. Nella Contrada Sant’Andrea si dipanava una zona di conventi e chiostri con i relativi orti: quelli delle Francescane Zoccolanti, delle Orsoline, delle Agostiniane, delle Benedettine che si estendeva fino alla cinta del Naviglio. Erano i Borghi di Sant'Andrea, del Gesù, del Santo Spirito e di Borgospesso Sul finire del Settecento e ai primi dell’Ottocento, gli aristocratici, invasero quel territorio, e Contrada di Sant’Andrea cambiò nome in via di Monte di Santa Teresa o Contrada del Monte.Nel 1872, Maria Teresa d' Austria vi fece aprire al n° 12, un Monte, un banco dei pegni per i cittadini bisognosi. Il Monte, chiuso una dozzina di anni più tardi, fu fatto riaprire da Napoleone Bonaparte, allora primo Console, durante la Repubblica Cisalpina e, in suo onore, banco di pegni e strada cambiarono di nuovo nome. Caduto il napoleonico Regno d'Italia (con Milano capitale) la gestione del banco dei pegni ritornò agli austriaci, ma la via continuò a chiamarsi Montenapoleone e, durante le Cinque Giornate di Milano, fu teatro dell'insurrezione dei patrioti contro gli Austriaci: Via Monte Napoleone segue l'antico tracciato delle mura romane, che a loro volta seguivano il corso del Seveso, che tutt'ora scorre come Grande Seveso tombinato sotto il manto stradale, sul lato dispari della via. Ai primi del Novecento Via Montenapoleone era chiamata “el quartier de riverissi”, perché tutti gli uomini, per salutare una signora, la riverivano togliendosi il cappello. Da Milano ciao Teresa Ramaioli |
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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ANTONELLA DI CREMONA
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ANNAMARIA MENNITTI
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PSICOLOGIAFORENSE
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LADYMARIA45
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LADYMARIA45
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CIAO LAURA ...
LASCRIVANA
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CIAO ...
E D E L W E I S S
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