Messaggi del 04/07/2015

ORFEA E LA STATUA racconto (2011) di Dino Secondo Barili

Post n°20219 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

4 LUGLIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

            Trivolzio – 4 Luglio 2015 – Sabato  - ore 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

2011

 (Amore Duemila)

    Orfea e la statua

Un anno fa, la Dott. Orfea, era arrabbiatissima. Dopo sette anni di convivenza, il suo Luigi se ne era andato a vivere da solo (preludio di una definitiva separazione). Fin qui niente da dire … sono cose di tutti i giorni. Il bello, però, della storia è la motivazione che sta dietro. Un anno fa, la Dott. Orfea, quarant’anni, bellissima, Dirigente di una Agenzia Commerciale nel milanese, abitante a Pavia  ha cercato di raccontarla alla sua coetanea, amica e collega Federica. “Federica, valli a capire oggi gli uomini. Premetto che il mio Luigi era ed è un Artista. Uno scultore di quelli che fa le statue moderne … e il nostro amore è nato tra le mostre di scultura. Anzi, si è innamorato di me al punto da farne la sua modella. Beh. Se devo dire la verità non sapevo neanche io a cosa servissi in quanto il mio Luigi (dovrei dire ex) era un patito dell’arte ultra moderna … Faceva e fa delle statue dove non si capisce proprio nulla. Una freccia lanciata nello spazio … era la mia gamba destra. Una freccia lanciata per terra … era la mia gamba sinistra. Ogni volta che mi mettevo in posa per dargli modo di fare il “bozzetto della statua” … dovevo sempre chiedergli quale parte del mio corpo aveva cercato di rappresentare. La risposta era sempre la stessa. “Come? Non ti vedi?” Per un po’ non dicevo nulla … poi, adagio, adagio, facendo finta di essere un po’ dura di comprendonio, chiedevo spiegazioni. Allora, come se il sapere scendesse dall’alto, il mio Luigi mi spiegava come stavano le cose. “Vedi, Orfea … questo è il tuo occhio che guarda … e questo è l’indice della tua mano destra che indica la Costellazione di Cassiopea” Per non sembrare del tutto tonta facevo finta di aver capito … anche se non avevo capito assolutamente nulla. Un anno fa, però, le cose tra me e il mio ex compagno sono peggiorate. Ha cominciato a parlare di una  grande statua nella quale avrebbe messo tutte le componenti del mio corpo che, secondo lui, usciva valorizzato dall’opera d’arte. Il peggio, però, doveva ancora venire. A mano a mano che l’opera d’arte prendeva forma, il mio Luigi ha cominciato a fare un discorso che non mi è piaciuto affatto. “Dopo aver completato l’opera d’arte nella quale sono rappresentate le espressioni più alte della donna, cioè tu, voglio insegnare ad essa (la statua) … a parlare. A quel punto mi sono chiesta se il mio Luigi era ancora sano di mente, oppure no. Mi sono rivolta ad uno Psicologo che, a Milano, studia la psicologia delle opere d’arte moderne ed ho avuto la conferma che il mio Luigi è in perfetta sintonia con il pensiero artistico del nostro tempo. Non solo. Che fa bene a cimentarsi in un obiettivo che è all’avanguardia del mondo artistico. A quel punto non ho aperto più bocca. Ho preferito seguire l’evoluzione degli eventi. Qualche mese fa, il mio Luigi mi ha fatto un discorso strano. “Orfea, per insegnare alla statua a parlare devo chiudermi in una stanza dove … soli, io e lei (la statua) possiamo dialogare” Oggi, il dialogo tra l’uomo e la donna è tra i più difficili … anzi, molte volte impossibile. Ecco perché l’arte anticipa i tempi. Crea nuove forme di linguaggio, nuove forme di convivenza. Federica, tu non ci crederai, ma, dopo aver vissuto con Luigi sette anni, non so più distinguere il vero dal falso, il reale dall’irreale. Possibile che siamo arrivati fino a questo punto? Sono passati ormai alcuni mesi. Dopo una simile esperienza faccio fatica a guardarmi allo specchio e chiedermi chi sono. L’uomo, il maschio, non lo capisco più” Orfea ha fatto silenzio. Federica non sapeva cosa dire. La vita è diventata difficile per tutti … uomini e donne Buona giornata a tutti i lettori di questo racconto … Clicca “scrivi commento” e lascia il voto da 1 a 10. Serve per il racconto di domani. Dino (2011)

 
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L'ALBERO DEL DRAGO di Teresa Ramaioli

Post n°20218 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

L'ALBERO DEL DRAGO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 04/07/15 alle 17:46 via WEB
L'ALBERO DEL DRAGO--La Dracaena draco è una pianta conosciuta in passato con un nome straordinario : l’Albero del Drago I romani e i greci conoscevano un reagente chimico che utilizzavano in medicina e tintura, il cui colore e la cui densità, faceva loro pensare a qualcosa di magico, come :il sangue di un drago. Mercanti e carovanieri vendevano nelle grandi città del bacino mediterraneo come sangue del drago sostanze di diversa origine e natura. Una sostanza contraffatta che veniva venduta ai clienti che volevano risparmiare ed era composta da sangue di bue e polvere di terracotta. La maggior parte dei carichi di sangue di drago “originale” erano composti dalle resine essiccate o semiliquide estratte dalle differenti specie di quattro distinti generi botanici: Pterocarpus, Croton, Daemonorops e la Dracaena. L’incisione del tronco della Dracaena draco delle isole Canarie e della Dracaena cinnabari di Socotra (isola a sud dello Yemen) era la più diffusa fonte di sangue del drago dell’antichità. Il sangue del drago viene nominato da Plinio il Vecchio nel suo testo la Naturalis Historia . Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO DONA ... DONADAM68

Post n°20217 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

CIAO DONA ... DONADAM68

 
donadam68
donadam68 il 04/07/15 alle 07:49 via WEB
...l'amore, una scintilla che asseconda fiamma che se non è vera come quel fuoco pian pian si consuma e si spegne e più fiamma non è :)D
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/07/15 alle 19:35 via WEB
Ciao Dona - Hai ragione. Bel commento. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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SALUTI DA PAVIA

Post n°20216 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA 

buon sabato 4 luglio 2015


 
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PENSIERI SPARSI DEL 3 LUGLIO 2015

Post n°20215 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 3 LUGLIO 2015

"L'amore deve essere alimentato"

Dino

 
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ONORATO E LA CENA racconto (2006) di Dino Secondo Barili

Post n°20214 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

2006

 (Amore Duemila)

    Onorato e la cena

Chi è colui o colei che, dopo un po’ di tempo, non si stanca di un lavoro ripetitivo? Sempre uguale? Molti. Parecchi … tutti. Un anno fa, il Dott. Onorato, cinquant’anni, single, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia … era in quelle condizioni. Non riusciva più a sopportare il proprio lavoro. Per fortuna che il Dott. Onorato aveva una impiegata fidata, la Signora Maria, sessant’anni ben portati, la quale ne sapeva una più del Diavolo. Si era accorta che il “Suo Capo” stava passando un brutto momento ed ha cercato di aiutarlo nel limite delle proprie possibilità. A volte non è il lavoro che viene a nausea … ma tutto quello che sta intorno. Il continuo cambiamento di leggi e disposizioni … di stampati e di modelli che, anche se sono “a video”, mediante Internet … sono sempre modelli (o tracce) da seguire. Se poi ci sono gli incastri, cioè i passaggi obbligati dove non puoi continuare la compilazione se prima non hai completato la casella … allora, Internet diventa tutto un rebus. Il lavoro, però, è solo un aspetto della vita quotidiana … Poi, c’è la parte affettiva. Il Dott. Onorato, dopo sei anni di convivenza si era lasciato con la sua compagna Rosalinda. Non importa che tutto sia avvenuto in modo naturale. Fine di una storia, chiuso, stretta di mano … e via. Ma i distacchi lasciano sempre lunghi strascichi. Nascono rimorsi, dubbi, perplessità. Insomma, il Dott. Onorato era in crisi. Visto che la crisi si prolungava più del necessario, la Signora Maria ha deciso di intervenire. “Dott. Onorato ho deciso di dare una cena a casa mia. Devo festeggiare il giorno in cui ho preso l’attestato di “quinta elementare” … Il Dott. Onorato non aveva voglia di ridere … ma non ha potuto farne a meno. “Signora Maria … ma cosa dice? Sono passati cinquant’anni da quella data. Le sembra proprio il caso?” La Signora Maria aveva fatto tesoro dei suoi cinquant’anni ed ha risposto decisa. “Certo che è il caso. Ricordare di essere stati bambini o ragazzi fa sempre bene. Dimostra vitalità, fantasia, genialità … gioia e voglia di vivere. Invece, oggi, si invecchia troppo presto. Le mode cambiano, le generazioni cambiano … i fatti raccontati dalla TV e dai giornali lasciano allibiti. Ecco, perché è meglio festeggiare un avvenimento di cinquant’anni fa. Quando si era giovani … incoscienti, si viveva di illusioni. E, poi, Dott. Onorato, una cena è sempre una cena. Dopo la cena si parte per Montecarlo e da lì sulla Costa Azzurra” Il Dott. Onorato si sentì perso. Si rese conto di essere solo. Chiese alla Signora Maria se era il caso di partecipare alla cena oppure no. “Dott. Onorato la cena non è solo per festeggiare il mio attestato di quinta elementare è anche la scusa per andare a Montecarlo … e lei non può mancare ad una simile gita” Il Dott. Onorato, cinquantenne in crisi, nauseato dal proprio lavoro (e altro) non ha potuto opporsi. Partecipò alla cena della Signora Maria. Una cena da fine del mondo. La Signora Maria, insieme al suo Luigi, aveva fatto le cose in grande per far contento il “Suo Capo” Al termine della cena il campanello della casa della Signora Maria si è messo a suonare. Era la nipote Dott. Eleonora … una stupenda ragazza trentenne da fine del mondo … alta, capelli neri lunghi spioventi sulla schiena quasi nuda … occhi neri, penetranti (da incantatrice di serpenti) … gambe da lasciare a bocca aperta. Insomma, il Dott. Onorato, nella Dott. Eleonora ha visto il Paradiso. La trentenne raccolse il bandolo della matassa. “Onorato … la mia Ferrari è pronta con il motore acceso. Non devi pensare a niente. Ci penso tutto io. Prima, prendiamo il caffè a Montecarlo. Poi ci fermiamo in varie località della Costa Azzurra … infine andiamo a Parigi … e ci godiamo le notti più pazze del Pianeta. Perché la vita è breve e va vissuta intanto che c’è. E visto che Dio ci ha dato l’Eden … vediamo di apprezzarne le bellezze” Il Dott. Onorato si lasciò trasportare dalle parole, dai gesti e dalla gentilezze di Eleonora e dalla Ferrari che sembrava bruciare le tappe. Al resto ci hanno pensato le labbra ardenti della trentenne … Un uomo solo non conta nulla … ma se al suo fianco c’è una donna da fine del mondo … la vita diventa un sogno. Buona giornata a tutti i lettori di questo racconto … Clicca “scrivi commento” e lascia il voto da 1 a 10. Serve per il racconto di domani. Dino

 
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VIRGILIO AMBROSIANO di Teresa Ramaioli

Post n°20213 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

VIRGILIO AMBROSIANO 

di Teresa Ramaioli


 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 03/07/15 alle 14:54 via WEB
VIRGILIO AMBROSIANO---Era il 6 aprile 1327 quando Francesco Petrarca, ad Avignone, vide per la prima volta Laura. Ed era sempre un 6 aprile, ma di ventuno anni dopo, quando la nobildonna morì di peste: in questa dolorosa occasione, il poeta annotò la notizia sul suo prezioso Virgilio, manoscritto che aveva ricevuto in dono dal padre, con queste parole: Laura, illustre per proprie virtù e per lungo tempo celebrata nei miei canti, apparve per la prima volta agli occhi miei in sul principio della mia adolescenza, l’anno 1327, il 6 d’aprile, nella chiesa di Santa Chiara d’Avignone, di buon mattino, e nella stessa città, nello stesso mese d’aprile, nello stesso giorno 6, nell’ora prima, l’anno 1348, quella luce fu tolta a questa luce mentre io per caso mi trovavo a Verona, inconsapevole, ahimè!, del mio fato. Questo affascinante manoscritto appartenuto a Francesco Petrarca è oggi conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano, è conosciuto anche come Virgilio ambrosiano. Il volume riunisce le tre opere maggiori di Virgilio – Bucoliche, Georgiche ed Eneide. Su questo libro Petrarca continuò a studiare Virgilio per tutta la vita, come testimoniano le numerosissime postille databili a epoche diverse della sua esistenza. Alla sua morte il codice fu ereditato da Francesco da Carrara, per poi passare nella biblioteca dei Visconti a Pavia, dove lo sfogliarono molti dei maggiori umanisti, per giungere infine, dopo molte vicissitudini, alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, acquistato nel 1600 per conto del cardinale Borromeo. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO ... CHIARASANY

Post n°20212 pubblicato il 04 Luglio 2015 da dinobarili
 

CIAO ... CHIARASANY

BARCELLONA (SPAGNA)

 
chiarasany
chiarasany il 03/07/15 alle 21:08 via WEB
Bellissimo, ma questo è un rcconto delle Mille e una te...Anche c'è la fata che produce la stilizzata e unica al mondo, donna ...dico "unica" perche una donna vuol sentirsi viva, aver pensiero libero, non sempre con l'uomo girando intorno lei...per desiderare dommesticarla a suo modo fino esser soltanto una bambola...Certo che non la trova. Voi volete una schiava .. e quando l'avrei trovata...allora la bambolM già non diverte più..ed altra volta a cercar quella donna angelo ...Mi sbaglio? Cerca Dino, là in fondo nffondissimo di tua anima di uomo e scrittore e non sarai capace di levarmi mia opinione .... Non c'è quella donna ...ne i principi azzurri ...Ah! come sarebbe bello...un sogno ....Chissà ch'io visiti quella maga .,..perche mi faccia anche a me ..." pelar delle patate " ....ih ih ;0)..Grazioso e simpatico racconto caro amico. Parto sta notte..Spero che il paesaggio sia tanto bello come lo hai dipinto tù...Con mio affetto,grazie, Chi.-
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/07/15 alle 07:31 via WEB
Ciao Chiara - grazie del bel commento. La risposta nei prossimi racconti. Buone vacanze. Dino
(Rispondi)

 

 
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