dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 03/09/2016
BUON SABATO ... 3 SETTEMBRE 2016
E' sabato, il più giorno della settimana.
Al sabato ci si può concedere tutto ... anche sognare.
Cosa c'è di più bello di immaginare di trovarsi a Capri ...
l'Isola che tutto il Mondo ci invidia?
Per realizzare il sogno ... basta una canzone.
324 - "Qui sotto il cielo di Capri"
cantata da Claudio Villa
Diceva il saggio che Felicità non costa niente, perché
la Felicità è un dono di Dio ...
il quale la regala a tutti coloro che amano.
Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Questestorie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla ache
vedere conpersone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
738
Oriana e le scarpette rosse
Sessant’anni è l’età delle decisioni. Adesso o mai più. Non è vero chesia così, ma… Le decisioni non sempre sono legate all’età, ma l’età conta.Specialmente per Oriana, una bellissima sessantenne di Pavia, single, che avevaalcuni sogni nel cassetto… Sogni che non aveva ancora potuto realizzare. Ilprimo sogno che alberga in ogni persona è l’amore… Quello, si sa, a volteriesce …altre volte,no. Gli altri due sogni erano un po’ diversi. Richiedevanoanch’essi una buona dose di fortuna: imparare a ballare ed avere un Attico aPavia. Un anno fa, a settembre, la sessantenne Oriana decise di imparare aballare. Non era la prima volta che ci provava, ma non ci era mai riuscita. Unavolta, iscritta ad un Corso di Ballo, ci rimase male. Il Maestro di Ballo, ilSignor Gastone, l’aveva mortificata. “Oriana … lei è una schiappa. Non impareràmai a ballare. Non ha il senso del ritmo, della musica…” Oriana, ci era rimastatalmente male che per parecchi giorno ha fatto fatica persino a guardarsi allospecchio. Aveva paura che un “Gastone qualsiasi” la indicasse col ditoaccusatore. “Oriana sei una schiappa…” A sessant’anni, però, uno persona si fameno scrupoli. Comincia a dirsi… “Ma chi se ne frega del giudizio delle persone…Io, sono io… e quello che voglio… è affar mio”. Il mese di settembre è il mesemigliore per partire alla grande, per inseguire i sogni. Oriana era decisa. Sisarebbe iscritta ad una Scuola di Ballo… Non voleva,però, ripetere ciò che erasuccesso con Gastone. Per prima cosa si informò dalla sua amica Valeria,ballerina sessantenne. Valeria, oltre ad essere bravissima a ballare, era anchemolto fantasiosa. Disse la sua. “Oriana, per imparare a ballare…e ballare bene… ci vogliono le scarpette rosse” Oriana si incuriosì. “Le scarpette rosse? Edove si comprano?” Valeria rispose con la prima idea che le era venuta inmente. “Dalla Signora Maria di Varzi” Oriana prese per buona la risposta. Nonchiese neppure di quale Signora Maria si trattasse. A Varzi, in provincia diPavia, ci sono centinaia di Signora Maria. Inoltre, ci sono donne che puravendo un altro nome come Anna… si fanno chiamare Maria. Dopo alcuni giorni,Oriana cercò Valeria per farsi spiegare di quale Signora Maria si trattasse, maera partita per il Venezuela. Impossibile rintracciarla …anche con iltelefonino. Quando un persona è caparbia… non si ferma davanti ad alcunostacolo. Oriana partì con la sua automobile da Pavia alla volta di Varzi. Un’oradi strada ed ecco Varzi … ridente località incuneata tra verdi colline e, sullosfondo, appenninici monti che raggiungono quasi i tremila metri di altezza.Cercare una Signora Maria a Varzi è come indovinare la combinazione vincente diuna lotteria. Oriana si intrufolò nelle stradine medioevali del centro storicodi Varzi. Lesse parecchie targhette poste vicino alle porte e suonò alla primaMaria che le venne sotto il naso. La porta si aprì ed apparve una favolosadonna bionda sui cinquant’anni. “Scusi, Signora Maria, sto cercando dellescarpette rosse per imparare a ballare” La donna bionda si fece seria. “E’proprio sicura che vuole imparare a ballare? Non è che fa come le altre … chedopo un po’ si stancano e buttano le scarpette rosse nel bidone dellaspazzatura?”- “No. No. E’ una vita che cerco di imparare a ballare e non ho maitrovato la strada giusta. Ora voglio realizzare uno dei sogni della mia vita” –rispose convinta Oriana. La donna bionda rientrò in casa e uscì con una scarpettarossa e un foglio con un indirizzo scritto a mano. “Io, non so chi è lei, eneppure voglio saperlo. Le posso solo dare una scarpetta sola… l’altra latroverà all’indirizzo scritto sul foglio” Le due donne si strinsero la mano esi salutarono. Oriana ritornò a Pavia più frastornata che mai. Un’avventuracosì non le era mai capitata in tutta la vita. A Pavia, la sessantenne, lessel’indirizzo sul foglio, e vi si recò subito. L’indirizzo indicava un Palazzosulla riva sinistra del fiume Ticino. Uno dei numerosi lussuosi Palazzi che, dasoli, fanno immaginare una vita da sogno. Oriana suonò il campanelloall’indirizzo indicato e una voce maschile rispose: “Salga usando l’ascensorenumero tre, ultimo piano” In un attimo la sessantenne si presentò con lascarpetta rossa. Oriana era ferma davanti alla porta aperta su un meravigliosoAttico. Nello specchio della porta c’era l’uomo più affascinante che avesse maivisto. “Sono il Dott. Andrea. Prego entri. Mi ha chiamato mia sorella Maria diVarzi. Mi ha detto che sarebbe passata a prendere la scarpetta rossa. Entri.Entri” Oriana non sapeva dove guardare. Era un Attico da sogno…grandissimo comefosse un giardino sospeso tra la terra e cielo… In lontananza le colline e imonti dell’Oltrepò, Pavese. Il Dott. Andrea fece strada all’ospite. Accompagnòla sessantenne passo dopo passo in quel luogo da sogno. Ad un tratto il Dott.Andrea pose la domanda. “Scusi, lei come si chiama?” –“Mi chiamo Oriana… Orianadi Pavia. Cercavo le scarpette rosse per imparare a ballare. E’ una vita che ciprovo e non ci sono mai riuscita…” Il Dott Andrea, sessantenne dal fascinosuperlativo accennò ad un sorriso. “Oriana… usiamo il tu… Io sono il tuo nuovoMaestro di Ballo. Questo Attico è nostra sala da ballo” In quell’istante l’enormesalone si trasformò in una pista da ballo. Valzer viennesi si diffusero in ogniangolo. Il Dott. Andrea e Oriana accennarono a passi di danza. Andrea teneva lascarpetta rossa in una mano …e l’altra scarpetta era nella mano di Oriana… alresto ci ha pensato il Destino… anche per l’amore che è sbocciato subito dopo. - racconto 738 di Dino Secondo BariliCondividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
iltuonoilgrillo il 31/07/16 alle 19:43 via WEB I GATTI DI PAUL KLEE --Paul Klee amava molto i gatti. I più importanti della sua vita sono tre, li ha raccontati nei suoi dipinti. Il primo è Nuggi, lo portò con sé dall’Italia, era per lui lo “spirito della casa”. Il secondo si chiamava Fritzi ed era lo spirito della forza della vita, il “dio felino”, come lo chiamava il pittore. Il terzo si chiamava Bimbo, era un gatto bianco d’angora che visse con Klee negli ultimi 10 anni della sua vita. Lo vedeva come l’angelo della morte che lo avrebbe accompagnato nell’oltretomba, quasi una divinità egizia. Paul Klee lo definiva “il gatto cosmico”. Il quadro “Gatto e uccello”,(realizzato nel 1928 con tecnica olio e inchiostro su garza misura 38,8 x53,4 cm) raffigura un gatto dai grandi occhi dilatati che ha in mezzo alla fronte un uccellino stilizzato con un tratto talmente semplice da richiamare il segno matematico dell’infinito. E' il gatto cosmico, il dio felino, misterioso custode dei segreti della casa e dell’universo. Ciao a tutti gli amici del blog. Teresa Ramaioli |
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