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UN'ESPERIENZA DI BELLEZZA

Post n°39 pubblicato il 18 Agosto 2015 da Cappuccine
 

Alcune riflessioni ri guardo il corso vocazionale tenutosi da marzo a maggio nella nostra Oasi di Termini Imerese

Il primo incontro del corso ha avuto come titolo: "L'oltre: un cammino da intraprendere". A primo impatto questa frase mi ha spaventata, l'andare oltre premette sempre andar incontro a qualcosa che non si conosce e che sembra difficile da raggiungere. Se però lasciamo presentarci l'Oltre dalla Parola ecco che tutto è più chiaro. Tutto si è sviluppato attorno al Vangelo di Matteo 19,16-22 : Il giovane ricco. Apparentemente questo testo sembra essere la narrazione di una "sconfitta" subita da Gesù, di un giovane che si allontana da lui triste. In realta è ricco di aspetti positivi che ci sono stati mostrati da Suor Elisa e suor Lidia legandoli anche a Suor Maria di Gesù Santocanale e San Francesco. Il giovane ricco che ci presenta Matteo è chiamato a lasciare tutto, a vendere tutto quello che ha per seguire un amore che va "oltre" le leggi. Gesù ci chiede di seguirlo, ma prima di ciò ci chiede anche di "vendere quello che abbiamo" e darlo ai poveri. Vendere tutto quello che di buono ci può essere in noi e quello che c'è di cattivo e metterlo a servizio dei fratelli e di Dio, lasciare il nostro essere nelle sue mani .Come a Francesco viene chiesto:" Francesco è meglio per te seguire il servo o il padrone?" lo stesso viene chiesto al giovane ricco nel Vangelo e lo stesso a noi tutti i giorni in tutte le nostre scelte. Per non ridurci tristi, come il giovane, bisogna mollare tutto e seguirLo, rinascere uomo nuovo e fare la Sua volontà perché "Uno solo è buono". Anche Suor Maria di Gesù Santocanale si è rifugiata nel cuore di Gesù e ha trascinato tanti fratelli e sorelle nel Suo progetto di salvezza.

Rosa da Trapani

Un'esperienza di Bellezza
Parole come amore, felicità, speranza, bellezza, sono da sempre inquadrate nella categoria degli ideali: esprimono forti sentimenti ma dati come irraggiungibili per cui a ben guardare, nel corso della storia dell'uomo sulla terra, sono state indagate di volta in volta da profili religiosi, estetici, antropologici, sociali, filosofici. Varie culture tentano sistematicamente di negarne i contenuti, spesso per quella ridicola convinzione che l'uomo sicuro di sé e dei suoi mezzi fa a meno di qualsiasi contatto col divino; e in un certo modo, queste parole sembrano avere in se stesse una percepibile eco divina. 
Nell'Oasi di S. Francesco, a Termini Imerese, era necessario ritrovare il senso di alcune di queste cose, attraverso il Corso Vocazionale. In un cenacolo di poche anime, leggermente appartate dai rumori della civiltà, abbiamo meditato sul tema "L'oltre ... verso la bellezza ... sui passi dell'amore" . Un tema che considera uno degli aspetti essenziali all'idea di bellezza: il desiderio. Chi non ha fatto esperienza di quanto la bellezza ci piace, fa felici? E si desidera la bellezza per piacere. Ma il cammino meditativo ci ha posto innanzi sapientemente alla differenza tra desiderio e bisogno. Nelle domande di Gesù, "cosa cercate? Cosa vuoi che faccia per te?, ad essere interpellata è la nostra stessa condizione umana, e la coscienza di quanto l'esterno non possa interferire in modo determinante in noi ma possa essere impiegato per rendere la nostra coscienza attenta alle esigenze autentiche della vita. Il bisogno può trovare la sua soddisfazione e in quella esaurirsi. Il desiderio invece lascia sempre un retaggio dietro di sé, qualcosa di simile a un incompiuto che in un certo senso lo alimenta alla sua sopravvivenza. L'uomo meditativo sa che in fondo il suo pellegrinaggio esistenziale è un unico grande desiderio di Dio, del suo Amore. L'abbiamo visto perfino nella proiezione del film "7 chilometri da Gerusalemme"di Pino Farinotti: il protagonista cercava qualcosa ma alla fine ha dovuto ammettere di cercare Dio. Il fatto è che Dio è molto più puntuale di noi e, agli appuntamenti che gli chiediamo, Lui si fa trovare; trovandolo poi, ci domanda di riconoscere quali porzioni di vita abbiamo inteso vendere agli altri, a parole, con l'immagine, con le idee confuse che ci porta la quotidiana superficialità, e la fretta, per cui ci riteniamo persuasi di certezze che sono solo miraggi, per cui ci sconfortano.  L'uomo sull'esempio di san Francesco ma con il carisma e la cura di Carolina Santocanale, la madre dei poveri, ritrova se stesso anche nella bellezza del creato, nell'operosità attiva verso gli altri conosce la caritatevole attenzione di Dio, e ne esalta l'amore e il desiderio di donarsi, esattamente come Dio ha dato a noi il suo unigenito Figlio Gesù. Quale mistero può essere più profondo di un Dio tanto innamorato della sua creatura da desiderare di condividerne la natura? E quale desiderata rivelazione dovrebbe portarci a ri-trovare noi stessi come motivi di una Pasqua duratura tra noi e gli altri? Sono queste le ragioni per cui affrontare un percorso di meditazione è davvero edificazione di un nuovo io.

Caterina da Villabate

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