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Post N° 19

Post n°19 pubblicato il 07 Ottobre 2007 da Agua.y.Pigmento

MARIO GARCIA TORRES,
Kabul), 2006. Veduta dell’azione. Courtesy Jan Mot,
Bruxelles

«Se il cinema entra ormai nella definizione della creazione contemporanea, esso va anche verso i confini del saggio,

del documentario e della metafinzione.

Si tratta qui di definire i lineamenti di un nuovo territorio artistico,

quello di un terzo cinema, tra arte contemporanea,

cinema, nuovi media e letteratura,

da non confondere con il cinema sperimentale.

Questo territorio condiviso, che non "appartiene a nessuno",

non si può ridurre ad un unico criterio tecnico o tematico.

Il terzo cinema crea una piattaforma di espressioni singolari

che non ricoprono esattamente il territorio

delle arti plastiche ma costituisce un oggetto nuovo:

quello di un campo di esperienze

estetiche che non distinguono pertanto una figura unica

Pascale Cassagnau, Prefazione al saggio Futura Amnesia (Indagine su un terzo cinema).

Ogni essere umano è caratterizzato in modo inequivocabile

da un DNA che lo rende unico ed immediatamente riconoscibile, l'artista da sempre manifesta questa individualità sottraendosi agli imperanti tentativi di

omologazione ed asservimento.

Rifuggendo così dai recinti predeterminati,

dalle visioni dicotomiche e dalle costrizioni

strumentali dell'organizzazione,

l'arte da sempre si muove alla ricerca di spazi autonomi dove esibire l'infinita gamma dei grigi che contraddistinguono l'esistenza.

Da una parte la società con le sue esigenze classificatorie e funzionali,

 dall'altra il pensiero libero che afferma ogni volta il valore del diverso.

La propria fisicità come punto di partenza per percorsi autonomi che, nel confermare la diversità come regola, portano alla realizzazione di opere video digitali, di terzo cinema appunto, firmate con il proprio corpo.

Il deambulare tra le rappresentazioni fisiche consente allo spettatore di penetrare in quei « mondi » resi tangibili dalla qualità delle immagini,

dalla presenza del suono e da quei personaggi,

ormai orfani del proprio lavoro, i cui movimenti quotidiani rimangono ancorati nella loro memoria storica,offrendo così la possibilità di cogliere l'infima

frontiera tra la perdita (del lavoro, del tempo) e lo spessore di quelle vite.

YOSHUA OKON, Coyoteria, 2003.

Videoinstallazione, 30 min.
Courtesy Francesca

Kaufmann, Milano.

 
 
 
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Robert Mapplethorpe,

il fotografo americano

morto prematuramente di Aids nel 1989,

che suscitò scalpore!

"POCHI RIESCONO A VEDERE ARTE IN UN NUDO

I PIU' CI VEDONO TRASGRESSIONI E OSCENITA'"

Accusato di pornografia e induzione all'oscenità,

 durante la sua mostra

 The Perfect Moment

 nel 1990 a Cincinnati

- che esponeva sette ritratti sadomaso –

dovette affrontare un processo

 contro gli istituti ufficiali e religiosi.

Oggi l'eco dei suoi scandali

 non si è ancora placato

"L'INQUISIZIONE ESISTE ANCORA"

 

 

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