pilarmivida

Fenomenologia del cartone animato.

Nella biblioteca dove lavora Pilar è possibile prendere in prestito i dvd.
Non sono tantissimi, ma soddisfano ogni tipo di palato.
Anche per i bambini, ce ne sono una caterva: dai classici di Walt Disney alle ultime bestiate tipo le Winx (per bambine fèscie).
Così Pilar non ha potuto fare a meno di notare quanto siano cambiati i cartoni e i bambocci. Cioè:

-una volta, i cartoni animati avevano una trama ben precisa, uno svolgimento e una conclusione più che logica. Tipo: Lupin decide di rubare un quadro, frega Zenigata che lo rincorre ma lui riesce a scappare. Ora questo non succede più. Se chiedete ad un qualsiasi marmocchio di raccontarvi cos'è successo nella puntata di "Yu-gi-oh!"(già difficile pronunciarlo), vi tirerà in ballo mostri, macchinari infernali, trucchi della madonna... ma non sarà mai in grado di dirvi PERCHè o COME sono accaduti certi fatti.

- una volta, i cartoni animati avevano protagonisti molto ben caratterizzati e anche quando erano più di uno, venivano comunque studiate delle sfaccettature del carattere che li rendevano assolutamente riconoscibili. prendiamo ad esempio le tre figonze di Occhi di Gatto... erano tutte dotate di caratteristiche uniche: la piccolina maschiaccia, la vecchia seria e cervellona, e la gnoccolona elegante. I cartoni animati di oggi è già tanto se hanno dei protagonisti fissi: spariscono, muoiono e ricompaiono come se nulla fosse. Possono anche esserci dieci protagonisti, ma sono tutti uguali e nessuno fa la differenza nello sviluppo della vicenda.

- una volta i cartoni animati avevano un messaggio di fondo, o perlomeno suscitavano sentimenti nei bambini che seguivano le storie. Pilar, ad esempio, piangeva calde lacrime quando guardava Georgie: l'unico cartone che l'ha tenuta incollata alla TV metà della sua vita per vedere chi avrebbe scelto tra Terence-il-misterioso e il suo fratellastro. Oggi i cartoni fanno un gran casino e non si capisce nulla lo stesso: è una gran mostra di trucchi magici ed effetti speciali spaccatimapani che non arrivano mai al dunque.


Eh, non ci sono più i cartoni di una volta... disse Nonna Pilar.

Galeotto fu il Mojito

La sera del 25 aprile Pilar stava imprecando mentre cercava un parcheggio vicino al locale. Un posto infame, quello: sulla superstrada, pochi posti auto e ghiaia perennemente fradicia. Però quella sera non aveva voglia di stare a casa, così aveva accettato l'invito di alcune amiche con cui esce raramente.
Stranamente, era un po'in ritardo, ma poco le importava: voleva solo stare un po'fuori, bere qualche schifezza e tornare a casa.

Entra nel cortile poco illuminato e avvicinandosi all'ingresso non può fare a meno di notare Lui che, in piedi con le mani nelle tasche dei jeans, la giacca di pelle nera e i capelli scuri un po'scompigliati, sta certamente aspettando una figonza tutta imbellettata  . Presa com'è a frugare nella borsa cercando il cellulare che sta squillando, non ha tempo di pensare ad altro; gli passa accanto e lui sembra non vederla affatto.
Poco dopo, dentro il locale, si ritrovano seduti uno accanto all'altra, con un'espressione un po'mogia che sembra voler dire "Ma cosa cavolo ci faccio, qui??!".
Ma non si notano ancora.
Allora succede che arrivano le ordinazioni ed entrambi cominciano a sorseggiare dai rispettivi bicchieri. Ed ecco che Miss Delicatezza esclama: "Maccheschifèzza è??".
Ed ecco che Lui risponde: "Anche il mio fa schifo... tu cos'hai preso?"
Lei: Mojito
Lui: Anche io
Lei: E cosa cavolo c'è dentro?
Lui: Bho sembrano verdure!
Lei: davvero, somigliano a... verze??!
Ed ecco che si ritrovano a snobbare le rispettive compagnie e a chiacchierare tutta la sera.
Ed ecco come una Lady qualunque ha incontrato il Mister capace di sopportarla...

                                             

La forza dell'autoconvinzione (ovvero: pensiero frivolo di un'uggiosa domenica pomeriggio).

Quando Miss Pil fa sciòpping è particolarmente scassapalle e complicata.
Tutto ha inizio da una sua concezione: non è LEI a dover cercare ciò di cui ha bisogno, bensì devono essere GLI OGGETTI a chiamare lei.
Cioè:
Se Pilar va in giro alla ricerca delle scarpe, povera lei, non troverà mai quelle che le piacciono. Perchè se c'è il numero, non c'è il colore. Se c'è il modello, non c'è il numero. E via di sfighe simili.
Ma dopo anni e anni di sperimentazioni scientifiche pocedenti per tentativi ed errori, Pilar ha trovato il modo di fregare la signora Sfiga (fragare per modo di dire, perchè tanto Lei vince sempre, cazzo).

In pratica finziona così: la fatina sa perfettamente ciò di cui ha bisogno, per esempio...chessò, un cappotto. Se uscisse di casa e girasse all'infinito per negozi, non troverebbe mai quello che le piace e che le sta bene addosso. Così, lady Pilar si AUTOCONVINCE di non aver bisogno assolutamente di nulla: lei esce di casa PER CASO, togliendosi dalla testa il cappotto. Ed ecco fregata la Signora Sfiga, perchè dopo poco Pilar troverà CERTAMENTE il cappotto che le piace, della taglia giusta e del colore perfetto.
E' solo una questione di autoconvinzione.

Adesso basta, perchè un pensiero frivolo non può mica occupare tutto questo spazio.

Con le pinne, fucile ed occhiali

Location: Grecia, isola di Cefalonia, spiaggia piccina piccina
Anno: bho, sarà stato il duemila o giù di lì

Pilar e sua sorella sono sdraiate a prendere il sole. Intorno, solo qualche turista straniero che ama la pace e la natura incontaminata di quel luogo.
Ma ecco che il papone decide di andare a fare delle immersioni: col costume che galleggia intorno al sederone e il boccaglio che spunta fuori dall'acqua limpida, il signor Michele sembra divertirsi come un bimbo che sguazza nella piscinotta gonfiabile.
Pilar e sorella ascoltano le cicale.
Sole caldo e asciutto.
Nulla potrebbe rovinare quest'atmosfera, a meno che...

Il papo riemerge dall'acqua, coi baffoni grondanti e l'aria soddisfatta, desideroso di comunicare al mondo intero la scoperta fatta:
"Dèr àr mèni RICH!"


Pilar ci mette un po'a realizzare che quel fuoriditesta è il suo genitore: Ci...sono...tanti...RICCHI???

Non contento, mister Michele decide di ribadire IN INGLESE la sua sensazionale scoperta: "Dèr àr mèni RICH! RICH!...RICH!"

Intorno a lui, solo sguardi compassionevoli.
Il papo torna sulla spiaggia dalle figliole... "Uè, ma che musoni, questi inglesi..."

Che hai detto??

Da qualche tempo il papo di Pilar ha qualche problemuccio d'udito... stamattina, infatti...

Papo: (con l'accento napoletano che gli viene quand'è incazzato) hai dormito bbène, eh!
Pil: mha, veramente... se qualcuno passa l'aspirapolvere in camera è un po'difficile dormire...
Papo: (a voce alta) macheddici, questo si sente poco poco!
Pil: eeehh?? papo, 'sto tartarugone fa un casino...
Papo: (scocciato, voce più alta) eh, allora passalo tu la prossima volta!
Pil: infatti, dovevo passarlo io... da sveglia, naturalmente... Ma poi, perchè stai urlando??
Papo: ecchiurla??
Pil: ...??...
Papo: siete tutti voi che parlate sempre a bbassa voce!
Pil: ma se tutti ti dicono che stai urlando e che non ci senti bene, magari dovresti farci un pensierino!
Papo: maccheddici!!?? Io ci sento benissimo!
Pil: sì, vabbè... vado a lavarmi, và...
Papo: eh sì, sì, usa i tuoi termini da giovane, così mi fai sentire pure vecchio!
Pil: ma quali "termini da giovane"?? ho detto che vado a lavarmi!!!!

Mi sa che Pilar ha trovato un regalo da fare al papo per Natale...