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JULES BIANCHI E' TORNATO IN FRANCIA

Post n°4270 pubblicato il 19 Novembre 2014 da metrlor
 

Jules Bianchi è stato rimpatriato in Francia, le sue condizioni restano critiche anche se non è più in coma artificiale e respira autonomamente. Lo ha comunicato la famiglia del pilota francese infortunato gravemente in un incidente durante lo scorso Gran Premio del Giappone a Suzuka a causa del violento impatto contro una gru che stava rimuovendo una vettura dalla pista.

“Sono passate quasi sette settimane dopo l’incidente di Jules a Suzuka, nelle quali si sono susseguite sfide e periodi di terapia neurologica intensiva. Siamo in grado di annunciarvi che Jules ha fatto un importante salto in avanti: non è più in coma artificiale, nel quale è stato indotto dopo l’incidente,tuttavia è ancora privo di conoscenza. Respira privo di aiuti, e i suoi segni vitali sono stabili, ma le sue condizioni sono ancora classificate come critiche. Il trattamento entra ora in una nuova fase, volta a migliorare le sue funzioni celebrali.”

“Le sue condizioni neurologiche rimangono stabili. Nonostante la situazione generale continui a rimanere seria, si è deciso che nostro figlio fosse in grado di essere trasferito nella nativa Francia. Abbiamo optato per un trasferimento aereo avvenuto la scorsa notte da Mie General Medical Center a Le Centre Hospitalier Universitaire di Nizza, dove e giunto poco fa. Jules si trova in terapia intensiva, sotto l’equipe guidata dai Professri Raucoules ed Ichai, mentre verrà monitorato a stretto contatto dal Professor Paquis, Capo del reparto di Neurochirurgia.”

“Siamo grati che la fase successiva del trattamento al quale è sottoposto Jules possa continuare vicino casa, dove può essere circondato e supportato da famiglia e amici. Non possiamo che elogiare il personale del Mie General Medical Center: abbiamo un enorme debito di gratitudine nei loro confronti per tutto quello che hanno fatto per Jules e per la nostra famiglia durante momenti così difficili. In particolare vorremmo ringraziare i Dottori Kamei ed Yamamichi, congiuntamente al Signor Ogura, e tutta l’equipe medica che ha seguito Jules in Giappone.”

 
 
 

GP ABU DHABI, IL PUNTO DI VISTA PIRELLI

Post n°4269 pubblicato il 19 Novembre 2014 da metrlor
 

Abu Dhabi è la sede dell’ultimo Gran Premio della stagione, dove scenderanno in pista gli pneumatici soft e supersoft: una scelta più “morbida” rispetto allo scorso anno, quando vennero scelte gomme medie e soft.
Yas Marina è un circuito che Pirelli conosce bene: qui, infatti, l’azienda ha effettuato parte dei suoi test privati prima di entrare in Formula Uno nel 2011. Inoltre, il circuito di Abu Dhabi è sede dei test ufficiali in-season, che ospiterà infatti il martedì e il mercoledì dopo il Gran Premio.
La pista è nota per il suo asfalto liscio, con tante curve a 90° e un rettilineo importante. L’altra caratteristica distintiva di questo Gran Premio è che, come in Bahrain, inizia nel tardo pomeriggio e si conclude in serata – il che significa che il tracciato tende a raffreddarsi con lo svolgersi della gara; e questo influisce anche sulle strategie.
Quest’anno verranno assegnati doppi punti, quindi la posta in gioco è ancora più alta e le squadre saranno concentrate più che mai sulla strategia.
Le condizioni atmosferiche tendono al caldo; la pista è adatta alle mescole supersoft e soft, le gomme più veloci della gamma Pirelli.

Paul Hemberydirettore Motorsport Pirelli: “E’ sempre un piacere tornare ad Abu Dhabi. La gara di quest’anno sarà ancora più significativa, poiché è qui che si deciderà il Campionato piloti.
Normalmente la strategia è fortemente influenzata dall’inusuale evoluzione della pista, dovuta al calo di temperature del tardo pomeriggio. Anche in Bahrain è stato così: ed abbiamo assistito ad una delle gare più emozionanti della stagione.
Le sessioni di prove libere saranno particolarmente importanti, poiché le squadre cercheranno di raccogliere quante più informazioni possibili sull’interazione tra vettura e gomme, non solo con diversi carichi di benzina ma anche con temperature della pista diverse. Con tanti punti in palio, c’è la possibilità che i Team che hanno meno da perdere provino delle strategie inaspettate”.

Jean Alesi, consulente tecnico Pirelli: “Un altro circuito dove non ho mai guidato una F.1. Ma che mi piace molto, soprattutto per l’alto livello di sicurezza e per il lungo rettilineo che con il sistema DRS consente più facilmente di altri i sorpassi. Con il GP che parte alle 17 locali, si corre in condizioni di forte cambiamento in corso di gara. Questo è un aspetto che non dà problemi particolari per il fatto della luce calante: con l’illuminazione artificiale, il pilota vi si adatta benissimo. La maggior difficoltà viene dall’abbassarsi della temperatura ambientale, che finisce per incidere molto sulla condizione dell’asfalto e quindi sulla resa degli pneumatici. Diventa quindi fondamentale l’adattamento al cambiare della situazione, con scelte anche difficili a livello di pressione delle gomme”.

Il circuito dal punto di vista degli pneumatici:

Il P Zero Red supersoft è una mescola low working range, in grado quindi di assicurare una prestazione ottimale anche a basse temperature. Il P Zero Yellow soft è una mescola high working range. Con le due mescole più morbide della gamma a disposizione, portare le gomme alla temperatura ideale non dovrebbe essere un problema.

Possiamo aspettarci un certo degrado termico che potrà influenzare le strategie e gli assetti delle monoposto. La prima e la terza sessione di prove libere si corrono di solito in condizioni non rappresentative di ciò che si troverà in qualifica e in gara, a causa delle altissime temperature a quell’ora del giorno.

La prima parte del circuito presenta una serie ininterrotta di curve, che mettono alla prova gli pneumatici. Le coperture hanno la possibilità di raffreddarsi poi sul lungo rettilineo, che viene percorso dalle monoposto a tutto gas per circa 15 secondi.

Per ottenere la massima trazione ad Abu Dhabi, le monoposto tendono ad avere un assetto morbido al posteriore, ma questo può causare un aumento dell’usura proprio delle gomme posteriori. Anche se il set-up è troppo rigido nella parte posteriore, può verificarsi un problema: si può avere un pattinamento delle gomme che ne riduce la durata.

La strategia vincente dello scorso anno fu a due soste: Sebastian Vettel, Red Bull, partì con le mescole soft per poi montare le medium al 14° giro, infine cambiò ancora con le medium al 37° giro senza mai perdere la posizione di leader.

 
 
 

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