paese reale

Ora che le urne stanno per chiudersi ed il primo turno delle elezioni amministrative si avvia a conclusione, una considerazione è doverosa. Essa riguarda la cosiddetta "Sinistra" avellinese, presentatasi in ordine sparso a queste elezioni. Per la maggior parte nelle fila del "Centrosinistra alternativo", formula assolutamente indigena per inglobare insieme esponenti della sinistra moderata e di quella più radicale, con popolari illuminati di formazione democristiana, senza una identità comune né un habitus condiviso. Ma l'esclusivo scopo elettorale di strappare i consensi giusti per conquistare un'adeguata rappresentanza in Consiglio comunale. Un'operazione non inedita, visto che la formula è stata riproposta nuovamente dopo le esperienze che avevano portato all'elezione dei candidati sindaci Gengaro e Giordano, ottenendo pure un consigliere provinciale: a quel tempo, lo stesso Amalio Santoro, che ora corre per la fascia tricolore. Sempre, confermando la "vocazione minoritaria" della Sinistra nella città di Avellino. 
Tuttavia, ogni volta, il peccato originale è stato quello di provare soltanto a mettere insieme una squadra dignitosa per le amministrative, senza però avere una prospettiva a lungo termine. Privi di una struttura organizzativa efficace, quelli della lista del centrosinistra alternativo si sono puntualmente persi per strada, rincorrendo gli esiti della competizione elettorale e, ad urne chiuse, hanno dissipato i frutti, pur significativi, colti nel confronto appena terminato. 
Così, azzerate ogni volta le idealità portate avanti, la coazione a ripetere li ha condotti a riprovarci, senza alcuna radicazione dentro la città ed i suoi quartieri popolari, da dove sarebbe stato più giusto iniziare. Adesso, a meno di risultati eccezionali, il candidato sindaco di "Si può" dovrebbe entrare in Consiglio. Almeno lui, oppure in compagnia di un altro rappresentante della lista. E stavolta auspichiamo che non si rinnovi l'errore degli anni scorsi, affinché si costruisca una formazione finalmente organizzata, che interpreti in modo costante le istanze "alternative" di quanti li hanno votati e di quelli che un giorno potrebbero votarli.