Creato da Giur il 15/09/2006
blog per alunni (e famiglie) che si avvalgono dell'ora di religione

Chi sono

Mi chiamo Giovanni Giuranna. Sono un insegnante di religione cattolica in servizio presso l'I.C. Salvatore Quasimodo (15 ore) e la S.M.S. Via Moscati-Mameli (3 ore) di Milano.

Reli John è un blog rivolto agli alunni (e alle loro famiglie) su cui pubblico i materiali e gli strumenti di approfondimento proposti durante l’anno scolastico (testi, brevi video, link di approfondimento, ecc...).

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« QUANDO LA LAICITA' FA P...BUON 2008 »

SULL'ARTICOLO DEL PROF. ODIFREDDI

Post n°378 pubblicato il 31 Dicembre 2007 da Giur
 
Foto di Giur

Ieri su Repubblica ho letto con interesse l'articolo di Piergiorgio Odifreddi "Il Pd, la laicità e la vergogna".

Non condivido tuttavia il suo ragionamento e provo a rispondergli brevemente in forma di tesi:

1. Laicità non è sinonimo di ateismo (ci sono credenti e atei profondamente laici ed altri - credenti e atei - fortemente ideologizzati).

2. La fede religiosa non è assimilabile all'astrologia e allo spiritismo. Per comprendere lo “sguardo religioso” un po' di ermeneutica è utile.

3. Non bisogna mai confondere scienza e scientismo (un approccio autenticamente scientifico non assolutizza sé stesso).

4. La razionalità scientifica non è l'unica forma di razionalità al di fuori della quale si entra nel mondo dell'irrazionale.

5. Com'è riduttivo pensare che le «visioni del mondo antitetiche a quella scientifica» debbano essere «confinate (sic!) nel campo individuale»...

6. La senatrice Paola Binetti è certamente cattolica, ma non tutti i cattolici si riconoscono nelle sue prese di posizione.

7. Contro la concezione di laicità espressa dal prof. Odifreddi («agire come se la religione e la Chiesa non ci fossero, senza naturalmente far nulla affinché non ci siano») mi pare saggio ripartire dalla sintesi raggiunta nella versione definitiva del manifesto del Partito Democratico («Noi concepiamo la laicità non come un'ideologia antireligiosa e neppure come il luogo di una presunta e illusoria neutralità, ma come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali e dei convincimenti morali, come riconoscimento della piena cittadinanza – dunque della rilevanza nella sfera pubblica, non solo privata – delle religioni. Le energie morali che scaturiscono dall’esperienza religiosa, quando riconoscono il valore del pluralismo, secondo noi rappresentano infatti un elemento vitale della democrazia»).

8. Il motto risorgimentale «libera Chiesa in libero Stato» può essere considerato il punto di partenza per costruire una società che sia capace di mettere in dialogo le diverse prospettive di senso e di trovare, di volta in volta, soluzioni sufficientemente condivise.

 
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