Creato da progettoeconomia il 17/01/2007
leggete questa nuova teoria che potrebbe rivoluzionare l'economia e il mondo del lavoro

INTRODUZIONE

La situazione dell’economia mondiale è sotto gli occhi di tutti. Sempre più ampie fasce della popolazione mondiale non riescono più a permettersi i beni fondamentali per vivere in modo dignitoso. Il problema della povertà di alcuni popoli c’è sempre stato ma ora la situazione si sta aggravando anche in paesi fino a poco tempo fa considerati ricchi. E’ una situazione intollerabile. E’ intollerabile proprio perché nasce da un distorto e ingiusto modo di organizzare l’economia e non da un’oggettiva impossibilità nel nutrire, educare e prendersi cura di tutta la popolazione mondiale. A questo punto occorre davvero fare qualcosa. Occorre organizzare un grande cambiamento nel modo in cui viene gestita e organizzata l’economia dei popoli.

 

INTRODUZIONE continua....

Occorre un governo economico mondiale, o quantomeno che alcune nazioni del mondo si alleino e comincino ad innescare questo processo. Questo governo economico internazionale dovrà partire da presupposti completamente nuovi. I paesi che aderiranno dovranno scrivere nelle loro costituzioni che i cittadini hanno alcuni nuovi diritti di tipo sociale che non sono mai stati stabiliti in nessuna costituzione ma che devono essere considerati irrinunciabili nel mondo del 21 secolo. Chi dice che ciò non è possibile sta dicendo una menzogna e sta difendendo una gestione dell’economia ingiusta e asservita ai privilegi di una minoranza. La società di oggi deve essere in grado di garantire ad ogni individuo una serie di nuovi diritti fondamentali (1): mangiare, essere curato in caso di malattia, avere una casa, poter ricevere un’educazione. Nel corso dei secoli, e con grandi sforzi, sono stati progressivamente riconosciuti alle persone alcuni diritti fondamentali come la libertà di espressione, il diritto di voto etc etc. Ora, la nostra conoscenza e il nostro livello tecnologico, ci permettono di aggiungere ad essi gli altri quattro diritti fondamentali che ho citato poco fa. Essi devono essere riconosciuti come patrimonio dell’umanità. E’ una sfida alla nostra portata. Possiamo vincerla.

 

INTRODUZIONE continuazione........

Per poterla vincere dobbiamo però prima cambiare i fondamenti del nostro sistema economico. La crisi economica iniziata nell’agosto 2007 con l’esplosione dei mutui subprime, una droga economica (2) che aveva permesso al sistema economico di continuare a sopravvivere pur essendo strutturalmente inadeguato e ingiusto, ci ha ora portato nella situazione che tutti conosciamo. Bisogna ora creare un nuovo modello economico che sappia valorizzare gli insegnamenti che ci vengono dalla nostra storia. Occorre costruire un modello economico che prenda ciò che di buono c’era nei sistemi economici comunisti e capitalisti e ne scarti invece gli errori e le storture. Un modello che abbia come pilastri l’idea comunista che lo stato deve prendersi cura di tutti i suoi cittadini e parallelamente l’idea capitalista che chi si impegna e ha talento deve avere la possibilità di guadagnare di più. In altre parole un modello economico che coniughi la solidarietà verso tutti con la premiazione del merito. In parole più strettamente economiche occorre creare un modello economico che permetta di creare un superwelfare a protezione di tutti i cittadini e nello stesso tempo permetta la creazione di un sistema economico improntato alle regole del liberismo più totale (3).

 

INTRODUZIONE .......continua......

Il nome da me proposto per questo nuovo modello economico è IEES (4), sistema economico egualitario internazionale. Il suo compito sarà quello di garantire ad ogni cittadino gratuitamente uno standard di vita accettabile e incentivare massimamente l’impegno personale per ridare fiato all’economia. Per far questo occorrerà creare un economia che abbia regole precise, oserei dire statiche e immutabili. Per usare una metafora credo che  occorrerà inserire l’economia all’interno di un recinto (5) ben delimitato, che ci consenta di conoscere alla perfezione le sue caratteristiche e i suoi movimenti. All’interno di questo recinto ci saranno poi zone di totale libertà, dove si potrà fare ciò che si vuole e questo sarà la parte in cui si realizza il liberismo economico. Solo in questo modo si potrà controllare e indirizzare il progresso tecnologico, il fattore più importante a mio avviso nell’ambito dell’economia. Fino ad ora esso ha portato miglioramenti nella nostra vita ma è anche stato un nemico perché ha distrutto molti posti di lavoro, visto che non c’era modo di controllarlo. Ora è tempo che il progresso tecnologico (6), tenuto sotto opportuno controllo, si trasformi unicamente in una opportunità di miglioramento della vita di tutte le popolazioni mondiali e non sia più un fattore di instabilità sociale. Il momento storico è propizio per un grande cambiamento nel modo di gestire l’economia del mondo. Occorre costruire lo IEES affinché esso ci porti stabilità e serenità economica per molto tempo.

 

 

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CHE VERGOGNA PERDERE TELECOM

Post n°44 pubblicato il 05 Aprile 2007 da progettoeconomia

Sarò anche nazionalista, sarò mentalmente limitato, ma devo dire che la prospettiva che telecom finisca in mani americane o messicane mi fa molto arrabbiare.

Ma è possibile che non siamo in grado di avere un industria di telefoni nazionale? ma come può perdere una azienda come telecom? come può avere accumulato tutti quei debiti visto che operava quasi in regime di monopolio? MISTERI IMPERSCRUTABILI!

E poi ti tocca pure vedere tutti questi manager ben vestiti in televisione o sui giornali che dispensano lezioni di alta economia e intanto noi perdiamo i pezzi delle nostre industrie e forse questi si fanno dei bei conti correnti all'estero

 
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IL FUTURO DELL'EUROPA

Post n°42 pubblicato il 26 Marzo 2007 da progettoeconomia

Credo che l'Europa abbia bisogno di un'integrazione ancora più forte.

Ormai i confini nazionali non hanno più senso, occorre che mettiamo insieme le nostre economie, le nostre politiche estere e i nostri eserciti, è tempo di farlo.

 
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QUANTO INCIDE LA POLITICA SULL'ECONOMIA

Post n°41 pubblicato il 21 Marzo 2007 da progettoeconomia
 

Mi viene da dire molto poco. La sensazione è che il PIL cresca o si abbassi per conto suo, senza dipendere dalle decisioni della politica economica del governo. In questo momento per esempio mi sembra che la nostra economia stia andando bene, cioè sta crescendo ma personalmente non credo che sia merito del governo ma piuttosto della crescita delle nostre esportazioni verso la germania che, dopo anni di stagnazione, è tornata a crescere e a importare di più

 
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RICATTI FOTOGRAFICI

Post n°40 pubblicato il 20 Marzo 2007 da progettoeconomia
 

Non avendo un opinione sui ricatti fotografici , provo a farmela con questo post.

primo: ognuno può fare quello che vuole

secondo : se uno vuole evitare di essere visto in determinate situazioni può benissimo evitarlo con un po' di prudenza e di moderazione

terzo: se uno cerca di farmi una foto mentre sono in casa mia allora ho diritto di denunciarlo perchè in casa mia faccio quello che voglio e nessuno mi deve rompere le scatole

QUINDI: anche se non sono sicuro perchè ci ho pensato poco direi che se i paparazzi ti fanno una foto in luogo pubblico hanno il diritto di chiederti soldi per non pubblicarla, se invece vengono a romperti le scatole nelle proprietà private allora devono essere denunciati e puniti severamente

 
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ALCUNI NON PAGANO I MUTUI CASA IN USA

Post n°39 pubblicato il 16 Marzo 2007 da progettoeconomia
 

E' di questi giorni la notizia che alcune grosse società statunitensi che prestano i soldi alla gente per farsi un mutuo per la casa sono in grande difficoltà perchè parecchie persone non riescono a ripagare il mutuo che gli è stato concesso.

Queste società in realtà erogavano mutui a fasce di persone considerate già da subito a rischio di solvibilità, quindi la cosa non è considerata come il sintomo di una difficoltà generale. Tuttavia si parla da tempo in usa del rischio della bolla immobiliare.

E Alan Greenspan, considerato un guru dell'economia, ha da poco dichiarato che c'è il rischio che l'economia usa vada in recessione verso la fine dell'anno.

 
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