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AVETE IL DIRITTO DI VIVERE L’ULTIMA AVVENTURA DELL’UOMO, LA SUA MORTE, COME DESIDERATE?, EUTANASIA, ACCANIMENTO TERAPEUTICO

Post n°8621 pubblicato il 08 Aprile 2016 da psicologiaforense

RIFLESSIONE DELLA SERA. Dall'etica, al diritto, alla fede,  alla medicina  il dibattito sulla "buona morte" interessa ormai tutti i campi del  sapere. Non credo che l'argomento si possa limitare a un dibattito tra laici e credenti ignorando le condizioni di chi si trova a sopportare sofferenze atroci senza trarre beneficio dalle cure mediche e con la certezza di una fine imminente. Né si devono trascurare gli stati d'animo e la prostrazione fisica di coloro che, avendo una persona cara in tale situazione, sono soggetti per necessità o per amore, a una sofferenza parallela non meno difficile da affrontare...

 

 

MORIRE VIVENDO.
RIFLESSIONI SULL'ACCANIMENTO TERAPEUTICO, SULL'EUTANASIA E SULL'ETICA DEL MORIRE


 

Nella maggior parte dei Paesi  occidentali, in altri tempi, chi sopravviveva a un tentativo di suicidio subiva sanzioni di carattere civile e/o penale. Ora, fortunatamente, non è più così. Però, una persona che esprime la volontà di suicidarsi ma non ne ha la possibilità materiale, è indubbiamente impossibilitata a fruire del suo diritto di togliersi la vita. Deve quindi ricorrere a un aiuto esterno. Ma togliere la vita a qualcuno è un omicidio. Richiedere l'intervento di un estraneo comporterebbe infatti questa difficoltà: la contraddizione tra la libertà di obiezione di coscienza dell'operatore eventualmente chiamato a togliere la vita del paziente e il diritto alla morte dell'individuo incapace di procurarsela. Chi non ce la fa più ha il diritto di uscire di scena?  A mio modo di vedere la legge dovrebbe permettere l'eutanasia senza facilitarla, garantendo al paziente le condizioni per una decisione autonoma, non indotta dal bisogno o dal sentimento di esclusione sociale. Si rischia, altrimenti, un'eutanasia al servizio dell'eugenetica: eliminare chi non è ritenuto degno di vivere.

 
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