Creato da: psicologiaforense il 14/01/2006
finchè vita non vi separi
 

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« LA NOTIZIA CURIOSA, SCAM...IL CASO DEL GIORNO, LEZI... »

RIFLESSIONE DELLA SERA, UN GRIDO NEL SILENZIO, VOGLIA DI VIVERE, VOGLIA DI MORIRE, UCCIDERE SE STESSI,

Post n°7879 pubblicato il 17 Aprile 2014 da psicologiaforense

il suicidio costituisce oggi un grave problema di sanità pubblica: nei Paesi occidentali rappresenta infatti la seconda-terza causa di morte nei giovani e l'ottava-nona nei soggetti anziani. Nel 2013 circa due milione di individui si è tolto la vita, mentre circa 30 milioni di persone hanno tentato il suicidio. Ciò significa, in media, una morte per suicidio ogni 20 secondi e un tentativo di suicidio ogni  secondo. Il suicidio è un atto complesso, non ascrivibile a una sola causa......

CONGEDARSI DAL MONDO

 

Il suicidio, come ho scritto altrove,  è il traguardo di un per­corso che comincia dal disagio:  un sentimento di non adeguatezza all'ambiente in cui si vive e di difficoltà nel comunicare con le persone che lo formano.  Il disagio è utile se si limita a mettere in allerta nell'affrontare una nuova situazione, diventa negativo se permane a lungo e genera insicurezza e paura. Allora l'ambiente stimola la fuga e non più il desiderio di adeguarvisi. Una fuga den­tro la psiche: progressivo disinteresse per tutto quanto accade attorno, ritiro dagli affetti per il timore di essere incapace di rispondervi. Ci si chiude, a poco a poco, in una rinuncia che comprende persino il desiderio di fa­re. Il ritiro dalla società e dagli affetti sa già di morte. Una morte psicosociale che permette al corpo di muo­versi cadavere, magari ben ordinato e vestito. Siamo abi­tuati a usare la parola morte solo quando scompare il corpo, ma in realtà sovente e già luttuoso perdere la propria affermazione psicologica e il desiderio di stabili­re relazioni con gli altri, come se nessuno avesse interes­se e bisogno di noi. La morte del proprio corpo libera l'esistenza da ogni pena, toglie da un vicolo cieco e buio da cui non si riesce a uscire, lasciando dietro di sé sol­tanto una scia dolorosa. Uccidere se stessi è il risultato di un fallimento del proprio adeguarsi al mondo: dall'accumulo di continue frustrazioni, fino alla convinzione che le gratificazioni rimangono desideri continuamente traditi.  E allora la vi­ta è male, o meglio «io sono male» come vivente...  

 
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Commenti al Post:
ma.pi2013
ma.pi2013 il 17/04/14 alle 17:44 via WEB
Ci sono categorie di soggetti più a rischio di altre come ad es. gli adolescenti e anche alcune popolazioni speciali (carcerati, forze dell'ordine, depressi, imprenditori in bancarotta). Bisognerebbe concretizzare strategie di prevenzione e trattamento.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 17:52 via WEB
La società presente richiede un successo che accentua la misura di sé col mondo e il confronto con gli altri: prove che possono mostrarci appunto inadeguati. Così ci si può uccidere e il suicidio riesce persino a dare soddisfazione poiché, tra episodi tutti subiti, uno, quello dell'autosoppressione, rende protagonisti e dà una sensazione titanica.
(Rispondi)
 
villari1980
villari1980 il 17/04/14 alle 17:46 via WEB
Oggi se ne parla tantissimo ma il suicidio è un fenomeno complesso, multideterminato, del quale il "tentativo finale" è solo l'ultimo anello. Presente da sempre, in tutte le culture, ad esso sono stati attribuiti significati, valori e disvalori assai differenti.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 17:53 via WEB
Le frustrazioni, nell'attuale momento storico, sono particolarmente facili, per la complessità del mondo sociale e dunque per le continue occasioni di prova e di confronto con altri. Non hanno mai dimensione obiettiva, appartengono ai vissuti, che non si vedono. Per questo può risultare penosa una vita che all'esterno magari è apprezzata. Cosi si spiegano le morti di tanti personaggi oggetto persino di culto e di popolarità. II vissuto si confronta sempre con una dimensione individuale e irripetibile, lontana dalle medie statistiche e dalle misure del buon senso
(Rispondi)
 
villari1980
villari1980 il 17/04/14 alle 17:47 via WEB
fino a poco tempo fa i suicida veniva sepolti in terreno sconsacrato e senza funerale, essendo già dannati.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 17:53 via WEB
Proprio così...
(Rispondi)
 
monellaccio19
monellaccio19 il 17/04/14 alle 17:52 via WEB
E torniamo alla società cieca e assassina per...delega!!! Nessuna pietà, nessuno sguardo verso il debole, il bisognoso, il postulante schiacciato dai suoi problemi. Tante cause, tante ragioni: la solitudine è il campo da gioco preferito da Satana, essere soli con lui, è il peggior viatico per cedergli l'anima. Nessuno s'accorge e se avverte la richiesta o il bisogno d'aiuto, gira la testa, tira dritto. E poi, diciamola tutta: questa rete così fredda e subdola, questo web così arido e killer. Tanti nemici occulti per le povere vittime dell'indifferenza. E noi, maldestri distratti, abbiamo un solo merito: renderci conto del suicidio a...posteriori!!! Buona sera Giuliana. E' Giovedì Santo: casuale il tuo post?
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 18:01 via WEB
Non c'è mai niente di casuale...
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 18:03 via WEB
CIAO CARLETTO:-)))) Un ottimo commento che sposo in toto.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 18:03 via WEB
II suicidio risente dei significati attribuiti alla morte e quanto maggiore e la superficialità con cui è considerata, ridotta magari a puro spettacolo, maggiore sarà il rischio di uccidersi. Ciò accade quando la percezione del tempo si riduce all'attuale attimo e la vita si consuma in un IPERCONCRETO che si abbarbica a ciò che serve ora, senza potersi proiettare, col desiderio, in un futuro. Se muore la dimensione del futuro e più facile uccidersi, morire.
(Rispondi)
 
job1111
job1111 il 17/04/14 alle 18:08 via WEB
Il dramma dei nostri giorni, della crisi globale, di una società senza senso, ma anche di una grandissima fragilità individuale
(Rispondi)
 
sagredo58
sagredo58 il 17/04/14 alle 18:13 via WEB
Il suicidio illude di divino e ci differenzia dagli animali
(Rispondi)
 
Marion20
Marion20 il 17/04/14 alle 19:36 via WEB
Tema molto complesso, quello del suicidio, ritornato drammaticamente di attualità per le numerose morti di imprenditori o semplici lavoratori rimasti senza lavoro. In questi casi sorgono secondo me spontanee due domande: perchè la persona che si uccide è così sola, tanto da annegare o soffocare nella propria disperazione? E in questi casi, anche se provocarsi la mort è sicuramente un atto individuale, il suicidio stesso deve essere riguardato come atto appunto individuale oc'è anche una responsabilità sociale in queste morti? Il male di vivere che accompagna il suicida è tanto forte da superare perfino l'istinto di sopravvivenza, che è innato e naturale in ciascuno di noi, e questo dà la misura di quanto possa essere profondo il disagio provato e la disperazione di non potervi uscire in alcun modo. Sicuramente non aiuta, in questo senso, sia la spettacolarizzazione della morte, il farne uno spettacolo anziché considerarla nel suo giusto valore, cioè non la fine della vita, ma il suo compimento, sia la scarsa considerazione che si ha della vita stessa. Se la vita è ridotta a consumo e aderenza formale ad un modello considerato "giusto" dalla società, essa è svuotata del suo valore più autentico. Davvero una bella riflessione questa che hai proposto! Ciao Marion
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 21:31 via WEB
Vedi Carissima MARION, alla base del suicidio ci sono due sentimenti tra loro diversi :LA COLPA E LA VERGOGNA. La colpa esprime il malessere per non aver realizzato quanto si desiderava o per non essersi comportati come si sarebbe dovuto. Nasce da un confronto tra l'IO attuale e l'IO IDEALE che ognuno porta dentro di sé, in un progetto di miglioramento, guidato dalle esigenze del "dover essere".
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 21:31 via WEB
LA VERGOGNA esprime invece l’ insofferenza per il giudizio degli altri e dunque sorge dallo specchiarsi dentro il «prossimo» con la deformazione di una valutazione negativa. II confronto è tra l'immagine di sé e quella che gli altri percepiscono.
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 17/04/14 alle 21:32 via WEB
Ci si può uccidere per colpa, come nella depressione grave, e per vergogna, quando non si sopporta di apparire in modo differente da come abitualmente avviene (vedi impresari veneti, ecc.)
(Rispondi)
 
maraciccia
maraciccia il 17/04/14 alle 22:45 via WEB
nessuno è male come vivente,ma la vita può diventare invivibile per il male. La lotta deve essere contro il male, qualunque male, e va difesa sempre la dignità della persona..
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 13:42 via WEB
nessuno è male ma moltissimi SI SENTONO di essere il male, la rovina loro e degli altri, ecc... Per questo il depresso uccide prima i suoi cari (che a suo avviso sarebbero destinati ad una vita straziante), poi uccide se stesso.
(Rispondi)
 
 
 
maraciccia
maraciccia il 02/05/14 alle 18:06 via WEB
lo so..grosso modo..
(Rispondi)
 
coloridivita
coloridivita il 17/04/14 alle 22:49 via WEB
Un tema delicatissimo cara Giuly. Ho letto con attenzione questo post e trovo che il male di vivere è un pericolo, ci allontana dai nostri affetti, ci toglie la voglia di condurre un'esistenza serena. Svariate sono le cause che portano a questo gesto estremo e molto spesso chi lo commette è solo e non compreso, forse avrebbe bisogno di qualcuno che lo sostenga e lo stimoli a farsi aiutare. Un bacio cara.
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 13:44 via WEB
E' proprio vero, un tema delicatissimo. Poi bisogna vedere se parliamo di suicidio egoistico, altruistico, anomico o fatalista.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 13:45 via WEB
Un bacione con l'augurio di una serata serena ed appagante.
(Rispondi)
 
boscia.mara
boscia.mara il 18/04/14 alle 06:29 via WEB
Ciao Giuliana...solo colpa e vergogna, dunque? Immaginavo che ci fossero anche l'incapacità di affrontare altre difficoltà. Spesso vengono meno la gioia di vivere e la forza per vivere, forse non sono motivi sufficienti per fare un gesto simile...
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 13:47 via WEB
CIAO!!! Sì nei due enormi CONTENITORI "COLPA" e "VERGOGNA" si trovano tutte le motivazioni del suicidio.
(Rispondi)
 
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 13:51 via WEB
Vedi Carissima MARIA ANTONIETTA, nel suicidio è leggibile l'ostilità trasposta dall'oggetto al soggetto, per cui l'atto suicida è ad un tempo un gesto vendicativo e riparativo, una vendetta e un'espiazione, perchè il suicida recita nel dramma della sua vita il doppio ruolo di colpevole e di vittima innocente
(Rispondi)
 
boscia.mara
boscia.mara il 18/04/14 alle 06:30 via WEB
Ho appena letto del suicidio del capo della security della Telecom...:(
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 14:02 via WEB
E' vero, il capo della sicurezza di Telecom si sarebbe ucciso lanciandosi nel vuoto dal terrazzo dell'ufficio. Un suicidio che lascia "perplessi". E' il secondo capo della sicurezza dell’azienda che si toglie la vita. Il povero Emanuele Insinna, 54 anni, era responsabile della sezione che si occupa dei rapporti tra la rete di Telecom, le Forze Armate e i servizi segreti. Restano TUTTI da chiarire i motivi del gesto. Secondo alcuni si tratta di motivazioni strettamente familiari (separazione dalla moglie), secondo altri la colpa e la vergogna per segreti incoffessabili del suo reparto che si chiama appunto "SEGRETO". E se "fosse stato suicidato"?
(Rispondi)
 
 
 
boscia.mara
boscia.mara il 18/04/14 alle 18:13 via WEB
Eh... :(((
(Rispondi)
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 18/04/14 alle 06:40 via WEB
BUONGIORNO GIULIANA:))
(Rispondi)
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 18/04/14 alle 06:42 via WEB
Fragilità umana che arriva al culmine,così vedo il suicidio.. Persone di cui nessuno ha visto i segnali,ma difficili da tenere lontani dal loro proposito..
(Rispondi)
 
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 18/04/14 alle 06:43 via WEB
Gli adolescenti mi straziano il cuore...così soli..
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 14:03 via WEB
BUON POMERIGGIO CARISSIMA:-))
(Rispondi)
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 14:09 via WEB
L'atto intenzionale con cui ci si toglie la vita prima che un sintomo di forte disagio mentale è un concetto familiare a tutti gli individui "normali" per i quali possiede un valore affettivo, un valore etico e un significato esistenziale. Come tale è oggetto di una valutazione etico-religiosa sia che venga condannato, permesso o addirittura incoraggiato.
(Rispondi)
 
maxited
maxited il 18/04/14 alle 18:32 via WEB
Pienamente ragione...
(Rispondi)
 
 
psicologiaforense
psicologiaforense il 18/04/14 alle 19:36 via WEB
Grazie! Sai, malattie psichiche o fisiche, difficoltà grosse nella vita, SOLITUDINE e ISOLAMENTO generati, anche, dalla "madre di tutte le crisi globali". E ancora, emarginazione e abbandono soprattutto nella terza età, dramma del nonsenso della vita che coglie spesso in condizioni psicologiche precarie, introversione.... tutto questo ed altro ancora (che spesso rimane chiuso nel m istero di ogni uomo) può sconvolgere e perturbare talmente la coscienza da condurre anche la persona più "normale" al suicidio.
(Rispondi)
 
 
 
ferrarioretta
ferrarioretta il 19/04/14 alle 08:34 via WEB
TRANQUILLA...non è il mio caso..SONO TOSTA! ahahahahahahha
(Rispondi)
 
ormalibera
ormalibera il 19/04/14 alle 09:42 via WEB
quando arrivi al pensiero del suicidio sei già oltre i paletti a cui aggrapparti. Chi si uccide non vede altra via d'uscita se non quella. Tolte le pochissime origini esistenziali meditate e profonde restano la solitudine, l'abbandono, il senso di inutilità e fallimento in cui ci si ritrova abbandonati da tutti umani e divinità.
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EasyTouch
EasyTouch il 02/05/14 alle 17:52 via WEB
Trovo queste riflessioni belle e buone, soprattutto per la cautela con cui si articolano. Il suicidio è tutto questo, è anche possibile omicidio (caso del capo della security, ma soprattutto è una decisione. Mio suocero, durante le nostre disquisizioni, dice sempre che non capisce chi si suicida mentre a me viene in mente sempre la morte che si autoimpose Socrate. Sono punti di vista intellettuali. Il dramma di intellettuale non ha nulla e quando qualcuno sta male va fatta qualsiasi cosa e detto assolutamente NIENTE. Saluti.
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