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Messaggi del 02/10/2014

 

RIFLESSIONE DELLA SERA, LA MALATTIA DEL SECOLO

Post n°8033 pubblicato il 02 Ottobre 2014 da psicologiaforense

I disturbi somatici che più frequentemente si accompagnano all'ansia sono palpitazioni, tachi­cardia, spasmi gastrointestinali, diarrea, stipsi, spasmi muscolari, tremori, sudorazioni, senso di costrizione alla gola o in altre sedi, insonnia e cefalea. Sono anche di solito presenti irrequietezza, senso di instabilità emotiva anche quando il pa­ziente è da solo, irritabilità e difficoltà nelle re­lazioni con gli altri...

 

 

 

 

L'ANSIA. UNA STRAORDINARIA FORMA DI EMOZIONE.
 

 

L’ANSIA è  una sensazione di paura in assenza di un pericolo esterno.  A volte,  l'ansia viene scatenata da una situazione esterna  irrile­vante come far la spesa in un centro commerciale,  l'essere soli o in gruppo, il parlare con certe persone, l'attraversare un ponte o la necessità di scrivere una lettera, ecc... Essa viene percepita come una sensazione di in­sicurezza interna e può essere di breve durata ed autolimitantesi; talora, invece, induce un senso di terrore e di allarme o può anche assumere le proporzioni del panico. L'ansia può essere ri­ferita a circostanze o a oggetti specifici (come fo­bia), o a specifiche parti o sistemi dell'organi­smo (come in alcune forme di isterismo di con­versione o nelle affezioni psicosomatiche); può essere così vagamente caratterizzata che il pa­ziente è in grado soltanto di affermare «io non so perché mi sento così sconvolto» (come nelle nevrosi ansiose); può essere il primo segno evi­dente di una rottura con la realtà su base psico­tica (come nei disturbi schizofrenici); può accom­pagnarsi a un comportamento asociale od ostile (come nei disturbi sociopatici e caratteriali). I pazienti talora cercano di narcotizzare la loro an­sia con l'alcool o altre sostanze  oppure  fanno ricorso a una maniera più sociale di combattere l'ansia distraendosi con il lavoro, gli svaghi e gli hob­bies. L'ansietà acuta viene spesso descritta dai pazienti come una sensazione di «perdita di con­trollo» o di «minaccia di morire».

 
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