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Messaggi del 12/12/2014

 

APATICA, IPERSENSIBILE, STRESSATA, VOLUBILE, CAPRICCIOSA, PERFEZIONISTA, IPERATTIVA, EDONISTICA, EVASIVA, DEPRESSA

Post n°8122 pubblicato il 12 Dicembre 2014 da psicologiaforense

Le linee guida dietetiche non sono le stesse per una persona stressata rispetto a un'altra, apatica o perfe­zionista. La dieta deve essere adeguata al nostro modo di essere. In questo post vengono messe in relazio­ne dieci diverse personalità con i prodotti alimentari solitamente usati. Dieci tipologie di dieta che formano altrettanti profili dietetici.

ANCHE IL CIBO DEVE ASSOMIGLIARCI

L'APATICA. E' una persona pigra, che controlla poco i propri impulsi e si deprime perché pensa di mangia­re poco ma di ingrassare lo stesso. Dal lato dietetico è paragonabile a una tartaruga che lentamente, ma ine­sorabilmente, mette su chili. L'esercizio massimo è guardare una partita di tennis alla televisione.  Il modello dietetico: il nostro corpo ha bisogno di alimenti che gli forniscano energia, ma che non fac­ciano ingrassare. Cominciamo col prestare attenzione ai carboidrati complessi (pane, pasta, riso, cereali) ed evitiamo dolci e bevande zuccherate che rubano anco­ra più energia. Cerchiamo di fare ogni giorno un po' di movimento. Non è necessario andare in palestra, basta camminare 30 minuti al giorno. In poco tempo si ridurrà la fatica e ci sentiremo più vitali. Evitiamo: i legumi. Prendiamo: energia da verdure e carni rosse, dal­la frutta, in particolare dall'anguria, dal melone e dalla pera. 

L'IPERSENSIBILE. Al primo problema non risolto, fini­sce con l'arrendersi, col rinunciare, perché si convince che non valga la pena sforzarsi, la sua ipersensibilità la fa sentire debole, fallita. Preda facile, tende a cadere facil­mente in tentazioni. Il modello dietetico: le persone ipersensibili spes­so non fanno la prima colazione del mattino. A causa di questo, sono sotto il minimo, e le prime ore del gior­no non sono per loro particolarmente costruttive. Se si appartiene a questo gruppo, è essenziale fare una corret­ta colazione (preferibilmente con latte scremato, cereali integrali e frutta) per ricaricare le batterie e stare bene per il resto della giornata. Meglio poi non lasciare tra­scorrere molto tempo tra un pasto e l'altro per evitare la tendenza a "spiluccare" qua e là. Infine, avere sempre a portata di mano snack leggeri (sedano, carote, yogurt magro, pomodori, frutta ... ) per superare quei "minimi" senza prendere chiliEvitiamo: la frutta secca perché, anche se è perfet­ta per l'ipersensibile, fa ingrassare se non si tiene sotto controllo la quantità ingerita. Prendiamo: alimenti ricchi di fosforo (latte, carne, uova, pesce ... ): ci aiuteranno a superare le altalene emo­tive e rimanere nel giusto peso. 

LA STRESSATA. Quelli della stressata non sono veri pasti bilanciati. È una persona che spesso ordina pizza a domicilio o si fa prendere per la gola da patatine e caramelle, magari guardando la TV, e di solito usa il cibo per calmare l'ansia, ingerendo qualsiasi cosa.  Il modello dietetico: cerchiamo di mantenere un ordine alimentare e rispettiamo gli orari dei pasti il più possibile. Facciamo una buona colazione (latte, frutta e pane tostato o cereali integrali) e optiamo per una cena leggera, con verdure o insalate. È imperativo prende­re qualcosa a metà mattina e a metà pomeriggio. Non è bene anticipare troppo la cena per non fare poi uno spuntino prima di coricarsi, magari svuotando il frigori­fero a mezzanotte. Evitiamo: bibite e bevande eccitanti e moderiamo il consumo di caffè e tè. Abbandoniamo il tabacco e non prendiamo farmaci per perdere peso perché aumente­ranno le nostre ansie di fronte al cibo. Non abusiamo eccessivamente di dolci per calmare il nervosismo e cerchiamo di non saltare i pasti: il calo di zuccheri può causare un attacco di fame. Prendiamo: latte scremato, cereali integrali, frutta e verdura. Per rilassarci facciamo un'infusione di lime o di melissa al mattino e per la sera mastichiamo gomma dal sapore forte (menta, fragola acida, clorofilla, liquirizia).

L'INCOSTANTE. È quella che passa da una dieta restrittiva, come se volesse punirsi per essere caduta in tentazione, all'utilizzo del cibo come ricompensa, pre­miandosi con un "capriccio", magari dolce, quando si convince che se lo merita, che in fondo si è comporta­ta bene.  Il modello dietetico: è necessario rompere quel rap­porto di ricompensa o punizione che abbiamo nei riguardi del cibo. Anche se ci è concesso prenderci occasionalmente un capriccio, dobbiamo cercare di bilanciare i pasti, ma senza fare una dieta troppo drastica e iper restrittiva. Scegliamo quella mediterranea e lasciamo sta­re l'ultima dieta diventata di moda. Nel nostro caso, non solo non servirà a nulla, ma addirittura diventerà nostra nemica producendo un effetto negativo. Evitiamo: cominciamo a eliminare dalla nostra dieta il cibo spazzatura: patatine fritte, caramelle, hamburger, panini, i fritti e gli impanati. Prendiamo: ogni volta che siamo vittime di un attac­co di fame, optiamo per frutta, verdure crude (sedano, ravanelli, carote ... ) o yogurt magro.

LA CAPRICCIOSA. Non si sente responsabile né di cosa mangia, né della quantità ingerita. Si comporta come una bambina ribelle ingoiando tutto quello che desidera senza alcun tipo di controllo. Di solito, quando è invitata a pranzo, non si nega perché, è convinta, non sia gentile dire di no. Il modello dietetico: bisogna diventare responsabili della nostra alimentazione e, naturalmente, della nostra salute. Teniamo presente che, se non adottiamo questa tattica, qualsiasi tentativo di dieta avrà esito negati­vo. Annotiamo su un diario tutto ciò che mangiamo: ci aiuterà a capire la quantità e qualità che ingeriamo quo­tidianamente. Ma facciamolo con serietà. Evitiamo: gli alimenti "trappola", cioè quelli che non indicano quante calorie contengono, per esempio, i cibi precotti. Eliminiamo dalla nostra dieta gli aperitivi, gli snack e gli alcolici. Non facciamo la spesa a stomaco vuoto e cerchiamo di non saltare i pasti. Infine, se proprio non possiamo eliminare qualche capriccio, scegliamo con attenzione quello più ipocalorico. Prendiamo: se non è possibile resistere alla tentazio­ne del cioccolato, optiamo per quello privo di zuccheri. Ma solo pochi grammi!

LA PERFEZIONISTA. Si colloca tra chi segue la dieta in modo rigoroso, non concedendosi il minimo capriccio, e non è mai soddisfatta dei risultati quando si pesa. La verità è che la perfezionista, come avviene per tutto il resto, si impone un regime spartano ma, dopo pochi giorni perde la pazienza e torna alle vecchie abi­tudini alimentari. Il risultato? Si produce nel suo corpo l'effetto "yo-yo" o rimbalzo, e i chili persi (o anche qual­cosa di più) prendono di nuovo il sopravvento. Il modello dietetico: smettiamo di flagellarci con diete iper-restrittive. Optiamo per una dieta equilibrata e utilizziamo il nostro zelo di perfezionista che porta, ad esempio, a registrare su un foglio tutto ciò che mangia­mo durante la giornata. Prepariamo un elenco dettagliato di tutto il cibo che ci necessita per un'intera settimana e mettiamolo ordinatamente in dispensa e nel frigorifero. Con questo il nostro spirito perfezionista si sentirà sod­disfatto. Evitiamo: rimuoviamo dalla dispensa tutto quello che è dannoso per la nostra dieta e riempiamola, invece, con prodotti gra­devoli, ma leggeri e sani. Prendiamo: cinque pasti al giorno, assumendo solo piccole quantità, e riempiamo la nostra dispensa di frut­ta e verdura.

L’IPERATTIVA. Quasi sempre, mentre mangia, sta facendo qual­cosa di diverso (chiama al telefono, guarda la TV, legge un giornale...). Fa tutto di corsa perché ha fretta o per­ché "mangiucchia" continuamente. Il modello dietetico: è molto importante avere il controllo dei nostri pasti, mangiando, se possibile, nello stesso luogo e negli stessi orari (senza lasciare trascor­rere più di 3 ore tra un pasto e l'altro). È altresì imperativo non far niente mentre si mangia e masticare lentamente. Soprattutto è indispensabile trovare tempo per noi stesse, incluso quello necessario per preparare il cibo e gustarloEvitiamo: di consumare, per quanto possibile, snack e cibi spazzatura e riduciamo anche il consumo di caffè, spesso provoca una "dipendenza" che può risultare nociva nelle varie occasioni della giornata.  Prendiamo: pasta e riso integrale e beviamo tè senza teina e caffè decaffeinato, insieme a succhi di frutta senza zucchero al posto delle bibite gasate.

L'EDONISTA. Per questa persona, mangiare diventa un autentico piacere. Apprezza gli aromi, i sapori e la consistenza del cibo. Tuttavia, l'entusia­smo per la buona tavola la porta a prediligere piatti molto elaborati con salse piccanti, invece di alimen­ti preparati con semplicità. Inoltre, è piacevolmente incantata dai dolci e dagli alimenfi grassi. Il risulta­to? I chili più terribili da smaltire!   Il modello dietetico: non dobbiamo rinunciare al nostro "profilo" di gourmet, ma provare a sosti­tuire i cibi ad alto contenuto di grassi o i dolci con altri più leggeri e sani. È anche importante man­giare lentamente, assaporando ogni boccone. Ricordiamo che il cervello non si sente soddisfat­to fino a 15/20 minuti dopo l'inizio di un pasto. Prendiamocela comoda. Se poi ci piace cucinare, iscriviamoci a un corso di cucina magari etnica ma con basso contenuto calorico. Infine, è necessario dedi­carsi ad attività piacevoli che non abbiano nulla a che fare con il cibo. Evitiamo: caramelle, cibi ricchi di grassi, burro e salse. Prendiamo: diventiamo consumatrici di sughi leggeri, pietanze saporite ma poco caloriche, cibi cotti alla griglia o al vapore ... Non dimentichiamoci di frutta e verdura. Ci è anche concesso di gustare un bicchiere di buon vino rosso  a pranzo.

L'EVASIVA. E' una persona che affronta i suoi problemi con il cibo proprio come fa lo struzzo: nasconde il capo e finge di non capire il perché dei chili di troppo che si ritrova, anche se non mangia poi molto ... È un modo di ingannare se stesse di continuo: la bilancia non mente. Il modello dietetico: il primo passo per risolvere i nostri proble­mi con il cibo è quello di scoprire che cosa c'è di sbagliato. Man­giare, quindi, senza capo né coda, è solo la punta dell'iceberg. Una buona regola è quella di annotare giornalmente ciò che si mangia e, accanto, riportare le nostre emozio­ni di fronte al cibo. Ad esempio, se ci sentivamo arrabbiate o depresse. Poi riflettiamo sui problemi che in quel momento ci preoccupano. Se possibile, facciamolo per iscritto, individuando le possibili soluzio­ni realistiche. Si tratta di imparare ad esprimere quello che sentia­mo, senza doverci rifugiare nel cibo per placare le nostre ansie, i nostri desideri. Evitiamo: quando mangiamo, non assumiamo alcol per sfuggire dalla realtà pesante di ogni giorno. Questo perché, quando saremo disinibite, mangeremo nei momenti in cui non abbiamo fame. E, se non trovia­mo qualche altro rimedio, non spilucchiamo qua e là e non sediamoci a tavola, per evitare di comportarci come una scopa, divorando tutti gli avanzi. Prendiamo: una porzione di cibi ricchi di fibre o protei­ne un'ora prima dei pasti. Mangeremo poi molto meno, senza rendercene conto.

LA DEPRESSA. Cibo e umore sono strettamente col­legati. Per questo motivo, la depressa, quando si sente triste, va alla ricerca affannosa del cibo per recupera­re l'armonia perduta. Chiede l'impossibile per sentirsi meglio, più appagata. Ma il risultato finale è purtroppo lontano da ciò che lei si aspetta, perché rimpinzandosi, senza regole, finisce con l'ingrassare e si sente ancora più triste e amareggiataIl modello dietetico: dobbiamo pensare che mangiare troppo non migliorerà certo il nostro umore, ma peggiorerà la situazione.  Per evitare di cadere in questa trappola sarà opportu­no che il fattore cibo venga sostituito con altri obiettivi positivi che ci possano distrarre, come nuove attività piacevoli, ad esempio, a cui dedicare il nostro tempo e le nostre energie.  Se soffriamo di depressione, dovuta probabilmente a un basso livello di serotonina, dobbiamo stimolare la produzione di questo ormone prendendo carboidrati complessi, perché il loro contenuto di triptofano stimo­la, appunto, la produzione di serotonina. Evitiamo: di passare troppo tempo in casa, da sole, soprattutto se non abbiamo niente di urgente da fare. È molto meglio uscire per distrarsi. Prendiamo: carboidrati complessi quando siamo sco­raggiate e aumentiamo il numero di piccoli pasti per mantenere un livello costante di glicemia e di serotonina.

 
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