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Messaggi del 09/08/2015

 

LA RIFLESSIONE DELLA SERA IN MENO DI 22 RIGHE, IL TEMPO, L'ATTESA, LA VITA

Post n°8373 pubblicato il 09 Agosto 2015 da psicologiaforense

L'ATTESA


L'attesa, se non vuole essere insensata, esige qualcuno atteso qualcuno che finalmente viene, si fa incontrare. In questo senso l'attesa si trasforma in un andare incontro, in un tenersi pronti, vigilanti, desti. L'attesa viene vissuta come un movimento, un dinamismo, un'ansia gioiosa.  I ritmi della vita attuale sempre più convulsi, gli ingranaggi di un sistema che mira a pianificare sempre più il margine dell'imprevisto: tutto deve essere «computerizzato», classificato, neutralizzato, assicurato... Allora che cosa e chi aspettare? Attendere può apparire un'esperienza banale, fonte di noia, quando non di frustrazione: attendere l'autobus, il treno, una per­sona che ti fa perdere tempo; in fila in un ufficio; attendere il gior­no dello stipendio, della magra pensione; attendere l'esito d'un esa­me clinico foriero di brutte notizie; attendere un miglioramento che non viene ... E, puntuali, paiono arrivare solo cose, fatti, incontri rattristanti, notizie non buone, aumenti di prezzi, inconvenienti d'ogni sorta. Se l'esistenza è tutta e solo così, perché non riusciamo a far­ci l'abitudine? Come ci viene in mente di essere così esigenti da va­lutare «meschine», «squallide» certe attese e certe risposte alle atte­se? Non ci sono proprio mai momenti nei quali ad un'attesa tien dietro un incontro, una scoperta, un venire incontro, un lasciarsi scoprire, degni d'essere vissuti? Certo, non possiamo negarlo, queste esperienze le facciamo e so­no fonte di autentica gioia: un antico sapore ritrovato, un luogo, un volto; un rapporto d'amicizia e d'amore ricercato, sofferto, cemen­tato; un servizio, una dedizione scelta come radice di senso per la vi­ta... Tutto questo val la pena d'attenderlo, di cercarlo, d'andargli in­contro, di tendervi con la mente e il cuore.

 
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