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Messaggi del 18/01/2015
Post n°2278 pubblicato il 18 Gennaio 2015 da quinoa1977
“Mario Sironi 1885-1961”
Disegni, cartoni preparatori, riviste, lettere, tra cui un considerevole carteggio con il mondo della cultura del Novecento italiano, e documenti d’archivio per presentare al pubblico nella sua totalità la figura di un artista straordinario del quale lo stesso Picasso tesseva le lodi dicendo: “Avete un grande artista, forse il più grande del momento e non ve ne rendete conto”. Picasso ci aveva messo in guardia ma ci sono voluti più di cinquant’anni e un attento lavoro di revisione critica per riabilitare Sironi e comprendere che è stato e continua a essere un grande maestro di statura europea sempre poco considerato in Italia a causa del suo percorso artistico influenzato dalla vicende politiche di un Paese segnato dalle trasformazioni sociali, dalla tragedia della guerra, dal regine fascista al quale aderì. “Mio zio aderì al fascismo, ma le sue opere sono quelle di un uomo che sapeva cogliere l’aspetto costruttivo e dinamico delle cose, non certo quello propagandistico”, ha dichiarato Romana Sironi, nipote di Mario e responsabile dell’Archivio che porta il suo nome. “La sua arte – ha continuato – è difficile, poco compiacente, crea nello spettatore turbamenti e interrogativi, è un’arte familiare vicina solo a chi cerca la verità della storia dell’uomo, del suo destino, della caducità di quanto lo circonda, della fatica del vivere”. Più di sessant’anni di lavoro che raccontano di una ricerca che è una lezione di tragedia intrisa di drammaticità, tensione, espressività e di monumentalità resa attraverso la solennità, l’equilibrio, il volume, aspetti che Sironi deriva dalla storia e dalla classicità che fin da bambino respira nella Roma del Colosseo, dell’Arco di Tito, della colonna Traiana. “L’arte di Sironi è una lezione di tragedia e la sua pittura è anche una lezione di grandezza”.
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