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Vedi Napoli e poi......

Post n°34 pubblicato il 01 Dicembre 2010 da MILZIADE

 

Vedi Napoli e poi muori....

...dalla puzza e dagli odori.

Quasi tutti mi ripetevano questo ritornello prima della partenza e chi non lo diceva aveva un'espressione che sembrava dirmi:  povero te...  ma chi te lo fa fare...

Ho deciso di trascorrere alcuni giorni a Napoli quasi come se fosse una sfida. Ci sono andato perché sebbene sia stato in 4 continenti, li non avevo ancora messo piede e, per dirla tutta, non mi andava neanche di metterlo.
Mi rendevo conto che il mio disinteresse condito da molta paura era alimentato da tutti quei pregiudizi tipici di chi vive al nord e pensa di sapere tutto solo per cio' che viene raccontato ma senza aver visto.
Insomma tutti i pregiudizi che in maniera divertente sono evidenziati nel film "benvenuti al Sud" erano dentro di me.  
Però l'idea di perdermi, anzi rinunciare, ad una città solo per il sentito dire e per cio' che viene comunemente raccontato, era una cosa che non mi andava.

E cosi' eccomi sul treno verso Napoli.

Arrivo puntuale alla stazione, da li mi oriento abbastanza rapidamente con la metropolitana per arrivare dove ho prenotato il soggiorno  e nel giro di pochi minuti mi trovo a destinazione in un bel quartiere. Una gentile cameriera con un bel sorriso e due occhioni grandi e profondi mi da le istruzioni del caso mettendomi subito a mio agio.  Quel sorriso non sarà l'unico anzi.

Da li in poi comincia la mia esplorazione della città che ovviamente non vi racconto perché sarebbe solo una parte per voi noiosa. Scopritela da soli sarà piu' bello e divertente.
Tralascio anche le bellezze, i panorami, i palazzi, le piazze, gli scorci di un golfo veramente unico. Si sprecano.

Pero' a voi dico che mi sono sentito ridicolo quando consideravo di aver portato con me un cellulare  scrauso del secolo scorso per il timore di un furto mentre vedevo che molti avevano ed usavano tranquillamente lo stesso modello che io, con molta prudenza e tanto pregiudizio, ho lasciato a casa.

Napoli ha il suo colore anzi i suoi colori nei vicoli di San Gregorio Armeno con le bellissime statuette del presepe ed i pupazzetti di Berlusconi insanguinato (ricordate la statuetta del Duomo?)

nella macchina che procede con la ruota di scorta bucata (doppia sfortuna o doppia incuria?),
nel taxi che si fa strada in una stradina stretta piena di gente e di bancarelle senza che si capisca da dove e come sia potuto arrivare,
nella vecchietta ottantenne con un cerchietto sulla testa sul quale sono piantati diversi pupazzetti di natale che s'illuminano a festa,
nel palazzo fatiscente che sembra dover crollare sul negozio sottostante lindo, scintillante ed abbagliante
nella pizza con la mozzarella di bufala che ha un buon sapore che invece qui non avevo ancora mai assaporato sebbene millantata e pagata con abbondante extra. Le papille gustative hanno gioito e non credo fosse per la diossina (lo dico a qualche mio compaesano che sicuramente ricorda la vicenda delle mozzarelle alla diossina....)

C'è colore anche nelle macchine parcheggiate anzi incastrate come in Tetris

e nel cartello di divieto di sosta di un portone a cui è stata aggiunta una scritta a mano: "chiamiamo i vigili" come dire che è meglio prendere sul serio quel divieto.

Davanti a queste cose si puo' sorridere o indignarsi

Io ho scelto la prima.

Con cio' non posso certo dire che Napoli è un paradiso.
I problemi in questa città ci sono e sono tanti e non solo per l'immondizia.
La mia città non la cambierei ma oggi capisco anche che un napoletano mai vorrebbe cambiare la sua città per vivere nella mia e non me la sento piu' di dargli torto.

Scrivere queste poche righe su Napoli è come un atto riparatorio che sento di dover fare nei confronti di questa città che, quando sono partito, mi ha lasciato la nostalgia e la voglia di tornare per ritrovare quegli occhi e quel sorriso che mi hanno sedotto.

(non pensate male.... la cameriera non c'entra)

 

 

 

 
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...

Post n°33 pubblicato il 24 Luglio 2010 da MILZIADE

 

Ogni giorno
Leggo
Guardo
Sento e cerco di tradurre le voci del cuore
Annuso Il vento dei ricordi alla ricerca di sorridenti profumi di un passato 

Sono azioni legate a reconditi pensieri
Elaboro ogni cosa
Ma alla fine taccio.

Non c'è un discorso logico
Non c'è una risposta
Non c'è nulla di sensato che si possa dire
Dovrei rinunciare a questo inutile esercizio ma non posso, non ci riesco
Razionalità e irrazionalità si affrontano ogni volta sul ring delle emozioni e dei sentimenti

Ogni volta finiscono pari
O vanno entrambi al tappeto.
Nessuno esulta

 

 

 
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Quanto siete liberi?

Post n°32 pubblicato il 16 Giugno 2010 da MILZIADE

 

Nella vita reale quanto vi sentite liberi

Di parlare

Di esprimere le vostre idee

Di esternare i vostri sentimenti

Di amare o di lasciare

Di fare le scelte che ritenete più opportune

Di vivere le emozioni che volete e con chi volete

Di sorridere a chi volete e quando volete

Di credere

Di non credere

Di andare o restare dove volete

 

Converrete anche voi che non possiamo mettere una percentuale del 100% ad ognuna delle voci di questo ristretto campionario.

Non vi pesa questa differenza ?

Non vi logora questo  margine che impedisce il raggiungimento di una maggiore libertà ?

Niente di strano se allora si può sentire una certa insoddisfazione per questo divario che difficilmente potrà essere colmato.

Nel silenzio questi pensieri diventano piu' forti

Per tollerarli penso che quel margine sia un tributo necessario alla felicità e alla serenità degli altri o di chi mi è vicino.

Ma non sempre basta per convincermi e così perdo il sorriso.

 

 

 

 

 

 

 
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che compleanno di merda...

Post n°31 pubblicato il 02 Giugno 2010 da MILZIADE

 

Me lo sentivo che oggi non sarebbe stata una bella giornata.

Non è un caso che tutte le feste che mi riguardano direttamente giungano in periodi pieni di tensioni che sfociano in equivoci e litigi. Mi chiedo se inconsciamente non sono io a stimolare tutta questa negatività. Eppure non mi spaventa e non mi irrita aggiungere un anno a quelli che ho già maturato.

Allora cos'è?

Un folletto a cui ho pestato un piede e che per vendetta mi tortura in queste occasioni? Forse la lunaticità tipica dei gemelli che diventa incontenibile in questi giorni?

Nessuna delle due purtroppo....

Dico purtroppo perché dare la colpa a fattori esterni ed incontrollabili sarebbe molto comodo. Debbo invece fare i conti con me stesso e guardarsi dentro non è facile. C'è tanta rabbia che non si "vede" nulla. Tutto viene trascinato verso il centro del vortice, in un buco nero che diventa sempre piu' grande.

Scrivo queste righe solo per me e per cercare cosi' di riprendere in mano una logica ed una razionalità nella confusione che mi attanaglia e le pubblico nel mio blog perché, anche se misconosciuto, mi costringe ad un maggior rigore.

Forse oggi è un giorno di scadenza e bisogna fare il bilancio di cio' che si è fatto, ma bisogna anche fare preventivi e immaginarsi nel futuro.

Magari e questo....

Ho la sensazione che il bilancio del passato sia in rosso e il preventivo

del futuro soffrirà dell'onda lunga della crisi (per usare un termine attuale e inflazionato)

Già,....

non essere contenti di se è una brutta cosa. Si affligge anche chi sta vicino e come logica conseguenza in simili situazioni la solitudine, che non mi è sempre nemica, diventa più logorante e trasmuta in qualcosa di simile all' emarginazione.

Un filosofo disse che alla fine di una vita le cose che contano di piu' sono i buoni rapporti che una persona ha costruito nel corso di un'esistenza. Conoscendomi temo che morirò senza quella consolazione.

Chi è causa del suo mal pianga se stesso....

Io non piango, ma quando mi sento con le spalle al muro gioco la carta della speranza. La speranza che la rabbia, il rancore, l'insoddisfazione e l'incertezza possano essere spazzate via da piu' forti e positivi valori che debbo rinvigorire come in passato.

Mi auguro di averne la forza.  

 

 Non commentate.

Per questa volta guardare ma non toccare. Grazie

 

 
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una corsa

Post n°30 pubblicato il 16 Aprile 2010 da MILZIADE
Foto di MILZIADE

 

11/4/2010 Maratona di Milano

Una settimana fa ero in quel di Milano per correre la mia quinta maratona.

Ripenso ancora a quella competizione e sebbene sia riuscito a "limare" anche se di poco (circa un minuto) il mio miglior tempo personale, non mi sento soddisfatto.

Forse mi ero fatto troppe illusioni dopo mesi di duri allenamenti

Forse un piccolo infortunio a 15 giorni dalla corsa ha pregiudicato qualche equilibrio

Forse non ero a posto con la testa...

E cosi' al 35 km. Ho sentito tutta la stanchezza del mondo piombarmi addosso,

i crampi che cercavano di aggredirmi le gambe

la fatica che saliva rapidamente e in maniera incontrollata.

Al 40 km a tenermi in piedi c'era rimasta solo la volontà di non sprecare tutte le fatiche dei mesi precedenti.

A 150 mt. dall'arrivo sento ancora una forte fitta alla gamba destra.... E no, Basta! adesso non si puo'smettere di correre! Dai!

Finalmente arrivo al tappeto verde e mentre taglio il traguardo sento l'ultimo bip che segna il tempo reale.  

E' tutto finito.

Mentre avanzo faticosamente per ritirare la medaglia, consegnare il chip, e cercare qualcosa con cui ristorarmi sento le gambe gonfie, doloranti ed indolenzite che sembrano gridare: mai piu'!!!.                  Sono uno straccio.

Non è stata la corsa perfetta.

Ma spero ancora di poterla fare.

 

 

 
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