radio e valvole

tutto il mondo delle radio a valvole

Creato da djbaldix il 01/09/2007

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LA MASSIMA DEL GIORNO - PIEMONTESE RADIOTECNICO-

quand chi han smurta' Monteceneri am son bita' a piansi....

....us po nenta smurta' Monteceneri!!!!

TRADUZIONE

quando hanno spento il ripetitore di Monteceneri (Radio Televisione Svizzera in lingua Italiana sui 558 khz) mi sono messo a piangere....

....non si puo spegnere Monteceneri!

 

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imca radio,una storia tutta alessandrina

La IMCA -Industria Meccanica Cartonaggi e Affini,con sede in Alessandria,nasce nei primi anni '30 come ditta produttrice di scatole di cartone e derivati.Il proprietario,Italo Filippa,appassionato radioamatore nel 1935 decise di trasformare l'azienda specializzandola nella produzione di radioricevitori di gran lusso.Per la stagione 1936-'37 presento' i modelli IF 65 ed IF 78.Nel '37-'38 presenta la serie ESAGAMMA dove riscuote un ottimo successo e nel 1949 presenta la prima serie PANGAMMA (la famosa IF 51 nicoletta) dotata per la prima volta della gamma FM - ricordo che le prime radio con l'FM sono apparse sul mercato dopo il 1954 anno in cui la RAI incominciava a fare le prime trasmissioni sperimentali in modulazione di frequenza dalle principali citta' italiane (Torino,Milano,Roma e Napoli).Produsse apparati sia civili che militari,altoparlanti,condensatori e anche apparecchi televisivi; inoltre brevetto' il famoso cambio gamma a tamburo con contatti in argento placcato oro.

Nel 1960 venne assorbita dalla Radiomarelli che produsse apparecchi marcati IMCARADIO fino al 1962 quando chiuse definitivamente i battenti.

Oggi la vecchia sede dell'imcaradio e' ancora presente ed e' sede di un magazzino,dell'ufficio tributi e del Blockbuster; da poco tempo ha anche aperto un negozio di articoli per animali.

 

 

IL CANTO DEL CIGNO ALESSANDRINO

Forse pochi sanno che oltre alla gloriosa IMCA RADIO ad Alessandria c'era un altro produttore di apparecchi radio; la PEBA RADIO.

Nata nel 1949 come tante piccole aziende piu o meno piccole o addirittura piccoli laboratori artigianali in tutta l'Italia per una idea di Pertusati Ferdinando,gia titolare di una attivita' ben avviata di laboratorio riparazione radio-tv.

Punto' anch'esso alla produzione di apparecchi di classe medio-alta con mobili in radica di noce,palissandro o finiture in ebano quasi a scopiazzare la piu famosa e affermata concittadina IMCA RADIO.

La sua produzione cesso' nel 1960 e produsse,specialmente nell'ultimo periodo, le classiche radioline da comodino in plastica della serie "NINNOLO".

Il laboratorio riparazioni radio -tv chiuse verso la meta' degli anni '70.

Un altra storia,purtroppo amara, di una altra azienda alessandrina dedicatasi come tante altre al settore radiotecnico che nell'immediato dopoguerra pareva molto fiorente.

 

 

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CONDENSATORI ELETTROLITICI

Post n°51 pubblicato il 29 Gennaio 2010 da djbaldix

Ciao a tutti, come ben noto agli appassionati di apparecchi valvolari i condensatori elettrolitici presentano una grossa problematica per quanto riguarda i circuiti in cui sono inseriti;infatti con il tempo,mediamente 40 anni, tendono a seccarsi facendo a volte fuoriuscire l'elettrolita oppure dandogli tensione dopo diversi anni di inattivita' vanno inesorabilmente in corto mandando arrosto valvola raddrizzatrice e trasformatore d'alimentazione (peraltro preziosissimo!!!!).

Personalmente quando ho una vecchia radio da riparare sostituisco subito senza indugio i vecchi elettrolitici rispettando naturalmente la tensione di lavoro richiesta , la capacita' e naturalmente la polarita' (pena la distruzione immediata del condensatore o addirittura l'esplosione!!!). Se vi e' spazio a sufficienza lascio il vecchio elettrolitico montato sopra lo chassis della radio ma scollegato elettricamente e sotto saldo i condensatori nuovi.

Dopo questa breve introduzione suula sostituzione pratica di un elettrolitico vediamo come e' fatto e come funziona un condensatore elettrolitico nel dettaglio:

Per disporre di condensatori ad elevata capacità, l'industria settoriale ha prodotto i ben noti condensatori elettrolitici, i quali si distinguono dai modelli fin qui analizzati per essere dei componenti polarizzati. Ma spieghiamoci meglio. I condensatori a mica, ceramici, a carta ed altri ancora, sono dotati di due reofori, ovvero di due fili conduttori o terminali diversamente realizzati, che consentono il collegamento del componente nei circuiti utilizzatori. Sotto l'aspetto pratico, dunque, la loro applicazione non richiede particolari attenzioni, così come si usa fare con le resistenze. Nello schema di figura 1, il filo 1 è stato collegato al morsetto positivo della pila, ma nulla sarebbe cambiato, sotto il profilo elettrico, se i due fili 1 - 2 fossero stati scambiati fra loro. Ecco quindi cosa significa, in realtà, l'espressione "condensatore non polarizzato", con la quale vengono definiti i componenti fin qui esaminati. I condensatori elettrolitici, invece, sono elementi polarizzati, ossia dotati di un terminale positivo e di uno negativo, che debbono essere tenuti nella massima considerazione quando il componente viene montato in un circuito utilizzatore.

     

Fig. 8 - Sulla sinistra è riportato il simbolo elettrico del condensatore elettrolitico. Sulla destra sono raffigurati tre modelli comuni di condensatori elettrolitici, quelli a montaggio verticale (C1 - C2) con le indicazioni delle polarità dei terminali e quello utilizzabile orizzontalmente. In quest'ultimo si nota come il terminale positivo rimanga elettricamente isolato dall'involucro metallico esterno del componente. 

Sulla sinistra di figura 8 è riportato il simbolo elettrico del condensatore elettrolitico, sulla destra della stessa figura appaiono alcuni modelli tra i più comuni attualmente in commercio: quello a montaggio verticale (C1), nel quale, su un lato, sono impressi i simboli della tensione positiva, quello simile (C2) con le sole indicazioni della tensione negativa e quello a montaggio orizzontale (C3) od assiale. In questi tre modelli il terminale positivo è completamente isolato, quello negativo è in contatto elettrico con il contenitore metallico esterno del componente. Per quanto riguarda la composizione interna del condensatore elettrolitico, facciamo riferimento alla figura 9, nella quale il componente è visto, in parte, attraverso una lente di ingrandimento.

Fig. 9 - Il condensatore elettrolitico può essere assimilato ad un condensatore piatto, composto da due fogli di alluminio (part. 1 e 4) di cui uno, nella sua faccia interna, è ossidato (part. 2); fra i due togli di alluminio è interposta una striscia di carta impregnata di una sostanza chimica, che prende il nome di "elettrolita". Gli elementi che compongono il condensatore sono: striscia dì alluminio internamente ossidata (1), faccia ossidata dei foglio di alluminio (2), carta impregnata di elettrolita (3), seconda striscia di alluminio (4), terminale positivo (5), terminale negativo (6).

Come è facile notare, il condensatore elettrolitico presenta una costruzione simile a quella del condensatore a carta illustrata in figura 5. Fra i due fogli di alluminio è inserito il dielettrico, impregnato di una sostanza chimica denominata "elettrolita conduttore". Una delle due facce interne di uno dei due fogli di alluminio è ossidata e, come è noto, l'ossido di alluminio rappresenta un buon isolante e realizza quindi, nel condensatore elettrolitico, un dielettrico molto sottile, che consente di raggiungere elevate capacità con ridotte dimensioni del componente. Si può così comprendere perché questi condensatori prendono il nome di elettrolitici. In essi infatti, pur essendo presenti due fogli di alluminio, la seconda, vera armatura è l'elettrolita e non il foglio di alluminio non ossidato. Costruttivamente, i due fogli di alluminio, fra i quali è interposto l'elettrolita, sono avvolti ed inseriti in un cilindretto contenitore, come indicato in figura 10. 

 

Fig. 10 - Vista in "esploso" di un condensatore elettrolitico. Gli elementi che lo compongono sono: terminali positivo e negativo (1), tappo di gomma (2), contenitore di alluminio (3), condensatore vero e proprio ottenuto dall'avvolgimento delle due strisce di alluminio (4), rivestimento in plastica recante i dati elettrici e le polarità del componente (5).

 In corrispondenza con lo spessore di strato di ossido isolante, i condensatori possono sopportare, impunemente, precisi valori massimi di tensione applicata agli elettrodi. Purtroppo, lo strato di ossido non è sempre uniforme e perfetto e determina, in particolari condizioni, quali l'elevata temperatura o l'eccessiva tensione applicata fra le armature, la cosiddetta "corrente di fuga" del condensatore, che costituisce un parametro difficilmente valutabile, dipendente, in grande misura, dal valore capacitivo e da quello della tensione. La disposizione interna degli elettrodi di un condensatore elettrolitico è chiaramente illustrata in figura 11.

 

Fig. 11 - Disposizione interna degli elettrodi di un condensatore elettrolitico. 11 dielettrico è rappresentato dalla superficie di ossido isolante.   
Concludiamo questo argomento ripetendo ancora una volta che gli elettrolitici non possono essere comunque inseriti nei circuiti utilizzatori, ma soltanto in rispetto delle loro precise polarità, come indicato nello schema a sinistra di figura 12.

Fig. 12 - L'elettrodo positivo del condensatore elettrolitico C deve essere sempre collegato con la linea di alimentazione positiva, come correttamente interpretato nello schema a sinistra. L'inversione delle polarità, effettuata nell'errato collegamento a destra, conduce alla rapida distruzione del componente.

L'inversione delle polarità conduce, in tempi più o meno brevi, alla distruzione del componente.  

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Carlo il 29/05/19 alle 07:03 via WEB
Ciao. Sto cercando di riparare una telefunken 576 ma a cui qualcuno ha tolto almeno un elemento. Vorrei un consiglio su come cercare quello che manca. Ho provato a seguire lo schema della radio ma con scarsi risultati perchè alcune parti non rispecchiano la realtà. La parte mancante si trova tra il tono e il filo che va al trasformatore+altoparlante. Se puoi aiutarmi grazie.
 
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Domanda mia: le valvole accendono in serie?

risposta : si ,sono una a fianco all'altra!

-LA RADIO E' SCORDATA

-GIRANDO FASE E NEUTRO IL TRASFORMATORE SI BRUCIA

-IO CAMBIO TUTTO...TANTO E' ROBA VECCHIA

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I x R

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RADIO A REAZIONE FUORILEGGE!!!!!

sui vari siti internet dedicati alle radio a valvole e sui sacri testi del ravalico ci sono parecchi progetti dedicati ai dilettanti o ai nostalgici quasi sempre costruiti con 1 o 2 valvole al massimo.

Tutti o quasi questi progetti rivelano il segnale audio con il sistema del circuito a REAZIONE.

                         .................E ORA INIZIANO I VOSTRI GUAI.....!!.!!!!!

Forse non tutti sanno che le radio a reazione ,quando sintonizzano l'emittente e sparisce il classico fischio dell'innesco reazione,irradiano dalla stessa antenna usata per captare i segnali radio un fischio o comunque un disturbo che tramite le sue armoniche vanno a disturbare le comunicazioni radio degli aereoplani che trasmettono in MODULAZIONE DI AMPIEZZA.

Fino a qua tutto ancora bene.............ora viene il bello...............................!!!!!

Una legge dell'epoca fascista ,mi sembra del 1932, PROIBIVA L'UTILIZZO,LA FABBRICAZIONE ,LA COMMERCIALIZZAZIONE E ADDIRITTURA LA DETENZIONE DI APPARECCHI RADIO CON SISTEMA DI RIVELAZIONE AUDIO A REAZIONE.

LA PENA ERA L'ARRESTO!!!!!!!  E LA LEGGE NON E' MAI STATA ABROGATA E QUINDI E' ANCORA IN VIGORE!!!!!!

OCCHIO AI FISCHI!!!!!!!!

 
 

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