Creato da lapasserazuccherina il 16/03/2012

Immenso

Preferisco essere abbastanza matto per compiere delle pazzie, piuttosto che abbastanza stupido per credere a delle sciocchezze.

 

 

Danzare sotto la pioggia

Post n°7 pubblicato il 17 Marzo 2012 da lapasserazuccherina

Anche nella tempesta, oltre che nella pioggia, si può sorridere o trovare la danza giusta... non perché la si sottovaluta, ma perché la si affronta come una componente della vita.
D'altronde ben stucchevole, forse arida, la vita sarebbe senza tempeste e senza pioggia.
Sarebbe vita da barca che, per timore delle onde, scegliesse di non muoversi dal porto.

 
 
 

Filo sottile

Post n°6 pubblicato il 17 Marzo 2012 da lapasserazuccherina

 

 

Viviamo tutti su di un filo sottile.
Quel filo sottile che scorre
tra il sorriso ed il pianto,
tra la gioia e il dolore,
tra l'amore e la delusione,
tra l'armonia e la sofferenza,
tra la salute e la malattia,
tra il bene ed il male,
tra la forza e la debolezza,
tra la vita e la morte.
Quel filo sottile su cui siamo tutti acrobati...

 
 
 

Il mare

Post n°5 pubblicato il 17 Marzo 2012 da lapasserazuccherina

«Il mare affascinerà sempre coloro per i quali il disgusto della vita e l’incanto del mistero hanno preceduto i primi dolori, per una sorta di presentimento dell’insufficienza della realtà a soddisfare le loro aspirazioni. Quelli che hanno bisogno di riposo ancor prima di aver conosciuto la stanchezza, il mare li consolerà, li esalterà vagamente.
Il mare non porta, come la terra, le tracce delle fatiche dell’uomo e della sua vita. Nulla vi sosta, nulla vi passa se non fuggevolmente, e quando le barche lo solcano, come svanisce in fretta la loro scia! Di qui la grande purezza del mare, che le cose terrestri non hanno. E quest’acqua Vergine è ben più delicata della terra indurita che soltanto con la zappa si riesce a scalfire. Il passo di un bimbo vi apre un solco profondo con un rumore argentino, e ne spezza per un attimo le sfumature ininterrotte; poi ogni traccia è cancellata, e il mare ridiventa calmo come ai primi giorni del mondo.
Colui che è stanco dei sentieri della terra o che intuisce, prima di averli tentati, quanto siano accidentati e volgari, sarà sedotto dalle pallide vie del mare, più pericolose e più dolci, incerte e solitarie. Là tutto è più misterioso, perfino quelle grandi ombre che a volte fluttuano quietamente sui campi nudi del mare, senza case e senza alberi, e che sono proiettate dalle nubi, celesti villaggi, vaghi fogliami.
Il mare ha l’incanto delle cose che la notte non restano in silenzio, che sono per la nostra vita inquieta una sorta di permesso di dormire, una promessa che il mondo non scomparirà; è come il lumino da notte dei bimbi che, quando brilla, li fa sentire meno soli. Il mare non è separato dal cielo come la terra, è sempre in armonia con i suoi colori, si commuove per le sue sfumature più delicate. Scintilla sotto il sole ed ogni sera sembra morire con lui. Quando poi è scomparso, continua a rimpiangerlo, a conservare un po’ del suo luminoso ricordo, di fronte alla terra uniformemente oscura. E il momento dei suoi riflessi melanconici, così dolci che guardandoli ci si sente struggere il cuore.
Quando è quasi scesa la notte, e il cielo è cupo sulla terra ormai nera, il mare risplende ancora debolmente, non si sa per quale mistero, per quale brillante reliquia del giorno sepolta tra i flutti.
Il mare ravviva la nostra immaginazione, perché non fa pensare alla vita degli uomini; allieta anche la nostra anima perché, al pari dell’anima, è un’aspirazione infinita e mai appagata, uno slancio spezzato di continuo da cadute, un lamento eterno e dolce. Ci incanta al pari della musica, che non reca come il linguaggio la traccia delle cose, che non ci dice nulla degli uomini, ma imita i moti della nostra anima. Il nostro cuore, slanciandosi e poi ricadendo con le loro onde, dimentica i propri cedimenti, e si consola in un’intima armonia tra la propria tristezza e quella del mare, che confonde il suo destino e quello delle cose».

 
 
 

Il mio stato d'animo

Post n°4 pubblicato il 17 Marzo 2012 da lapasserazuccherina

 

 

La poesia è il salvagente 
cui mi aggrappo 
quando tutto sembra svanire. 
Quando il mio cuore gronda 
per lo strazio delle parole che feriscono, dei silenzi che trascinano verso il precipizio. 
Quando sono diventata così impenetrabile 
che neanche l'aria
riesce a passare?

 
 
 

Poesia

Post n°3 pubblicato il 16 Marzo 2012 da lapasserazuccherina

Io credo che nella poesia ogni più brutto sentimento,
o ogni sensazione
venga trasformata.. 
sempre in positivo attraverso le parole..
come si affidasse ad esse 
il compito di ricordare e noi..
di dimenticare.

 
 
 
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