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Messaggi di Ottobre 2017

 

Schegge impazzite

Post n°330 pubblicato il 30 Ottobre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

Resta all'attenzione ancora di questi giorni, la possibilità di una pace durevole nel tempo - anche se focolai in tutto il mondo smentiscono questo auspicio - contrastando le azioni di Kim Jong-un alle prese con lo spettro dell'atomica.

Già nel maggio del 2017 Papa Francesco incontrò il Presidente Trump nella speranza di un dialogo rassicurante riguardo pericoli bellici. In questi momenti di rinnovata attenzione è previsto un nuovo incontro in Vaticano tra il Papa e il Presidente americano: il 10 e l'11 novembre si incontreranno per vedere di arrestare questo insano pericolo. Un pericolo che probabilmente resterà inattuabile perché è auspicabile che già si sappia in quelle Sedi che un ulteriore conflitto armato  - con le armi di questo millennio - non avrebbe ne vinti né vincitori.

Il tentativo di Papa Francesco non è l'unico del Vaticano; infatti restano nella memoria gli sforzi del 1962  con Giovanni XXIII con la crisi dei missili a Cuba; nel 1964 con Paolo VI che nella sede dell'Onu invocò: "Mai più la guerra"; nel 1978 dove Papa Wojtyla è ricordato tra i responsabili della caduta della "cortina di ferro" e nel 1998 fu il primo pontefice a recarsi a Cuba.

Tre episodi che testimoniano l'interesse del Vaticano nella speranza di pace. Una affermazione che ancora oggi resta un auspicio invece che una certezza.

Quando i "grandi della Terra" capiranno che la pace nel mondo è l'unica diplomazia da attuare nella sua totalità, forse, le cose potranno davvero cambiare in una prospettiva migliore. 

 
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Presidi contro docenti

Post n°329 pubblicato il 25 Ottobre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

La scuola già di per sè in perenni difficoltà, si ritrova adesso con una discriminante in più: gli stipendi  dei presidi contro quelli di insegnanti e docenti. In cronaca di Repubblica di oggi viene spiegato come la differenza sia di notevoli proporzioni: 440 euro al mese in più contro gli 85 lordi - sempre che non superino la fascia con gli 80 euro del bonus elargito da Renzi - è una disparità notevole.

L'insegnamento dovrebbe rientrare in quegli argomenti di primaria importanza visto che forma e insegna ai ragazzi non solo la cultura ma anche le basi fondamentali per imparare a muoversi nel giusto modo nella vita. Un insegnante resta un punto di riferimento per gli allievi e non riconoscere il giusto valore, è un errore. Altri paesi europei tengono in alta considerazione la realtà scolastica e in molti di questi, viene considerata la sua efficacia fornendo il meritato sostegno.

L'Italia resta l'ultimo baluardo nelle innovazioni e nei riconoscimenti riguardo a settori di estrema rilevanza come anche la ricerca; un comparto di primario valore lasciato languire nella sopravvivenza, privo di risorse e con un futuro sempre incerto.

 
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La crisi infinita

Post n°328 pubblicato il 24 Ottobre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

Siamo in una crisi finanziari  ormai dal 2008. Nove anni di tensioni economiche che non solo l'Italia ne ha risentito ma anche la maggior parte delle città europee. Una crisi di così prolungate dimensioni, che se messa a confronto con quella, gravissima, del 1929, non ha proporzioni.

"La ripresa non si vede" è il titolo di Internazionale n°1227 del 20/26 ottobre 2017 il quale riporta i dati - apparentemente confortanti - della Agenzia italiana "Gi Group" dove - si legge - alla fine di settembre 2017 ha avuto un incremento del 25% facendo assumere 27.000 persone in un anno. Un segno che - spiega l'articolo - il mercato del lavoro è in netta ripresa dopo un lungo periodo di difficoltà.

Il Fmi - Fondo monetario europeo - prevede che la nostra economia crescerà del 1,3%.

La fiducia delle imprese - si legge  nel settimanale - è aumentata anche grazie agli ultimi dati sulla produzione industriale anche se i sondaggi ribadiscono che molte persone non notano cambiamenti significativi nella loro vita quotidiana. Ciò significa  che nonostante le svariate "assicurazioni" degli analisti del settore, la situazione permane grave.

Le aspettative giovanili di trovare lavoro sono sempre più disilluse; non a caso una percentuale non indifferente è talmente sfiduciata dal non cercarlo neppure.

Le difficoltà sono ancora evidenti e tangibili nonostante l'auspicio di un miglioramento significativo e duraturo, ed è quindi legittimo sospettare che le cause di questa situazione siano state studiate al tavolino dal grande capitale senza scrupoli. Una tattica comunque perdente ma che ha la prepotenza di mettere in ginocchio le popolazioni.

 

 
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I terrestri ammalano la Terra

Post n°327 pubblicato il 21 Ottobre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

In questi giorni ritorna d'attualità il benessere che il verde nelle città - e non solo - porta all'ambiente e a chi lo abita.

Per anni il monopolio dell'industria ha esercitato pressioni a favore del disboscamento; questo è avvenuto non solo riducend il verde cittadino ma riducendo nelle foreste una vegetazione che per il pianeta è fonte di ossigeno; togliere, ridurre notevolmente il verde in queste proporzioni vuol dire mettere la Terra in serie difficoltà.

Oggi ci troviamo a dover far fronte con le maggiori città, europee e mondiali, che producono un inquinamento atmosferico tale da giustificare l'uso delle mascherine per proteggere la nostra salute. Come se queto bastasse; arrivati a dover prendere questo tipo di precauzioni vuol dire che la situazione è davvero drammatica. Restano inutili tutte le conferenze, dibattiti, allarmismi che periodicamente tornano alla ribalta per poi restare fermi perchè gli interessi della grande industria proseguono indefessi nei loro allucinanti profitti.

Continuare imperterriti in questo procedere disastroso, equivale a lasciare alle prossime generazioni l'eredità di un fallimento non solo annunciato bensì in corso d'opera.

 
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Quale unità?

Post n°326 pubblicato il 17 Ottobre 2017 da riccardo081257
Foto di riccardo081257

Il voto di Vienna ha dato la sua preferenza a destra. Una scelta che si allontana dal pensiero europeo avvicinandosi allo scettiscismo di chi dispone una chiusura mentale di fronte al progetto di una Europa globalizzata.

Certo, se per "Europa globalizzata" si continuano a preferire i privilegi monetari, un capitalismo arrogante e insensibile, un distacco dalle problematiche sociali, il nazionalismo all'internazionalismo, continuiamo a restare chiusi nei propri gusci estesi ad una esterofobia che in realtà rivela come la tanto declamata unità europea sia ancora frastagliata dalle differenze di ogni singolo paese; la conclusione non può che essere mantenere il proprio indipendentismo.

Siamo, quindi, pronti per una unità europea? Personalmente ritengo che abbiamo ancora molta strada da fare per arrivare a una risposta affermativa. Le guerre intestine che ancora oggi si presentano sparse per il mondo restano a testimoniare un antagonismo ed un conflitto che difficilmente si vuol risolvere con la ragionevolezza e la diplomazia.

L'unità dei Paesi deve prima arrivare con l'unità dei popoli e questa non la si stabilisce con gli egoismi dei tornaconti.

 
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