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TEATRI

Post n°678 pubblicato il 04 Maggio 2011 da atapo
 

 

SOPRA e SOTTO IL PALCO


Matisse, La danza

Ieri sono andata ad applaudire i miei ex-colleghi, ex da ormai due anni, del gruppo teatrale dell'Università dell'età libera (qualcuno, appassionatissimo, lavora con me anche al teatro in francese). La maggior parte di loro restano fedeli da un anno all'altro, la regista è sempre la stessa, io anche quest'anno ero riuscita una volta ad andare alle loro prove e ci eravamo ritrovati con molto piacere. Mi chiamano ancora VOLPE, dal personaggio che mi “lanciò” il primo anno, si ricordano del mio cappellaccio, del bastone che roteava e della coda spelacchiata...Anche altri hanno mantenuto familiarmente il nome del personaggio che recitarono in quel fortunato spettacolo, si sentono chiamare ancora la BALENA e BIANCANEVE...

Quest'anno i coraggiosi si sono cimentati in “L'ora in cui non sapevamo niente gli uni degli altri”, di Peter Handke, autore contemporaneo austriaco. Un testo mai rappresentato a Firenze, in internet ho trovato traccia di una rappresentazione a Parma due anni fa...credo ce ne siano state poche altre in giro. E' un'opera originale, quasi senza parole, solo gente più o meno strana che passa, si incontra, si scontra anche in modi assurdi, attraverso una piazza. Qualcosa di diverso, a volte incomprensibile, di grosso impegno e precisione organizzativa anche se non c'erano battute da imparare. Tutto l'insieme, gradevole.

Ma il momento più a sorpresa e più bello per me è venuto verso la fine, quando F. è sceso dal palcoscenico, è venuto tra il pubblico, mi ha preso per mano conducendomi sul palco.

Lo stesso invito altri attori hanno rivolto a qualche altro spettatore (presumo abbastanza conosciuto), poi ci hanno coinvolti insieme a tutti loro in una improvvisazione-marcia-danza-girotondo, non saprei come chiamarla, ma so che performances simili fanno parte dei nostri esercizi durante le lezioni, con la quale lo spettacolo è terminato. Come ero contenta di essere lassù “in gioco” con loro, ci sorridevamo a vicenda e mi sentivo leggera e ancora parte di quel bel gruppo...

E oggi ...Cora!

La mia Cora sta prendendo forma, tra posizioni, passi, spostamenti, battute dette, ridette, aggiunte, cambiate...insieme alle altre Cora e agli altri personaggi...tutto dovrà essere perfetto per la fine del mese.

Diventa uno spettacolo anche assistere e partecipare alle prove: si ride agli sbagli e alle papere, ci si rende conto degli effetti che si possono ottenere anche dietro i suggerimenti del regista, spesso c'è bisogno di inserire comparse e si fa presto a diventare per qualche minuto un clown, un invitato, un giornalista...

Stasera mi sono fermata un po' di più a discutere col regista di una scena in cui sarò quasi sola a parlare, scena che ancora non abbiamo provato, ma che secondo me è importante, commovente, quindi difficile, da capire e interpretare bene.

Il regista ha detto che si aspetta molto da me...

 
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