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CORA

Post n°689 pubblicato il 26 Maggio 2011 da atapo
 

 

PROVA GENERALE


Toulouse Lautrec, Ballerina nel camerino


Cora ha preso l'autobus ed è scesa al capolinea. Ora deve camminare una decina di minuti per arrivare al teatro, fa caldo in queste prime ore del pomeriggio e non siamo ancora in estate. Le strade hanno chiazze d'ombra gettata dagli antichi palazzi del centro e Cora cerca di camminare dentro quelle, i suoi tacchi risuonano in modi diversi sulle grandi lastre medievali o sull'asfalto, ci sono pochi altri rumori perchè ci sono pochi passanti e poco traffico, a quest'ora calda, nelle vie.

Ormai quel percorso potrebbe farlo ad occhi chiusi: casa-teatro, teatro casa. Sono le ultime volte...poi ci sarà lo spettacolo...poi...vacanze, progetti, pensieri e desideri per il momento accantonati, chissà...

Nello zainetto, vicino al copione, ha i vestiti di scena, poche cose per cambi rapidi, un fiore per caratterizzare certi momenti importanti della storia.

Fa anche la comparsa, Cora, in alcune scene di gruppo: partecipa ad una festa di compleanno, applaude all'inaugurazione di una nuova casa, diventa apprendista clown. Clown! Non avrebbe mai pensato di finire anche lì, ma il regista l'ha chiamata...per fortuna non si tratta di fare salti mortali!

Poi finalmente sarà LEI, quel personaggio tanto amato, indagato e conosciuto a poco a poco, studiando, immaginando, sentendo che LEI le assomiglia un poco, in certi sentimenti e desideri che prima non avrebbe mai ritenuto possibili e che invece esistevano, ben nascosti nelle pieghe del suo animo, accantonati dagli eventi di una vita reale.

Se Cora fosse LEI...se LEI fosse Cora...ma la vita non è un teatro, sul palcoscenico della tua vita non sempre riesci a dirigere la storia come vorresti...

Il regista ha avuto una grande fiducia in lei: Cora dovrà soffrire in scena, poi subito dopo trasmettere al pubblico una gioia grande, quella di aver raggiunto finalmente un traguardo inseguito da tanto!

Un passaggio difficile, sotto le luci accecanti, sola sulla scena, una sfida che Cora vuole vincere, vuole che il pubblico prima soffra e poi sia felice con lei. Perchè subito dopo la commedia si conclude e l'ultima scena, come quella iniziale, sono le più difficili, quelle che gli spettatori ricorderanno di più, che decideranno il successo dello spettacolo!

Pensa ancora una volta a tutto questo, Cora, mentre cammina verso il teatro, mentre ripassa alcune battute e rivede nella mente alcuni spostamenti sul palco, le entrate e le uscite soprattutto, poi sorride nel ricordare quando, alcuni giorni prima, nell'intervallo tra le prove tutti avevano fatto un salto al bar. Nel tornare verso il teatro, il partner di una scena le aveva chiesto se le andava di ripassare il loro dialogo lì, camminando lungo la strada: tanto, nella commedia dovranno recitare quel pezzo in platea, camminando tra il pubblico! E così avevano fatto, scansando i passanti che li guardavano sbalorditi, era stato divertente...

Ecco la porta socchiusa del teatro, in un antico palazzo. Cora entra, c'è fresco finalmente lì dentro. Abituata al sole esterno, il corridoio le sembra quasi buio. Sotto al palcoscenico, alcuni compagni sono già arrivati, stanno commentando gli abiti di scena, riguardano i copioni appoggiati sulle tavole illuminate del palco...

Via, il lavoro sta per cominciare!


Domani, alle ore 18, presso l'istituto Francese di Firenze, finalmente reciteremo

"Surtout pas un ange"

sceneggiatura originale tratta dal romanzo di J.P. Milovanoff "Tout sauf un ange".

Vorrei che fossimo tutti bravissimi,

vorrei che il pubblico fosse numeroso, che si divertisse

perchè...

...a me sembra una storia molto bella!

 

 

 
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