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POLLICE NERO

Post n°816 pubblicato il 16 Marzo 2012 da atapo
 

BONSAI


Nonostante sia cresciuta in uno straordinario giardino, di cui parlavo qui circa un anno fa,

nonostante la mia mamma avesse un tale pollice verde che metteva i rametti in un bicchier d'acqua e spuntavano le radici...

...io non ho ereditato proprio nulla: pollice nero, nerissimo! A stento riuscivo a far germinare i fagioli negli esperimenti di scienze, delle piante sul terrazzo a Bologna era meglio che se occupasse mio marito, io avrei fatto solo danni, qui a Firenze ancora peggio: non c'è nè terrazzo nè giardino, se vogliamo piante dobbiamo tenerle in casa altrimenti i vasi messi fuori, senza recinzioni, sono ritenuti "omaggi" da sconosciuti passanti e spariscono appena accennano a qualche fioritura, o gelano d'inverno, o bruciano d'estate. Ho già raccontato la triste storia di una bouganville...

Ero riuscita a far crescere due piccoli pini da due pinoli quando avevo i figli piccolissimi, dicevo che ce n'era uno per ognuno...morirono appena dopo il trasloco Bologna-Firenze!

Anche all'interno della mia casa le piante hanno vita grama perchè c'è poca luce, nonostante l'accudire affettuoso di mio marito; spesso il colpo di grazia gli viene dato dai miei figli incaricati di innaffiare quando noi siamo in viaggio. Insomma, se devo ricevere un regalo, io preferisco un bel mazzo di fiori, che già per nascita è destinato a non durare, invece mi si stringe il cuore quando mi regalano una pianta perchè mi illudo...poi finisce sempre allo stesso modo. Spesso a noi insegnanti arrivano queste piantine in dono dagli alunni, dicono: "La terrai per mio ricordo"...sìììì, se dovessi ricordarmi i miei ex scolari attraverso le loro piante, avrei la memoria tabula rasa!

Così provai un brivido di sgomento nel Natale 2010, quando ricevetti dai bambini del corso di francese addirittura UN BONSAI ! Un piccolo ficus contorto con qualche fogliolina in cima ai rametti.

Non solo una pianta dunque, ma anche del tipo più delicato e complicato che ci sia...e a me i bonsai fanno solamente tanta, ma tanta pena! Naturalmente ringraziai apprezzando l'originalità del dono, pensando dentro di me che non sarebbe arrivato nemmeno alla fine delle vacanze natalizie.

Invece le superò, superò indenne l'assenza per il nostro viaggio alle Canarie, affrontò il 2011 con grande resistenza e dignità. Non moriva, ma non cresceva nemmeno; ogni tanto cadeva una fogliolina secca, io pensavo "Ecco, ci siamo, è l'inizio della fine!", ma forse la caduta veniva sostituita nottetempo perchè la pianta sembrava sempre uguale. Intorno a lui una strage: morta l'annuale stella di Natale, morte le piante grasse passione del marito che si succedevano le une alle altre...Io lo guardavo chiedendogli mentalmente che intenzioni avesse.

Alla fine di luglio stavamo per partire per la Basilicata e mi venne un'idea: chiesi a mio marito di portarlo in camper con noi, gli suggerii anche come e dove sistemarlo legando il vaso per resistere al viaggio e per avere più luce possibile. Naturalmente la prima risposta fu: "Ma che ti salta in mente?", poi caricò in camper anche il bonsai, con una pianta grassa "per farsi compagnia". Le prime piante viaggiatrici insieme a noi!

La pianta grassa ci riempì un sedile di spine cadute, il bonsai...cominciò a CRESCERE !!! Nuovi rametti, nuove foglioline, e via così...

Io non so da che parte cominciare per curarlo da vero bonsai e ho paura di far danni col mio pollice nero, così ho deciso di lasciarlo libero, che faccia ciò che vuole!

Ha superato l'inverno, continua a crescere piano, molto piano...ultimamente la parte legnosa mi pare si sia spostata,ha allargato la base, come se volesse stiracchiarsi...

 

Qualche mese fa in un ristorante vidi un ficus bonsai alto circa un metro, pareva il fratello maggiore del mio, mi sorpresi a pensare...ma cambiai subito pensiero, non mi volevo illudere.

Sarà come vorrà il destino, come sempre, anche nella vita delle piante.

Ma mi sto affezionando a questo mio piccolo bonsai disperato...



 
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