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FIGLI

Post n°1142 pubblicato il 12 Agosto 2014 da atapo
 

 

FIGLIO 1 - Ignacio

E' nipote, più che figlio, ma fa lo stesso, è stato ugualmente figlio...

E' la storia di qualche giorno fa, scritta sui giornali e presentata alla TV nei notiziari: la leader delle “nonne di Plaza de Mayo” ha ritrovato dopo 36 anni il nipote, figlio di sua figlia, partorito in prigione, poi dato in adozione e sua madre assassinata. Sono ormai conosciute a tutti le atrocità degli anni del regime argentino così come la lotta indomabile di queste “abuelas” che da molti anni ricercano i nipoti, figli dei loro figli desaparecidos durante la dittatura. E ogni ritrovamento accertato è festa grande.

Mi sono commossa di gioia anch'io per questa notizia: da quando due anni fa in teatro interpretai la parte di una “madre” argentina e lessi molto per capire e recitare al meglio quel personaggio tragico mi è rimasto dentro qualcosa che mi fa partecipare con forza più intensa a ciò che riguarda questo passato... cosa si prova per un figlio che sparisce, per un nipotino di cui non sai quasi nulla e che se hai un po' di fortuna ritrovi adulto, nei cui lineamenti cerchi tracce di chi non c'è più, a cui vorresti poter ridare l'amore e la storia di cui è stato privato...

Una disperazione che diventa enorme coraggio e continua forza in queste nonne, a cui ormai gli anni che passano lasciano tempi sempre più brevi...

http://www.repubblica.it/esteri/2014/08/06/news/argentina_carlotto_ritrova_nipote_desaparecido-93213569/


FIGLIO 2 – Federico

Un'auto con cinque giovani a bordo, stanno tornando a casa poco prima di mezzanotte in una di queste calde sere di agosto. Ragazzi normali, nessuno sballo, niente alcool, solo una serata insieme nel paese di villeggiatura dove alcuni di loro sono ospiti da parenti. Non si sa ancora perché la macchina a un tratto sbanda e si schianta contro un muro con la parte di dietro proprio dove siede Federico, che batte violentemente la testa. Gli altri, tra cui il fratello maggiore di Federico, non si fanno quasi nulla, lui muore in ospedale poche ore dopo. I suoi genitori concedono la donazione degli organi.

Queste persone le conosco bene: la mamma è una delle mie ex colleghe di scuola più care, con cui continuo ad avere rapporti, il babbo è egiziano e molto partecipe alla vita della nostra scuola, i due fratelli erano stati negli scambi in Francia, la sorella minore l'ho conosciuta nei lavori a gruppi con la mia ultima classe. Una famiglia interculturale esemplare, che ebbe negli anni diversi problemi economici e di salute sempre affrontati con forza d'animo e grande cuore, quel cuore che ora ha fatto la scelta di donare gli organi del figlio. Un grande dolore ho provato anch'io per questa tragedia di cui razionalmente si fatica a trovare il senso...

Ieri c'è stato il funerale, gremita la chiesa e la piazza antistante. Tante famiglie perché la famiglia è conosciuta e amata nel quartiere, tantissimi giovani perché Federico aveva molti amici, era un bravo ragazzo normale che si era appena impegnato a superare l'esame di maturità e ancora non aveva deciso che farne della sua vita, ma voleva trovare presto un lavoro per dare una mano in famiglia. Tutti quei ragazzi venuti ieri a salutarlo erano sconvolti, forse è la prima grossa tragedia della loro vita e così assurda, così lontana dai pensieri dei giorni di vacanza... Gli amici hanno letto parole affettuose per lui: “Sei arrivato primo, fra noi, a vedere Dio”

Ciao, esco.” Le sue ultime parole in casa, quella sera. Ma i suoi genitori non potranno più aspettarlo, come facciamo tutti noi genitori, tutte le sere quando i nostri figli escono, con quell' ansia che si dilegua solo quando la porta si apre a notte fonda.

Sto soffrendo molto anch'io per questa morte, confido che i miei amici mantengano la forza che hanno sempre mostrato, che li aiuti a convivere con questo dolore enorme.

http://www.lanazione.it/massa-carrara/incidente-mortale-fosdinovo-federico-salib-1.111529


La vita è anche questo, figli che si ritrovano, figli che si perdono... e genitori in equilibrio instabile, tra bonacce e burrasche.



 
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