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LA MIA FRANCIA 3

Post n°1320 pubblicato il 17 Marzo 2016 da atapo
 
Tag: Francia

VESOUL



 

Quando ho messo la foto e il nome VESOUL come località francese nel box di marzo scommetto che qualche lettore avrà pensato: -Dov'è questo luogo sconosciuto?- e di conseguenza fosse un po' curioso di saperne di più da un mio racconto.

Però il mese di marzo finora è stato un po' frenetico e non mi ha concesso la calma necessaria per parlare di questo... per ricordare e per riorganizzare i ricordi...

VESOUL è una cittadina nell'est della Francia, capoluogo del dipartimento della Haute-Saone, nella regione Franche-Comté, la cui città principale è Besançon: è più chiaro adesso dove si trova?



 

La zona è a sud della più famosa Alsazia, al confine con la Svizzera, è montuosa, ci sono i Vosgi e il Jura, monti non molto alti, ma che le danno la sua principale caratteristica: una regione VERDE! Dunque bellissima dal punto di vista naturalistico: boschi, fiumi, laghi ideali per vacanze riposanti, anche se il clima continentale regala "un mese di caldo infernale e undici mesi di freddo", come diceva la mia amica conosciuta là. E' certo un po' esagerato, ma posso confermare che gli sbalzi termici sono notevoli: anche in estate si può passare in poche ore dalla canottiera al giaccone.

Vesoul è una città piacevole e tranquilla, ha un bel centro storico in stile "renaissance" con edifici in pietra chiara,

 

ha dato i natali al pittore Jean-Léon Gérome (1824-1904) di cui si vedono opere nel museo locale.

Jean-Léon Gérome, autoritratto

Principalmente questa città è conosciuta per LA MOTTE, la collina che si vede nella foto, dalla cima il panorama sul territorio è ampio, ci sono una cappella e i ruderi di un castello: lì sorse il primo nucleo della città, perchè la pianura in basso era paludosa. Molto più di recente per imbrigliare le acque fu creato il lago che si vede nella foto, al limite della città, il lago di Vaivre.


 

Anche questo è un'attrattiva naturalistica, è molto bello, ricco di vegetazione e di uccelli acquatici, vi si pratica la vela. Sulle rive del lago c'è una piccola frazione, Vaivre appunto, quasi tutta costituita da villette mono o bifamiliari attorno ai pochi edifici rurali delle origini.


E come ci sono finita, io, lassù?

Non per vacanza, ma per lavoro!

Il progetto Comenius che ho guidato per tre anni nella mia scuola aveva tra i partners la scuola primaria di Vaivre, che si chiamava "Les Goelands" (iI Gabbiani), in onore non di personaggi famosi, ma dei numerosissimi gabbiani che abitano le rive del lago. Quindi ecco il mio primo viaggio di esplorazione e conoscenza, con altri due colleghi italiani. Lì conobbi A. Che divenne subito mia grande amica, oltre che principale referente nel progetto. Infatti A. è di origini italiane, emigrò lassù a due anni mantenendo l'amore per l'Italia e coltivando la conoscenza della lingua.

Il progetto che attuammo insieme fu bellissimo, ma qui non devo parlare di scuola... però la scuola c'entra sempre perchè l'anno dopo partii in giugno e andai a insegnare due settimane nella scuola di Vaivre.

Cosa insegnavo? Ma l'Italia! Facevo conoscere ad ogni classe il nostro paese, adeguando naturalmente alle diverse età, luoghi, canti, storie, parole... così da rendere familiare il mondo dei bambini italiani ai piccoli francesi con cui erano in corrispondenza. E c'erano da preparare le settimane in cui i bambini italiani sarebbero andati in visita a Vaivre...

In quei quindici giorni con l'aiuto di A. e dei suoi gentilissimi colleghi conobbi al meglio luoghi, storie e persone e... come prevedibile mi ci affezionai moltissimo!

Cosicchè quando nell'anno ancora successivo tornai per la prima volta con le classi... arrivati alla stazione di Vesoul vidi i bambini e i loro genitori che ci aspettavano sul marciapiede, battevano le mani e sventolavano una grande bandiera italiana trovata in soffitta... io mi sentii veramente a casa, come poche volte mi era capitato!

In quei mesi era accaduta a Vaivre e a Vesoul una cosa bellissima: le mie lezioni di "Italia" avevano mosso qualcosa: i bambini le riportavano in famiglia e molti scoprivano che dei loro avi erano di origini italiane, perchè molti migranti in passato, soprattutto nel periodo fascista e del dopoguerra, si erano fermati lì, appena passato il confine svizzero. E mi fu detto che qualche bambino, dispiaciuto per non avere origini italiane, andava chiedendo ai vicini di casa se per caso erano di antica immigrazione, per non essere da meno dei compagni! Così a Vesoul fu riscoperta una parte della storia cittadina, si aprirono corsi di italiano e la mia amica ne fu insegnante, credo lo sia ancora anche se è già in pensione...

Ecco perchè questa piccola città, sconosciuta ai più, è per me così importante e degna di stare ai primi posti tra le MIE città francesi.

Per chi volesse saperne di più e magari organizzare una bella vacanza... qui.

E c'è anche una canzone intitolata VESOUL...canta Jacques Brel...


 
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