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PUZZLE DI FAMIGLIA

Post n°449 pubblicato il 20 Ottobre 2009 da atapo
 

 

 

 RITORNO

 

    ALLE

 

  RADICI

 

 

 

 

 

 

Era da fare anche questo viaggio, insieme a quest'incontro.

Fra le carte raccolte in casa della mia mamma, (le sto riordinando e ne avrò ancora per chissà quanto...) ho ritrovato qualcosa, foto, cartoline, che abbiamo deciso insieme, io e mio fratello, di rendere a parenti che, secondo noi, avevano più diritto a conservarle come ricordo di persone e vite passate.

Allora oggi ci siamo ritrovate a Bologna, io, una mia cugina e la nostra vecchia zia di 85 anni.

Mia cugina insieme al marito stanno facendo ricerche sull'albero genealogico di famiglia, così sul grande tavolo abbiamo aperto l'enorme foglio zeppo di nomi, date e collegamenti. Vicino un grosso album di foto, vecchie, vecchissime...

e improvvisamente tutti quegli occhi che dalle pagine ci fissavano, così uguali ai nostri e così lontani nel tempo ci hanno parlato...e ci hanno fatto parlare...ci hanno suggerito ricordi lontani, sempre più indietro, frasi ascoltate dai vecchi quando noi eravamo piccolissime...

Ognuna di noi aveva una grande voglia di raccontare e di chiedere, di confrontare...come se ognuna possedesse solo alcune tessere di un puzzle che soltanto con le tessere delle altre si poteva completare e noi eravamo lì proprio per questo, lo sentivamo come un compito importante, per poter capire...che cosa? Non so esattamente, forse il nostro io più profondo, il perchè ora siamo in un certo modo e non poteva essere che così, se dentro di noi abbiamo le tracce di quel passato...

A ciò che sapevo ho aggiunto date più precise, la storia della casa della mia infanzia, quella col giardino dei finti contini, si è arricchita di nuovi episodi,

buffi (come i tre fratelli, di cui mio padre era il maggiore, che nel freddissimo inverno del 1929 uscivano dalla finestra del primo piano buttandosi sui mucchi di neve)

o tragici (nella seconda guerra mondiale durante l'occupazione tedesca il pian terreno era diventato la stalla per i soldati occupanti, immagino la vita dei miei familiari ai piani superiori...poi le bombe, alla fine la casa da restaurare!).

Ho avuto altre notizie sulla passione del mio babbo per il teatro: per anni con suo fratello aveva recitato in una piccola compagnia teatrale di Bologna, lui era specializzato nelle parti comiche...

Altri misteri si sono infittiti:

come si chiamava il fratello del nonno emigrato in Brasile? Per quale strano motivo io e mia cugina conosciamo questa storia, mentre mia zia, più vicina all'epoca del fatto, dice di non saperne nulla?

E il parente di cui porto il nome, morto nel 1945 poco dopo la liberazione in circostanze misteriose e mai più ritrovato? Avevo ricercato notizie, mi pareva di aver individuato qualcosa...motivazioni, personaggi anche conosciuti che avevano a che fare...invece sembra che fossero solo strane coincidenze, il mistero rimane...

L'anziana zia è rimasta l'unica nostra fonte, si ricorda tanti aneddoti ed è piacevole ascoltarla...

Pian piano attorno a noi si affollano affettuosi fantasmi che mi fanno sentire amata e coccolata, mi accompagnano come mi accompagnavano quando ero piccolissima,

davo la manina alla nonna Sofia (che in realtà era mia bisnonna),

ascoltavo le opere liriche con papà e canticchiavo con lui “Va pensiero sull'ali dorate”,

passavo nell'appartamento a fianco a salutare la zia e leggevo i suoi libri della “Scala d'oro”,

con mio cugino dalla vasca pescavo i pesci rossi del nonno,

accarezzavo il cagnone nero Lord che apparteneva a tutta la grande famiglia e che era così grande ... ma forse ero io più piccola di lui a quell'epoca...

Vorrei passare ai miei figli, ai miei nipoti tutto questo...

Ma ancora tante tessere del puzzle mancano all'appello...voglio tornare più spesso dalla mia vecchia zia.

 

 
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