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THEATRALISONS

Post n°672 pubblicato il 22 Aprile 2011 da atapo
 

 

TEATRO GIOVANE

Prima di entrare completamente nel clima pasquale, mi concedo di terminare con questo ricordo la narrazione delle belle, anche se faticose, esperienze che ho vissuto la settimana passata.

A Firenze da diversi anni nel mese di aprile l'Istituto Francese organizza THEATRALISONS ENSEMBLE, una manifestazione di tre giorni nei quali classi o gruppi di scuole medie e superiori presentano i loro lavori teatrali, ovviamente in francese, durante le mattinate. Nei tre pomeriggi invece i ragazzi formano vari gruppi tutti rimescolati, per seguire degli ateliers di recitazione, mimo, danza, poesia ecc, il cui risultato viene presentato l'ultimo pomeriggio a conclusione di tutto.

Non crediate che i partecipanti siano pochi:in ogni mattina ci sono quattro o cinque spettacoli! E vengono non solo da Firenze...e non solo dall'Italia.

Negli anni scorsi per curiosità ero andata a vedere qualche spettacolo, se avevo la mattina libera, ricordo che ne parlai anche qui una volta.

Fra gli organizzatori della rassegna c'è quella mia vulcanica amica prof di francese, quella che mi ha trascinato nell'impresa di Campiglia: ha le mani in pasta anche a Théatralisons, inoltre ogni anno porta una o due delle sue classi a presentare i loro spettacoli alla rassegna. Insomma, in quei tre giorni sdoppiarsi non le basta, rischia di andare fuori di testa...

Allora, poiché la sottoscritta era abbastanza libera due giorni su tre, mi ha arruolato come aiutante: mi ha affidato cinepresa e macchina fotografica per immortalare TUTTO, perchè poi i partecipanti chiedono il CD degli spettacoli. Non era molto complicato: la cinepresa era fissa e riprendeva quasi tutto il palcoscenico, si trattava di orientarla se gli attori si spostavano negli angoli e di controllare che qualcuno non si fermasse proprio davanti all'obiettivo, le foto erano da fare alla fine di ogni spettacolo quando tutti gli attori si ripresentano sul palco, per immortalare il gruppo riunito. Però era faticoso, dovevo stare quasi sempre in piedi, anche perchè i ragazzi erano talmente numerosi che i posti a sedere, pure con delle sedie aggiunte, si esaurivano rapidamente.

Quanti ragazzi! Venivano da Firenze, da Prato, da altre città della Toscana, dalla Sicilia, dalla Francia, dal Belgio, dal Lussemburgo, dalla Romania, dal Marocco...e spero di non aver dimenticato nessuno. Chi presentava qualcosa di classico, chi autori a me sconosciuti, chi partiva da uno spunto famoso per ricreare spettacoli originali, chi aveva preparato tutta la sceneggiatura su una storia inventata. E tutti bravi!

Per me è stata una grande gioia questa immersione in un mondo di giovani allegri, belli, simpatici, impegnati, così coinvolti nel loro lavoro. Notavo con piacere che pian piano si intrecciavano conoscenze e amicizie tra i vari gruppi, l'ultimo giorno qualche occhiata languida svelava che forse stava nascendo anche qualche amore internazionale...se nelle scuole ci fosse l'atmosfera che coglievo in quei giorni, sarebbe superfluo scervellarsi a fare qualsiasi riforma! Purtroppo, anche se sembravano tanti in quel teatro, è solo una piccolissima parte di ragazzi che può vivere esperienze così interessanti!

Nel pomeriggio, quando c'era il forum tra gli insegnanti, infatti le difficoltà uscivano: per la maggior parte di quelle classi è un lavoro che si basa sulla buona volontà, se non addirittura sul volontariato, degli insegnanti. In pochi casi il teatro è inserito in modo onorevole nel percorso scolastico di tutti, a volte è concesso solo ad una élite, magari ai più bravi come premio, mentre è ormai appurato che recitare aiuta molto anche chi presenta dei problemi o delle difficoltà, aumentando l'autostima...

La mia amica mi ha invitato nel pomeriggio all'atelier che gestiva lei, definito TEATRO-AZIONE: dopo qualche gioco, ha dato alcuni spunti da testi scritti su cui i ragazzi,divisi in tre gruppi, dovevano preparare delle scenette. Ce le hanno presentate e la prof ha curato e migliorato la messa in scena. Io, come al mattino, riprendevo per la documentazione del lavoro. Tutto in un'ora e mezza, dopo c'era la presentazione di tutti gli ateliers e la conclusione della rassegna, con premi, saluti, commozioni.

Il fatto di lavorare con adolescenti per me è un'esperienza quasi nuova, due anni fa aiutai una collega a preparare un video in una prima superiore: questi adolescenti mi intimidiscono un poco, così tumultuosi e fragili, chiassosi e timorosi, sfrontati e timidi...forse nemmeno io ho superato del tutto quella fase!

Parlavamo anche di loro con la mia amica, a pranzo insieme, e parlavamo di belle esperienze che entrambe abbiamo vissuto nel nostro lavoro (per lei continuano), lei si entusiasma per ogni idea, ogni proposta, ancora più di me, accetta con gioia di realizzare tutto ciò che può sembrare realizzabile...dice che l'anno prossimo vorrebbe che facessimo qualcosa di bello insieme...intanto vedremo come andrà avanti l'affare Campiglia...

Io mi sento già in subbuglio: ho deciso che nella vita che mi resta non dirò MAI di no, se mi piacciono, alle proposte (ragionevoli, ma anche non troppo) che mi verranno fatte!


ragazzi davanti all'Istituto francese di Firenze, in una passata edizione della rassegna

(immagine di repertorio)

 
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