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« AMORE CINESEENNUIS »

MOMENTI DI CORA

Post n°823 pubblicato il 02 Aprile 2012 da atapo
 

 

TAPPARELLE ROSSE

 


 

Quando cala il sipario su uno spettacolo e il personaggio, che ti era penetrato dentro ed aveva assorbito ore ed energie quasi a diventare parte di te stesso, ti lascia...

nell'attesa di iniziare la trasformazione in un personaggio nuovo, magari completamente differente...

c'è una specie di terra di nessuno, o meglio: terra di te stesso, in cui ritrovarsi con calma a pensare e a guardare nel fondo del proprio cuore. Come una piccola vacanza, in fondo recitare è un lavoro.

Così Cora si accorge che l'inverno è passato, le fredde serate delle prove erano in sintonia col suo personaggio di dolore e di forza, ora ha lasciato questo e l'inverno ha finito i suoi giorni, ci sarà qualcos'altro in attesa dietro l'angolo.

Ha del tempo per sé adesso Cora e passeggia nel vento della mattinata primaverile, in quel quartiere non suo, tra le bancarelle chiassose del mercato, così, senza voler comprare nulla, solo per curiosare e ascoltare. Dopo l'ultimo venditore Cora continua la passeggiata lungo la strada che adesso è silenziosa, zona residenziale di villette e giardini, con poche auto e pochi passanti ad incrociarla. Bello dev'essere abitare qui...le abitazioni un po' si assomigliano tutte, sono i giardini ad avere impronte diverse, come fossero ritratti di chi ci vive e ha scelto una pianta o l'altra, una fioritura o un'altra. Subito dopo un incrocio, qualcosa attrae l'attenzione di Cora: una villetta, una delle tante, ma c'è qualcosa di diverso: tutte le finestre hanno le tapparelle rosse, un rosso vivace, che mette allegria. E sono tutte più o meno sollevate, come tanti occhi sorridenti ed ammiccanti. Intorno il giardino come nelle abitazioni accanto: fra le piante un' alta magnolia, due oleandri a fare sentinella ai lati del cancello, alcune palme e qualcosa di vivace che occhieggia tra le foglie di altri alberelli: sono agrumi, carichi di frutti belli, grossi...hanno resistito lì all'aperto tutto l'inverno? I padroni di casa devono avere proprio il pollice verde, o forse c'è l'arte di un giardiniere esperto.

 


 

A Cora viene in mente il giardino di una sua amica, in Francia, dove cresceva un albero di limoni carico insieme di fiori e di frutti circa in questa stagione: che profumo faceva, com'erano saporiti quei limoni e quanti ce n'erano e cadevano col vento di mistral, tanto che la padrona di casa quelli che non usava li radunava sul muretto a disposizione dei passanti. Che bei giorni Cora aveva passato laggiù! Chissà se anche gli abitanti di questa villetta mangiano i loro frutti, sono arance grosse, forse tarocchi, sono limoni...no, troppo grandi, troppo tondi ...pompelmi! Già! Strano! Cora non ha mai visto alberi di pompelmi in un giardino così a nord. Chi abiterà in quella casa? Da dove avrà portato quei frutti?

La fantasia lascia i ricordi e diventa immaginazione, invenzione. A Cora piace fare un gioco: guardare dentro le finestre delle case ed immaginare i personaggi e la vita che scorre dietro ai vetri. Qualcuno l'ha rimproverata per questo dicendole che è un “rubare” le vite altrui, violare qualcosa di personale; lei non crede di far nulla di male, è una piccola curiosità che la fa solo fantasticare, che finisce presto. Allora alza gli occhi a quelle tapparelle rosse, ma ogni finestra ha tendine bianche con un leggero ricamo traforato in mezzo, per niente trasparenti e ben tese, ogni vetro è chiuso, non si intravedono mobili, né ombre di persone...un briciolo di delusione, ma così può immaginare tutto e il contrario di tutto... Saranno persone tranquille, ordinate, con una vita senza scosse, anche se quel rosso squillante delle tapparelle le fa pensare a qualche vena di piccola follia relegata nell'ombra del tran tran quotidiano. Ognuno ha qualcosa che tiene dentro di sé ben nascosto e che fa trapelare solo a tratti, quando la sintonia con altri scioglie corazze, come quelle finestre se si aprissero e lasciassero scoprire, dare volti e storie. Quegli agrumi parlano di altre terre, forse li hanno portati da un viaggio, o dal paese d'origine, saranno ricordo di giorni felici...

A Cora piacerebbe abitare in quella casa che sembra sorriderle e le mette nel cuore una serena dolcezza: guarderebbe la via da quei ricami traforati delle tendine senza farsi scorgere, e chissà che qualcuno in qualche stanza in questo momento non lo stia proprio facendo e la stia osservando lì ferma all'incrocio... In questi giorni di primavera tiepida metterebbe una poltroncina in giardino, sotto uno degli alberi, e starebbe a leggere e a prendere il sole delicatamente, il pallore dell'inverno comincerebbe a colorarsi, quasi un inizio di abbronzatura. Immagina quella magnolia e quell'oleandro nello splendore delle fioriture, fra qualche mese...Le sembra di ritornare bambina quando aveva anche lei un giardino.

Pensa che lì potrebbe essere felice e non da sola, vorrebbe con lei il suo amore, è sicura che lì sarebbe più bello...un amore che a volte non è semplice, un amore molto difficile, come le disse tanti anni prima un marinaio quasi pirata leggendole la mano, mentre il suo veliero portava in gita sul mare quel gruppo di amiche. A tutte aveva predetto qualcosa, tutte avevano riso pensando alle sciocchezze di una giornata di vacanza, anche Cora, a cui la giovane età dava entusiasmo e certezza che l'amore avrebbe superato ogni difficoltà, perchè l'amore deve essere coraggioso e paziente...Ma per tutte, negli anni, si era avverato ciò che aveva detto il pirata...

Cora si meraviglia dei percorsi della sua mente, o forse del suo cuore: "Guarda quali pensieri...uno tira l'altro...e io mi ci perdo... e che ci sto a fare ancora qui? Neanche la potessi comperare davvero questa casa e abitarci..."

Il suo sguardo si sposta da quelle finestre all'orologio: è l'ora in cui bisogna rientrare...bisogna rientrare nella realtà della vita vera.

 
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