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EFFETTI COLLATERALI DEL TERREMOTO

Post n°850 pubblicato il 12 Giugno 2012 da atapo
 

 

IL MOLINO

Era una ciminiera alta, faceva parte di un edificio chiamato MOLINO PARISIO. Siamo nella periferia di Bologna, dove iniziano le colline verso l'Appennino, dove iniziava da secoli il percorso più noto che portava in Toscana. Infatti sotto la ciminiera inizia una strada che si chiama proprio Via Toscana, e la ciminiera segnava il confine tra due quartieri storici, non anagrafici: Chiesanuova verso la città e San Ruffillo verso la montagna, quest'ultimo di urbanizzazione più recente, come sempre quando le città si espandono. Il MOLINO usava l'acqua dei torrenti che scendono dall'Appennino (il fiume Savena passa poco distante) e macinava il grano da secoli.


 

Io, nata a Chiesanuova e lì vissuta fino ai vent'anni, l'ho sempre visto e faceva parte del “mio paesaggio” prima fisico e poi dell'anima, per molto tempo era stato il confine alle mie passeggiate di bambina, considerando anche che si trovava ad un crocevia di varie strade: verso il centro, verso la Toscana, verso la pianura a nord, verso quelle colline, prima di tutto la polveriera, da me amate per le scorribande con i miei piccoli amici. Quando oltrepassai quel confine, ero già diventata “grande”, mi avviavo all'adolescenza, partivo alla scoperta del mondo....

Credo abbia continuato a funzionare, anche se in modo poco più che simbolico, come reperto storico forse per le scuole in visita, fino a non molti anni fa.

Ora questa disastrosa serie di terremoti aveva danneggiato la ciminiera a tal punto che pochi giorni fa é stata abbattuta per la maggior parte ed ora ne resta soltanto questo tristissimo moncone.

 


Naturalmente polemiche su polemiche: si poteva recuperare, non si poteva, conveniva o meno, il fatto che fosse privato avrebbe legato le mani per altri tipi di interventi... Io non ci capisco molto, non abito nemmeno più là, sotto questo aspetto non so che dire...

So però che quando su Facebook ne ho visto la foto e ho saputo la notizia mi si è stretto il cuore: un altro addio, un altro pezzo del mio passato che se ne va. E' la vita, è la storia, è il susseguirsi degli eventi, ci si può fare poco, solo cercare di non dimenticare.

E allora non dimentico...

...che in una casa dietro al Molino abitava una mia cara amica, la quale per il suo compleanno, il 6 ottobre 1968, nel suo giardino organizzò una festa con il giradischi, tanta musica, tanti ragazzi che ballarono per tutto il pomeriggio...

...e in quel pomeriggio tra i molti ragazzi ce n'era uno che fino a quel momento avevo ritenuto soltanto un amico, poi da quel giorno, dopo tanti balli insieme, diventò a poco a poco sempre più importante per me, tanto da trovarmelo accanto ancora adesso.

Anche mio marito, quando ha visto questa immagine, ha ripensato agli stessi ricordi...

 
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