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Post n°989 pubblicato il 05 Luglio 2013 da atapo
 

 

IN RISERVA

Dopo aver visitato due città, Catania e Siracusa, decidiamo di... cambiare materia: dalla storia alle scienze naturali.

Ci sono in giro diverse aree protette, ma trovarne l’entrata non è sempre facile, fra le indicazioni poco chiare e i cartelli distrutti... noi comunque, dopo le esperienze della Basilicata-2011, ci riteniamo vaccinati ad ogni difficoltà!

Appena a sud di Siracusa sfocia un piccolo fiume, il Ciane. Anche il suo nome ricorda un mito greco: la ninfa Ciane trasformata in fiume per aver tentato di impedire il ratto di Proserpina, che grave colpa! Questo fiumiciattolo è importante perchè lungo il suo corso cresce spontaneamente il papiro, l’unico luogo in Europa. Papiro come nella fonte Aretusa, in città. Quando nel secolo scorso si iniziò a prendere l’acqua del Ciane per irrigare i campi il papiro rischiò di sparire, quindi è stata creata un’area protetta ed ora le piante sono di nuovo in buona salute. Si possono fare escursioni guidate in barca lungo il Ciane, dalla foce dove si vede il forte sul mare di Siracusa, via via risalendo fino alla zona dei papiri.

 

Siracusa dalla foce del Ciane

E noi l’abbiamo fatta: mio marito baldanzoso in barca dopo aver superato la prova traghetto! Tanto è un tranquillo giro su acque tranquillissime: le rive in zone aperte fitte di eucalipti e di acacie fiorite con fiori gialli simili a grossi batuffoli di mimose, poi si entra nel bosco dove la calura diventa un fresco godibilissimo: gli alberi formano quasi un tunnel sopra le nostre teste, a volte interrotto dagli agrumeti... tanto verde, tanti riflessi sull’acqua, tanti canti di uccelli nascosti, le folaghe e le gallinelle d’acqua con i loro anatroccoli si spostano impaurite davanti alla barca che scivola silenziosa, guardando l’acqua limpidissima ho visto grossi cefali e una lunga biscia d’acqua.

 

 

Infine si arriva alla zona dei papiri spontanei e vederli lì ben nascosti e rigogliosi mi ha un po’ emozionato, pensando alla storia che sta dietro questa pianta, ai pericoli che hanno corso e superato, speriamo.

 

 

Si sbarca per vedere i papiri anche dal lato terra, il tempo di una breve passeggiata, poi il ritorno... con un po’ di malinconia mentre si lascia un posto così bello e misterioso.

Un’altra riserva vicino a Siracusa è la Cava Grande del Cassibile. Mia figlia c’era stata nel 2006 e ne era entusiasta. “Andiamoci anche noi”, ci siamo detti.

Stavolta si va in montagna, una strada a tornanti fra campi terrazzati e casette per la villeggiatura, col mare lontano che appare e scompare fra i tornanti. Ci fermiamo a mangiare in una trattoria-agriturismo, qualche chiacchiera con la padrona, tra una portata e l’altra di quelle stupende e abbondanti ricette siciliane, ci fa intuire che, forse, la faccenda è meno semplice di quanto credessimo...

Perchè si tratta di un canyon, ho letto che sia il più profondo d’Europa, in fondo a cui scorre un fiume che ha scavato pozze lungo il suo corso incassato, lungo le pareti si aprono grotte che erano state abitazioni e tombe in tempi passati. La strada porta le auto in cima, poi un sentiero molto ripido fa scendere al fiume e laggiù si passeggia, si prende il sole, si fa il bagno nelle pozze di acqua limpida e fredda... Poi si deve risalire e questa è l’impresa! I cartelli sconsigliano l’escursione a chi non è in condizioni fisiche adeguate, ai cardiopatici, agli anziani... e così via. Di solito si scende al mattino, si passa la giornata laggiù e si risale prima di buio, quando la temperatura è più sopportabile.

 


 

Insomma, devo confessarlo: siamo arrivati lassù nel pomeriggio e, dopo aver meditato tutto questo, dopo aver visto quanto erano stravolte quasi tutte le persone che risalivano, dopo aver ammesso che le condizioni fisiche né mie né di mio marito erano le migliori... abbiamo deciso che ci saremmo accontentati di ammirare lo spettacolo dall’alto, che è comunque lo stesso notevole. Non c’è più l’età, non c’è più il fisico, volevamo sopravvivere e continuare incolumi il nostro viaggio!

 
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