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LA MIA FRANCIA 1

Post n°1300 pubblicato il 10 Gennaio 2016 da atapo
 

LA  MIA PARIGI 

 

La mia prima Parigi fu la più classica, la più turistica che si possa immaginare.

Avvicinandosi le nozze d'argento, decidemmo di “celebrarle” in questo modo e inserimmo 15 giorni a Parigi durante il nostro viaggio estivo in Francia. Quindi ci andammo in automobile, con l'idea di proseguire dopo per la Normandia, alla ventura come al solito.

A Parigi non certo alla ventura, ma prenotando un albergo discreto, il “Bel Ami” in una viuzza che sbucava in place de la Republique, questa piazza ci misi alcuni giorni a rendermi conto di quanto fosse grande, sbagliando e risbagliando le uscite della metropolitana. Hotel col garage naturalmente in cui lasciare l'auto che sarebbe stata una follia usare per visitare Parigi.

Fu una follia anche la cifra che pagammo per tutto questo, ma era la prima volta... Cercavamo di risparmiare sui pasti, ma non era facile. Ogni mattina, sfogliando la guida, decidevamo il quartiere da esplorare e partenza, dopo una lauta colazione che ci avrebbe permesso di economizzare sul pasto di mezzogiorno! Un po' qua, un po' là, il bus a due piani col biglietto per due giorni... turisti classici insomma, un assaggio di tutte le bellezze più rinomate. E, alla fine, il rammarico per avere ancora una lunga lista di luoghi da esplorare. Quella volta venni fermata all'entrata della Sainte Chapelle al controllo ai raggi x, perchè nella borsetta tenevo (e me ne ero dimenticata) un coltellino multiuso che ci serviva per aprire bottiglie e scatolette nei pranzi al sacco: mi portarono alla vicina polizia, a cui dovetti giustificare il fatto con un bell'esercizio di conversazione... Il coltellino mi fu restituito dopo la visita alla Sainte Chapelle, senza conseguenze, furono gentili. Vissi laggiù anche il 14 luglio, la sfilata sugli Champs Elysées, i fuochi artificiali alla Tour Eiffel immersa in una marea di persone che non avevo mai visto tanto numerosa.

 

L'anno successivo trovai un modo per ritornare a Parigi: feci la richiesta di una borsa di studio per 15 giorni di un corso di lingua. La ottenni e alla segretaria dell'Istituto Francese che mi aiutava a scegliere il corso chiesi: -...un corso con il minor numero possibile di ore di lezione, così mi resterà più tempo per girare la città.-

-Mi sembra un'ottima idea!- lei convenne e mi trovò un corso che impegnava solo la mattina per 3 ore, dal lunedì al venerdì. Anche mio marito si iscrisse ad un corso analogo, lui livello principiante, io elevato: voleva farmi compagnia e cominciare a capirci qualcosa di più nei viaggi estivi.

Stavolta per non spendere troppo andammo con il treno notturno, alloggiammo in un hotel della catena Etap, appena all'esterno del boulevard péripherique, e per i pasti la scuola di lingue ci aveva fornito un elenco di posti e catene di brasserie molto convenienti. Il corso non era impegnativo, avevamo i pomeriggi liberi, solo che a mio marito spesso davano... i compiti a casa, che lui svolgeva soprattutto sulle panchine dei giardini pubblici (Tuileries, Place des Vosges, Bois de Boulogne...), unendo in quel caso l'utile al dilettevole, era agosto e per fortuna il tempo era bello. Talvolta il mio insegnante al pomeriggio organizzava visite guidate a cui aderivamo ben volentieri: io capivo le spiegazioni, mio marito molto meno, ma si impegnava...

In quel periodo mi interessavo ai laboratori di arte per bambini all'interno dei musei: stavo preparando per il CIDI un corso di aggiornamento per insegnanti su questo argomento che allora in Italia era quasi sconosciuto, così cercavo materiali ed informazioni chiedendo alle sezioni didattiche dei musei parigini, tutti erano molto gentili e disponibili. Al Louvre ebbi un grande onore: mi fu proposto di andare un pomeriggio per assistere ad un laboratorio con i bambini, potevo scegliere la fascia d'età e l'argomento. Non credevo alle mie orecchie! Un'offerta simile era superiore alla mia immaginazione! Naturalmente accettai e passai due ore insieme a bimbetti di 7-8 anni, affiancando l'esperta-animatrice, a conoscere i pittori fiamminghi che viaggiavano in Italia, ad accompagnarli nelle sale del Louvre, ad aiutarli a ritagliare e a fare collages originali con i “pezzi” di fotocopie di pitture importanti. Perchè naturalmente non è da me sedermi in un angolo a guardare, ma mi coinvolgo facilmente...

Ormai più esperti della città, riuscimmo a combinare gli orari e le code d'attesa per trovarci in cima alla torre Eiffel al tramonto: davvero uno spettacolo suggestivo, come ci avevano raccontato: il sole che sembra risollevarsi man mano che sali in ascensore, poi i colori del cielo e pian piano le luci della città e dei principali monumenti che si accendono... Mio marito non finiva più di scattare foto.

Con due incontri così ravvicinati Parigi mi stava entrando nel sangue...

...e qualche estate dopo una mia amica andò a Parigi per un corso di lingue, come me. Salutandola le avevo detto per scherzo: -Se ti sistemano in un appartamento con un letto vuoto in più, avvisami!-

Ebbene, pochi giorni dopo mi telefonò: c'era un letto libero! Se volevo andare le avrei fatto compagnia! Davanti al marito incredulo in poche ore con l'agenzia di viaggi organizzai la partenza: sempre treno notturno, via per una settimana!

E' stata una delle settimane più belle e culturalmente intense della mia vita! La Parigi più meravigliosa che potessi godere: in una città simile, le mattine da sola, il resto della giornata con un'amica, libera di scegliere luoghi, orari, di pranzare solo a baguettes... forse mai nella mia vita ho assaporato così il gusto della libertà! Ed era luglio, tempo di saldi... c'erano i grandi magazzini da visitare, c'era la Belleville dell'appena conosciuto Pennac, c'erano tanti musei dove entravo gratuitamente con il documento della mia scuola che mi certificava insegnante... uno sballo! Apprezzavo la quotidianità di quel piccolo appartamento sui tetti di Montmartre di cui occupavamo una stanza, i croissants appena sfornati che la padrona di casa ci faceva trovare ogni mattina, le conversazioni insieme in cui ci svelava particolari del quartiere e della città che non si trovano in nessuna guida turistica: era nostra coetanea, ci offriva un'atmosfera calorosa e amichevole, ci sentivamo ormai amiche. Da allora ho sempre sognato di soggiornare in bed&breakfast, per entrare nella vita vera di un luogo...

Sono tornata a Parigi qualche anno dopo, a maggio, accompagnando due classi quinte inserite in un progetto di scambio con una scuola primaria di Montmartre, esattamente a Pigalle. Una situazione particolare: la settimana era ben organizzata, i bambini simpatici ed autonomi, i colleghi insegnanti italiani... beh, qualcuno ok, qualcuno meno, come al solito... Praticamente riempivamo tutto un piccolo albergo in quella zona un po'... equivoca, ma la vita è fatta anche così, diciamo che offriva spunti oltre alle lezioni delle materie tradizionali... La collega francese ci fece scoprire e amare Montmartre, era l'amica che ho incontrato di nuovo nel settembre di due anni fa, nell'ultimo viaggio a Parigi che ho raccontato anche qui.

Settimana ben organizzata, dicevo... salvo un piccolo e improvviso imprevisto: tre giorni di sciopero dei mezzi di trasporto pubblici! E gli scioperi laggiù sono duri, non fanno sconti di fasce protette! Naturalmente noi, classi italiane e francesi, contavamo sul metrò per gli spostamenti, e allora?

Concentrammo nei primi due giorni di sciopero tutto ciò che si poteva fare e vedere nel quartiere, ma il terzo giorno era già fissato il giro in battello sulla Senna. Allora ecco l'impresa, che i bambini affrontarono con coraggio: da Montmartre scendemmo alla Senna a piedi, attraversando Parigi da nord a sud. Partendo per tempo, con calma, con varie soste nei punti più interessanti, fino ad arrivare al nostro battello. Una passeggiata indimenticabile, pian piano dai quartieri periferici ai grandi boulevards, fino al centro più antico... per rendersi veramente conto di come cambia la città in pochi chilometri. Di solito si passa da una zona all'altra nei budelli del metrò.

Attorno solo pedoni e auto, l'immagine memorabile dell'enorme Place de la Concorde completamente piena di auto in un ingorgo gigantesco: le foto che ho scattato lì hanno fatto strabiliare chi le ha poi viste in Italia!

Con i Parigini non ho mai avuto problemi, ne sento dire male nei loro rapporti con i turisti e gli stranieri, che sono snob, si sentono superiori ecc. Forse perchè conosco bene la lingua ed interagisco quindi facilmente, ma non ho mai avuto questa impressione, anzi la collega insegnante di Montmartre l'ho sempre sentita molto vicina e simile a me. Forse sono riservati, un po' chiusi, ma lo sono anch'io, quindi...

L'ultima volta a Parigi è stato in autunno, due anni fa, come il ritorno ad un antico amore... ma di questo si può leggere anche qui sul blog.

Di Parigi ora mi manca l'inverno: ci sono stata in tutte le altre stagioni, mi manca il freddo che viene dal nord e un capodanno sugli Champs Elysées... non sarebbe il massimo per la mia salute, ma se si è a Parigi si può affrontare...

 
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