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LA MIA FRANCIA 2

Post n°1307 pubblicato il 02 Febbraio 2016 da atapo
 

 

AVIGNONE



 

L'imprinting. Non ero mai stata in Francia, all'estero solo una settimana in Grecia in viaggio di istruzione e una settimana in Austria anni prima col marito.

Una grossa novità per me quindici giorni di aggiornamento linguistico ad Avignone con cinque colleghe insegnanti, la borsa di studio, gli adempimenti burocratici, le relazioni di progetto da scrivere in gruppo... finalmente la partenza, a metà luglio.

Un avvicinamento lento e graduale: per spendere meno facevamo il viaggio in treno, cambi a Pisa, Genova, Ventimiglia e Marsiglia, la costa e le stazioncine, partenza all'alba e arrivo nel tardo pomeriggio, ore di chiacchiere e, per me, di meraviglie e novità.

Avrei abitato a mezza pensione insieme ad una collega, nel centro della città, nella casa di un signore che affittava stanze a studenti. Gentilissimo, ci venne a prendere all'arrivo in stazione e dopo cena ci impose di non ascoltare la stanchezza per accompagnarci in una passeggiata a fare la conoscenza di Avignone. E che conoscenza! Fummo catapultate subito nell'atmosfera incredibile dell'annuale festival di teatro: luci, musiche, spettacoli dappertutto nei teatri, nelle strade e nelle piazze... E il nostro accompagnatore informava, spiegava, raccontava... come avrebbe fatto per tutto il nostro soggiorno, con una squisita gentilezza che ci fece subito sentire a nostro agio.



 

Dalla mattina successiva, dopo questo iniziale bagno colorato e chiassoso, aiutata dalla scuola di lingue, cominciai a immergermi nel francese che capivo abbastanza, ma parlavo ancora con poca disinvoltura, e a prendere confidenza con le case di pietra bianca,la Renaissance francese, le chiese, le stradine pedonali acciottolate, l'enorme palazzo dei papi, i piccoli supermercati Casino e Monoprix dove scoprivo cose ancora mai viste in Italia, le piazze e piazzette ombreggiate dai grandi platani, i café e le brasseries, l'ile flottante (un dolce che così buono l'ho trovato quasi solo da quelle parti), le cicale degli afosi pomeriggi, le stampe dei tessuti provenzali, il Rodano che pareva così placido ma che era capace di inondazioni rovinose, il famoso ponte incompiuto sul Rodano che fino ad allora conoscevo solo attraverso la canzoncina che insegnavo ai miei alunni. "Sur le pont d'Avignon, on y danse, on y danse..."

 

le pont Saint Bénézet


le palais des Papes

 

Intorno la Provenza delle bianche rocce calcaree, dei cupi cipressi, delle casette rosate ad uno o due piani nascoste fra i giardini, dei colori forti dei pittori, soprattutto Van Gogh.

Tutti ci parlavano del terribile vento mistral, che avrei conosciuto in una successiva visita invernale in questa città, davvero potente come mi era stato descritto...

Ci dicevano anche che eravamo al sud, che come tutti i sud c'erano strade sporche, disordine, furti e poca sicurezza... a me non sembrava tanto diverso dall'Italia.

Il nostro padrone di casa amava l'antiquariato, aveva amici e amiche con la stessa passione che spesso invitava a cena affinchè stimolassero la conversazione con noi studenti ospiti: per me non era facile... Avevo maggior soddisfazione invece quando ci mostrava i suoi acquisti, i suoi bellissimi cataloghi d'arte e il giorno (sabato o domenica non ricordo) in cui ci accompagnò a Fontaine la Vaucluse (cittadina dove passò il Petrarca) in cui si teneva uno dei più importanti mercati di antiquariato della regione. Un piccolo mercatino di "brocante", cioè robivecchi c'era anche ad Avignone in place de Carmes la domenica mattina e naturalmente non mancai di visitarlo...

 

marché aux puces, place des Carmes

Ma il teatro rendeva in quei giorni tutta la città un immenso palcoscenico: c'erano spettacoli costosissimi, ma anche molto meno cari, soprattutto quelli d'avanguardia. Io andai a vedere un "Candide" (che per fortuna avevo letto per un esame di francese all'università), messo in scena in modo molto originale, comprendendo a sufficienza per divertirmi parecchio. Le mie colleghe non si azzardarono ad andare a nessuno spettacolo, dicevano che non ci avrebbero capito nulla...

Per caso la nostra scelta del periodo di studio aveva coinciso con il festival, quando le prenotazioni di soggiorno sono esaurite già da mesi prima, ma per noi aveva organizzato la scuola di lingue!

Finiti i quindici giorni di studio, finito il festival, invece di rientrare in Italia, mi raggiunse in auto mio marito che fu ospitato insieme a me. Ormai ero esperta, la città era tornata tranquilla, il padrone di casa ci suggeriva le escursioni da fare nei bellissimi dintorni provenzali... ma questa può essere un'altra storia.

Avignone è rimasta per me come il primo amore e ci sono tornata successivamente: in inverno, e lo raccontai anche qui, e un'estate ancora in tempo di festival, quando eravamo al mare poco lontano e trascinai in questa città marito e figli, poi lasciai che per qualche ora i ragazzi girassero la città sotto la guida del padre e della mappa, io invece me ne andai a teatro, stavolta per "L'uccellino azzurro" di Maurice Maeterlink, opera che raramente viene rappresentata e non volevo lasciarmi sfuggire l'occasione.

Questa è la MIA Avignone... per le guide turistiche non c'è che l'imbarazzo della scelta, per esempio qui..

Ecco perchè dico che il mio imprinting francese, anche nella pronuncia, è quello del sud...


 
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