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« VAL VARAITA 1CAPODANNO »

VAL VARAITA 2

Post n°424 pubblicato il 29 Agosto 2009 da atapo
 

SEMPRE PIU' IN ALTO

Casteldelfino, anche se piccolo, nel passato ha avuto una storia importante: è stata una capitale degli Escartons, una confederazione di cinque territori sulle Alpi, che ora si trovano a cavallo del confine, tre in Italia e due in Francia. Dal re di Francia avevano avuto una notevole indipendenza e si governavano con una specie di costituzione (Grande Charte), un caso unico nell'Europa, che durò per quasi quattro secoli, tra il '300 e il '700. Gli abitanti erano molto alfabetizzati e consideravano con grande importanza la cultura, il cui elemento unificante era la lingua d'oc. Infatti le terre del mio viaggio sono le valli occitane, in Val Varaita la lingua occitana è parlata comunemente dai valligiani, che sono molto fieri di questo passato.

veduta di Chianale

A Chianale, il paese più in alto della vallata, che è considerato “uno dei 100 borghi più belli d'Italia”, da poco è stato allestito un interessante museo della vita e delle tradizioni occitane .

 

Ho parlato con alcune signore che si occupano di queste ricerche e ho sentito in loro tanta fierezza ed entusiasmo nel voler far comprendere ai turisti di passaggio la loro storia...Sperano di ampliare il museo con la raccolta di storie, filastrocche ecc. in occitano, che lì conoscono anche i bambini.

 

 

 

 

Ma non fu tutto felice il passato di quelle valli, le guerre di religione tra cattolici e protestanti furono tremende e con vicende alterne. Nelle piccole chiese di quei paesini ci sono affreschi del '400-'500, semplici, ma molto espressivi. Li dipingevano pittori girovaghi, che andavano per le vallate e proponevano ai committenti un repertorio fisso soprattutto di storie della Bibbia o di “Santi del popolo”, di cui si sono perse molte informazioni: ora di alcuni santi di questi ritratti si conosce solo il nome e non si sa quasi nulla della loro vita. Durante le guerre di religione i protestanti quando vincevano sfregiavano i volti in questi affreschi e adesso con restauri pazienti si cerca di recuperare il possibile.

Io sono rimasta incantata davanti a questa Madonna col bambino così ben abbigliato con calzine e scarpette, i loro volti sfregiati sono stati “aggiustati” con una tecnica che, da lontano, fa sembrare il volto completo (che ne dici, Ody?).

 

 

 

 

 

Nei giorni in cui siamo stati in Val Varaita, mentre mio marito studiava, io passeggiavo per i paesi, scattavo foto, mettevo il naso dappertutto e non mi facevo sfuggire nulla...Avrei tanto da raccontare, ma poi ...sai che noia!

Il tempo si manteneva stupendo e questo attirava molti turisti: anche trovare un posto nei piccoli ristoranti caratteristici non era facile, per fortuna c'erano in camper le provviste saluzzesi e fiorentine, perchè nei mini-empori di quei paesini non c'era un grande assortimento.

A Chianale vi raccomando il ristorante “Le Montagnard”, gestito da un simpatico ragazzo italo-francese che ha allestito nel suo locale un piccola esposizione di oggetti antichi usati nella valle: lì ho imparato che un tempo a Chianale il regalo di fidanzamento che il ragazzo faceva alla ragazza era un ...cucchiaio di legno! Altro che diamanti!

Questo ristorante si trova nella cantina di una baita del 1600, i muri e il tetto fatto a volte sono costruiti con pietre messe di taglio, tenute in posizione da alcune pietre in punti strategici (mi fan pensare alla chiave di volta, ma non è la stessa cosa)...insomma, se passate da quelle parti merita una visita...e un pranzo!

Ma un'altra meta ci attendeva...

Un valligiano incontrato durante una passeggiata mattutina mi ha detto: “Che sole, oggi, senza una nuvola! Al passo dell'Agnello è strepitoso!”

Io mi sentivo rimescolare: il passo dell'Agnello! Coloro a cui dicevamo che volevamo arrivare fin lassù ci guardavano in una maniera strana...e ci chiedevano spalancando gli occhi:Col camper???!”

E il 17 pomeriggio (non siamo superstiziosi) siamo partiti da Chianale, salendo, salendo,

curvando, superando tornanti,

sfiorando lentamente i veicoli (e altro) che incrociavamo,

fermandoci in qualche raro spiazzo ad ammirare il panorama e a cercare di intravedere le marmotte (con discreto successo)...una strada mozzafiato!

Non per niente sull'atlante era segnata MOLTO sottile! Mio marito diceva: “Ma dove mi hai portato...e io sempre a darti retta!”, però era contento anche lui.

Bello, bello, bello!!!

E un po' prima del tramonto siamo arrivati in cima al passo dell'Agnello, a 2740 metri!


Indossata la giacca a vento, abbiamo aspettato il buio passeggiando nei prati attorno, mentre tutto si faceva sempre più silenzioso e sempre più scuro, un 'emozione a cui noi cittadini non siamo più abituati.

Una rapida cena, poi a dormire, stavolta col pigiama dalle maniche lunghe ed una coperta in più, nella notte a 2740 metri, sul confine tra Italia e Francia.

ultimo raggio di sole al passo dell'Agnello

 

 
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