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ARCHEOLOGIA

Post n°602 pubblicato il 09 Novembre 2010 da atapo
 

 

RICORDO DI POMPEI



 

Ciò che è accaduto a Pompei nei giorni scorsi è vergognoso, ma purtroppo non mi sorprende più di tanto vista la situazione di estremo disinteresse ed incuria per la conservazione e la valorizzazione dei nostri beni culturali, che attraverso un turismo rispettoso e intelligente potrebbero diventare la prima fonte di reddito in Italia...

Ma non voglio esprimere una indignazione politica...

...vorrei lasciare un ricordo del mio passato...

Io e mio marito andammo a visitare Pompei un'estate di molti anni fa, nel periodo in cui i figli, allora bambini, erano in colonia quindi ne approfittavamo per qualche giorno... in coppia!

Percorrevamo le strade ed entravamo nelle case (quelle aperte, naturalmente) immaginando, come penso facciano tutti, la vita che vi si era svolta, sulla base delle nostre reminiscenze di quanto avevamo studiato nella storia, io raccontavo a mio marito anche quello che ricordavo dagli esami di latino, dalle ricerche sulla vita romana che avevo svolto con le classi...

C'erano pochi turisti, forse perchè faceva molto caldo.

C'erano alcuni guardiani a controllare qua e là.

Uno di questi, non mi ricordo più per quale motivo, si era messo a chiacchierare con noi, forse gli avevo chiesto una spiegazione, a me vengono le curiosità più strane, a volte. Ai napoletani piace la conversazione, cominciò ad accompagnarci nel nostro giro parlando del più e del meno, naturalmente anche dei problemi di quella zona archeologica, che obbligavano a chiusure e transenne...

Quando gli dissi che facevo la maestra di scuola elementare, restò colpito e ci invitò: “Venite con me.” Noi due eravamo un po' perplessi, perchè lui si avviava tra l'erba alta, fuori dal percorso...che aveva in mente? A entrambi erano balenati foschi pensieri...

“Non abbiate paura, seguitemi...”

Ci fidammo, ma con un po' di ansia: ci condusse per sentieri a lui conosciuti tra le erbacce...

apriva cancelli arrugginiti con le chiavi enormi che portava alla cintura...

entrava in edifici proibitissimi dove non si vedeva l'ombra di un turista...

confesso che l'ansia aumentò quando ci fece entrare in qualcosa di buio, sembrava un antico sottoportico che, forse per i crolli, ora era diventato sotterraneo...

“Guardate!” E ci indicò un muro, il suo dito ci segnava ad un'altezza di circa 50 cm...

Ormai avevo il cuore in gola, mai mi sarei aspettata di vedere sulla parete, graffiti con qualcosa di appuntito,...dei piccoli disegni, ometti, animali, sgorbi indecifrabili...che avevano qualcosa di sconosciuto e familiare allo stesso tempo...

Io e mio marito eravamo ammutoliti: solo noi lì a vedere...che cosa?

“Sono disegni di bambini, la guida rispose alle domande che l'emozione ci aveva impedito di porre, questo era un porticato, c'era una scuola. I bambini sono uguali sempre e dappertutto, oggi incidono i banchi, qui hanno inciso sul muro, forse erano i soliti indisciplinati che si nascondono in fondo e invece di stare attenti alla lezione...”

Ci raccontava tutto questo con dolcezza, quasi con affetto e faceva animare il sottoportico del vocio dei piccoli Pompeiani, del maestro che si sgolava mentre qualcuno, impunito, esprimeva la sua personalità... sul muro della scuola!

“Ma perchè sono qui nascosti e nessuno li può vedere?” gli chiesi.

“Che volete, mae', con tutte le cose importanti da vedere a Pompei, a chi può interessare questa...in fondo sono solo scarabocchi di bambini...” però il suo tono mi pareva dispiaciuto.

Già, solo scarabocchi... già, solo bambini...questa è la solita risposta...

Che fine avrà fatto quel muro in mezzo alle erbacce, dietro cancelli arrugginiti, in una zona proibitissima ai turisti?

Forse sarà polvere, mescolata alla polvere in cui sono svaniti quei piccoli artisti...

 

 

 
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