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« LA SCELTASE NON ORA QUANDO ? »

SILENZIO

Post n°640 pubblicato il 12 Febbraio 2011 da atapo
 

 

*** !!! ### *** ! ”

Morgenstern C., Chant nocturne du poisson

 

Stavolta non me l'aspettavo proprio. Una sorpresa, un po' antipatica!

Da quattro anni non mi capitava, era stata una delle concause che mi avevano fatto scegliere la pensione...e da allora il fattaccio non era più accaduto! E io mi ero illusa di aver superato il problema, invece...

Qualche pomeriggio fa alla lezione di francese coi piccoli principi, dopo essermi divertita con loro a mimare in cerchio ripetendo le frasi di una poesia “rifatta” tutti insieme, dopo avergli letto un bellissimo libro d'arte per bambini da me acquistato in Francia (l'editoria artistica pour enfants là è pregevole e pure economica), dove ad ogni pagina dovevano fare una specie di caccia al tesoro degli oggetti e dei colori nominati nel breve testo...

...ecco il lavoro individuale: gli avevo portato delle matite colorate acquarellabili, e ognuno disegnava-dipingeva la sua stagione preferita, seguendo la regola di usare solo i colori che avevamo scelto insieme più adatti a quella stagione.

Ed io, girando dall'uno all'altro per consigli e commenti ho cominciato a sentire una strana sensazione nella gola e pian piano la mia voce si impastava, usciva con sempre maggiore difficoltà...

Venti minuti dopo, all'uscita, a stento con voce fioca e sforzata gli dicevo Au revoir.

A sera ero completamente afona. Così, velocemente e senza preavvisi. Sì, c'erano stati due sternuti il giorno prima, ma non mi sentivo raffreddata o influenzata. Malessere, tosse e raffreddore sono arrivati dal giorno successivo.

Questo quando insegnavo era diventato un grosso problema: malattia professionale, che anno dopo anno peggiorava sempre più. L'inverno e l'umidità aumentavano il rischio. Avevo fatto un corso di logopedia per logorare il meno possibile le corde vocali impostando al meglio la voce durante le lezioni, avevo sempre curato l'acustica nella mia aula tappezzando con pannelli di stoffe le pareti e “muovendole” con scaffali e armadi. Quante volte i colleghi mi prendevano in giro per questo, salvo poi dire che in classe mia ci si sentiva più a proprio agio mentre si parlava. Non avete idea di quanto possa migliorare l'acustica con accorgimenti semplicissimi, me lo aveva insegnato tanti anni fa un amico-collega pedagogista-musicale ed anche i miei alunni notavano la differenza quando andavano in altre stanze...

Ma tutte queste precauzioni non erano sufficienti e, come ho detto, quasi tutti gli anni almeno una volta ci cascavo in questa malattia professionale. E per guarirla ci mettevo sempre più tempo, ultimamente mi era capitato di restare anche 15 giorni senza la voce necessaria per sostenere una conversazione di più di qualche minuto...quindi di tornare in classe neanche a parlarne!

Ero seguita dal primario di foniatria di un ospedale di Firenze, un giovane medico molto simpatico che mi aveva lasciato un suo numero diretto di ambulatorio, una specie di...pronto soccorso personalizzato perchè in questi casi occorre controllare al più presto cosa sta succedendo nella gola.

La prima volta che ci incontrammo, dopo la visita mi chiese: “Lei fa la cantante?”

No, sono insegnante”

Ah, ecco, solo le cantanti e le insegnanti si riducono la gola così!”

Però, per fortuna, non ha mai trovato polipi o qualcosa di peggio. L'ultima volta, quattro anni fa, mi disse: “Non c'è nulla di grave, solo costipazione forte dovuta all'infreddatura, le cure e le regole sono le solite. Però...la voce non dovrebbe essere in queste condizioni, sembra quasi che lei non abbia più voglia di parlare...”

Senza sapere cosa mi stava succedendo dal punto di vista professionale, come aveva ragione! In quel periodo ero tanto stressata, non sapevo quasi più cosa fare e cosa dire, tanto non serviva a niente, si lottava contro i mulini a vento!

Questa diagnosi mi è tornata in mente in questi giorni: effettivamente non mi sento in un momento positivo, l'ho detto più volte anche qui...che ora sia la mia voce che si vuole arrendere?

Non è affatto piacevole essere senza voce: non si risponde al telefono, niente conversazioni, solo cenni e monosillabi, anche chiamarsi da una stanza all'altra diventa difficile...Scrivere, solo a scrivere si riesce, così se necessario in famiglia devo ricorrere ai pizzini.

E qui dove volevo scrivere solo due righe un po' scocciate...ecco come sta andando a finire! Almeno mi passo il tempo. Ci si rende conto di quanto sia importante la salute solo quando manca...

Avevo appena finito di prendere l'antibiotico a causa dell'intervento ai denti, ora mi sono dovuta buttare sul cortisone, l'unico tipo di farmaco che fa tornare la voce abbastanza rapidamente. E sto scontando effetti collaterali di tutto questo...

Ma HO BISOGNO che la voce torni velocemente:

venerdì prossimo al teatro in francese abbiamo lo spettacolo finale della prima parte del corso, ci mancherebbe altro che non potessi essere in scena!

Sarebbe la botta finale per cadere in depressione: una delle attività che mi piacciono di più, dopo settimane di studio e di prove...

Quindi mi rassegno al cortisone e allo stare il più possibile al calduccio in casa per guarire in fretta!

...acquerellando...

 

 

 
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