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Messaggi di Novembre 2010

"LA SCUOLA MIGLIORE..."

Post n°609 pubblicato il 30 Novembre 2010 da atapo
 

NON  UNO  DI  MENO


 

da "Vieni via con me" del 29.11.2010

 
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FIABESCO

Post n°608 pubblicato il 27 Novembre 2010 da atapo
 

 

LE DAME DELLA MONTAGNA

Quante erano? Non si sa. Non sempre è il tre il numero perfetto, ognuno ha il suo, e la perfezione dipende dal combinarsi di mille alchimie, dall'incrociarsi e dal dipanarsi degli eventi e del fato...

Ognuna dimora nel suo regno, del nord, del sud, dell'est, dell'ovest, o si compiace di crearsi nuovi regni dove indicano il cuore o la necessità...

E poi ci sono i venti, che portano parole di brezza, di tempesta, di sospiri, di aiuto e suggerimenti e ognuna sa che le altre ci sono e che si creano legami sottili e robusti come le tele dei ragni, invisibili ma impreziosite dalle perle di rugiada.

 

Un po' streghe, un po' fate...

Infine c'è la montagna delle tante bellezze, nella rossa città delle ombre e dei labirinti, scelta come luogo magico in cui periodicamente incontrarsi, perdersi tra i suoi incantamenti, scoprirne i tesori, per ritrovarsi alla fine del viaggio più forti e rallegrate dallo stare insieme.

E' un rito, pregustato nella sua prevedibilità, ma disponibile a rinnovarsi e ad affrontare nuovi incontri e nuove prove...

E questa volta le dame hanno incontrato un cavaliere.

Aveva sentito parlare di loro, di quanto fosse piacevole quel tempo rubato alla fretta e agli affanni della vita di tutti i giorni, e pensava di avere molto da offrire, e che ne avrebbe ricevuto molto in cambio...

Così il cavaliere propose alle dame di incamminarsi per strade sconosciute, fino al suo palazzo.

Austero all'esterno, dentro gli specchi moltiplicavano le luci, stanze finemente arredate si aprivano come scenari una dopo l'altra, sorvegliate da statue preziose di animali in delicata porcellana...fino alla sala del banchetto dove era stato allestito un ricco pranzo ...dove tutti si riposarono e si intrattennero in conversazioni e ascolto di musiche, evocando memorie di antichi narrari cavallereschi, di amabili compagnie riunite a raccontarsi nei castelli.

La rossa città della montagna anche stavolta aveva aperto uno dei suoi luoghi segreti.

Ma le ombre si allungavano, gli effetti magici di quell'appuntamento anche stavolta si erano manifestati e ognuna doveva tornare al suo regno, portando con sé la forza e il calore dell'amicizia.

Le barche scivolavano silenziosamente sulle vie d'acqua della città, colorate dal sole del tramonto, fino ad immergersi nel buio della sera, verso i quattro punti cardinali...

 

 
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LA SCUOLA NON E' FINITA

Post n°607 pubblicato il 23 Novembre 2010 da atapo
 

 

COSPIRATORI


Borrani O., Cucitrici di camicie rosse, 1863

Chi avesse visto, domenica mattina sotto una pioggia scrosciante, delle persone, sole, in coppia, a piccole gruppetti, con quaderni per appunti sottobraccio e pacchettini per un pranzo- al-sacco-fai-da-te, aggirarsi di buon passo nel deserto delle strade di periferia ed entrare furtivamente in una scuola stranamente aperta...potrebbe aver pensato a cose strane...cospirazioni...o altro...

Erano insegnanti di tutti gli ordini e gradi di scuole, compresi alcuni dirigenti: una parte di quei “fannulloni” così altamente tenuti in considerazione da certi esponenti politici, che avevano deciso di dedicare al “lavoro” anche un giorno festivo.

Si trattava di uno dei due incontri plenari che ogni anno sono organizzati dal CIDI di Firenze, associazione del personale della scuola di cui faccio parte e a cui continuo ad offrire il mio piccolo contributo, vista la mia attuale posizione “free lance” nella scuola.

Una giornata intera a discutere di problematiche scolastiche e a scambiarci esperienze e “buone pratiche” di lavoro coi ragazzi.

Stavolta il titolo generale era LA SCUOLA DI QUALITA' PER TUTTI e viene subito da sorridere amaramente se si pensa alla situazione reale odierna della scuola italiana: con che coraggio e in che modi si può parlare di QUALITA' ?

C'erano la presidente nazionale del CIDI, alcuni responsabili politici a livello nazionale e regionale,

i gruppi di confronto e discussione toccavano queste tematiche:

Scuola oggi, scuola domani

Autonomia scolastica e ruolo delle regioni

Cittadinanza e intercultura

Valutazione di sistema, delle scuole, degli apprendimenti, dei dirigenti e degli insegnanti

Argomenti importanti, corposi, da cui dipende davvero ora la qualità della scuola e la qualità delle generazioni che da questa usciranno.

Tematiche che devono fare pesantemente i conti con la politica scolastica centrale ottusa, rivolta a tagliare indiscriminatamente risorse, tempi e personale, avviando un processo degenerativo ed elitario della cultura, che farà sentire i suoi effetti sempre più pesanti maggiormente sulle fasce più deboli dei futuri cittadini (ma saranno ancora cittadini, o sudditi, o cos'altro...?)

Nonostante tutto nel CIDI lavoriamo e cerchiamo di trovare strategie per garantire a tutti il successo formativo, per una scuola che sia democratica, di tutti e di ciascuno. Parole da concretizzare in metodologie, scelte didattiche, attenzione alle relazioni che si instaurano nella classe, formazione di percorsi e curriculi, stili di insegnamento che non siano trasmissivi, ma laboratoriali e collaborativi, in cui ognuno trovi il suo spazio...

Dove si riesce, è una carta vincente.

Un compito importante ora è quello di diffondere le idee in cui crediamo, proponendole e discutendo con gli altri colleghi, facendo partecipi e consapevoli del lavoro anche le famiglie dei nostri alunni. In questo momento in cui le notizie ufficiali sulla scuola sono tutte da una certa parte una controinformazione deve essere diffusa attraverso tutti i canali disponibili...

...ecco il perchè di questo post.

Sì, forse un poco cospiratori lo siamo...vogliamo una scuola diversa...

 

 
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MI RICONOSCI ?

Post n°606 pubblicato il 20 Novembre 2010 da atapo
 

 

LA VITA E' ANCHE COSI'


Mondrian P. L'albero rosso

Sabato mattina, al supermercato di quartiere.

Tra la folla prevedibile, visto il giorno e l'ora, cerco di districarmi col carrello più in fretta possibile, maledicendo dentro di me la pioggia e le circostanze domestiche sfavorevoli che mi hanno costretto a fare la spesa proprio adesso...

Fra il banco surgelati e le nuove casse self-service a un tratto mi sento osservata: chi mi sta guardando con insistenza è una donna poco lontano, che si sta avvicinando a me mentre l'uomo che pare l'accompagni spinge il carrello giù per una corsia accanto.

E' una donna dall'età indefinibile, alta, o meglio bassa, circa come me, viso pallido e guance un po' incavate, capelli di media lunghezza castani, ma che alla radice rivelano il bianco di chi dovrebbe ormai rifarsi il colore...

Porta un cappotto grigio, lungo, largo che le casca da tutte le parti. Si appoggia ad un bastone che tiene nella mano sinistra e questo appoggiarsi la fa curva, anzi, completamente storta, sembra avvitata sul suo sostegno, perchè la parte destra del corpo è quasi paralizzata: il braccio lungo il fianco, la gamba rigida che si trascina ad ogni passo.

Non mi pare di averla mai vista...

Mentre faticosamente mi raggiunge vedo dalle sue labbra che mi sta dicendo qualcosa, sussurra, c'è confusione, non capisco...probabilmente mi starà chiedendo un'informazione...

Mi chino verso di lei, la sua voce è un soffio, esce a fatica, ripete: “Cristina V...” e mi guarda intensamente...

E allora riconosco gli occhi e capisco ...e non vorrei crederci...è una collega della scuola media, con cui lavorai in certi anni per i progetti europei...ben più giovane di me...ridotta così!

Il mio attimo di stupore e incertezza la spinge a sforzarsi ancora per farsi riconoscere: “Scuola media M...”

Vorrei che dal mio sguardo sparissero tutte le sensazioni che sto provando e che riuscissi a dimostrarle solo...che cosa? Non lo so nemmeno, gioia di rivederla, ma così...

Che si deve dire in questi casi, che si deve fare? Oh, saper trovare in un attimo le parole giuste per lei, che ha voluto farsi riconoscere, ma di cui io ora non so nulla, cosa è successo, che cosa prova...

E in quel luogo, poi, in quel caos!

“Sì, mi ricordo di te! Da quanti anni non ti vedevo!”

E' un prendere tempo, vorrei dire e non dire, chiedere o far finta di nulla, tutta quella gente attorno mi mette a disagio, non credo sia il posto per raccontarsi dei guai, poi...non riesce quasi nemmeno a parlare!

Mi butto: “Però, vedo che ci sono dei problemi...”

Il suo è più con la testa che con la voce.

“Allora non sei più a scuola” Anche il NO è uguale.

“Nemmeno io sono più a scuola, ho dovuto andare in pensione per motivi di salute, già da qualche anno” quasi a giustificarmi di non saper nulla di lei e delle sue vicissitudini, che poi quando sarà successo...? Temo sia solo un tentativo maldestro di avvicinare i miei problemi di salute ai suoi...

Lei continua ad annuire e a guardarmi quasi sorridendo.

“Ci manca la scuola, vero? Anche se adesso è diventata un caos”

“Sì, tanto” mi risponde in un soffio, con la nostalgia negli occhi.

E ora? Che le dico...

“Ma tu abiti qui vicino, visto che fai la spesa qui?”

“Sì”

“Allora ogni tanto capiterà di rivederci ancora, magari non di sabato, ma in un giorno più tranquillo!”

Sorride, si avvia lentamente verso quell'uomo che l'aspetta e ci guardiamo sorridendoci ancora una volta nel saluto. Spero di non averla delusa, che non le dispiaccia di avermi fermato...

Pian piano mi torna in mente il passato: era una ragazza impegnata, entusiasta, mi pare insegnasse inglese, era andata anche all'estero per i nostri progetti Comenius...era alta, bella, slanciata...

Che sarà successo? Posso tirare a indovinare, un incidente, un ictus...

Ammiro il suo coraggio: al suo posto, non so se avrei cercato per prima un incontro con chi non vedevo da anni e che in fondo non mi riconosceva nemmeno...

Il vederla così mi ha rattristato e mi ha sconvolto...non si arriva ad immaginare...

...ma nella vita capita anche questo, a volte è questione di un attimo...

So a chi potrei chiedere informazioni e lo farò.

Ma soprattutto vorrei incontrarla di nuovo, con calma, forse potremmo avere ancora qualcosa in comune...

 

 

 
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FRANCESE PER CUCCIOLI 2010

Post n°605 pubblicato il 18 Novembre 2010 da atapo
 

 

CALCIATORI, VELINE ...

...o...

...PICCOLI PRINCIPI ?

 

 

Ho cominciato anche quest'anno il mio corso extracurriculare di francese per bambini di scuola primaria.

Ma le cose sono molto cambiate...

Dopo la presentazione nell'istituto delle proposte di vari corsi extracurriculari e la raccolta delle adesioni, la professoressa responsabile dell'organizzazione mi aveva telefonato allibita:

in quasi tutti i corsi c'era stato un calo vertiginoso di iscrizioni!

Si salvava abbastanza il corso per imparare uno strumento musicale, gli altri...una strage!

Per non essere arrivati al numero minimo di iscritti non sarebbero partiti il gruppo di canto corale, né gli approfondimenti dell'inglese per materna, elementare e media, né altri corsi che ora non ricordo.

Perfino il corso di ceramica del mio amico pittore, sempre richiestissimo tanto che due anni fa i grandi ne furono esclusi e l'anno scorso l'insegnante ne fece due di corsi per accontentare tutti i più di 40 richiedenti, ecco, quest'anno aveva solo 11 iscritti e non sarebbe iniziato se non arrivavano a 15 (poi raccattati all'ultimo tuffo)!

Ed io? Gli iscritti per francese erano 3!      Sì, tre!

Dopo tutto il successo e la soddisfazione che mi avevano dimostrato bambini e genitori alla fine dell'anno scorso...mah!

Io sarei partita lo stesso, tanto per me non ci sono problemi di budget, ma tutto era molto strano...

Ho fatto un salto a scuola nei giorni successivi, per cercare di capire chiedendo ai bambini un po' di tutte le classi, tanto tutti mi conoscono perchè “passavano” da me a prendere i libri in prestito in biblioteca.

E ho scoperto...

...che la maggior parte dei Cinesi frequenta tutti i pomeriggi dopo la scuola i corsi per imparare la lingua cinese, che si tengono nel quartiere: ottimo, ma poverini, un bell'impegno! Però ne vanno giustamente molto fieri di questa opportunità.

...che una delle due parrocchie in zona fa il catechismo proprio di mercoledì pomeriggio, così mi porta via i potenziali alunni cattolici praticanti!

...Ma soprattutto ho scoperto che molti sono impegnati già due o tre volte alla settimana in corsi non organizzati dalla scuola, quindi ne hanno abbastanza. Che tipo di corsi?

I maschi al calcio e le femmine a danza, ma non certo danza classica...tutto molto più moderno!

Ecco cosa va di moda ora!

Forse sono maligna, ma ho pensato subito che passano rapidamente certi messaggi...

...altro che cultura, lingue straniere ecc...

...meglio avviarsi ad uno splendido futuro di calciatori e veline!


Poi i miei tre iscritti sono diventati cinque ed abbiamo cominciato...

Tutto diverso dagli anni scorsi: cinque bambini (ammesso che siano tutti presenti!) è quasi una lezione privata, ci sediamo attorno a un tavolo...loro sono molto entusiasti e contenti di questa situazione così familiare, io cercherò di non deluderli e di farmi venire in mente qualche bella idea per passare bene il tempo insieme. Intanto si possono fare più giochi, così in pochi...

Ah, dimenticavo! I cinque mi hanno chiesto di restare nella stanzina dell'anno scorso: ora c'è un'aula grande per le lingue, ma dato che l'insegnante di inglese l'ha già riempita di cartelloni, nella stanzina piccola vogliono essere liberi di attaccarci i loro disegni, la carta geografica, i cartelloni...tutto in francese! Tanto, anche se è piccola, ora lo spazio basta e avanza (purtroppo)

E collegato a questo ci sarebbe la gestione della biblioteca, ma ne parlerò un'altra volta...

 

 
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ARTE

Post n°604 pubblicato il 14 Novembre 2010 da atapo
 

INSTALLAZIONI

 

Ma chi c'è lassù?



Sì, è proprio lui!



Per Firenze è il simbolo della città, il simbolo della libertà dagli oppressori,

avrebbe dovuto stare lassù da parecchi secoli,

era stato scolpito per stare lassù...



Poi, in un sabato pomeriggio di struscio e di shopping

anche lui ha voluto confondersi fra i turisti e i fiorentini,

ma si è fatto sempre notare!



 

Eri fuori dal tempo a passeggiare tra l'erba di un improbabile prato davanti al duomo...


 

 

 

 

...mentre la luna

 

cominciava a distendere

 

i suoi colori delicati...

 
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NOMI

Post n°603 pubblicato il 12 Novembre 2010 da atapo
 

 

LA NONNA SBAGLIATA



 

Nel giorno del pranzo-riunione di famiglia era uno spasso sentire M (d'ora in poi solo iniziali, per “combattere” Facebook, tanto chi conosce capisce) che ripeteva, più o meno storpiandoli, i nomi di tutti i presenti.

Allora mia figlia gli suggeriva di chiamarmi “nonna R”, mettendo anche il mio nome, così da distinguere dalla “nonna E”, la nonna paterna.

Ma come tutti i bambini di circa due anni M faceva come gli pareva e non c'è stato verso quel giorno che ripetesse il mio nome. Probabilmente non trovava il motivo per sforzarsi visto che fino a quel momento gli era stato sufficiente dire solo nonna...

Il giorno successivo M e i suoi genitori sono andati in visita dall'altra nonna. Mia figlia dice che ci vuole la “par condicio” perchè sua suocera si lamenta “questo bimbo non lo vedo mai... non vi fermate mai da noi”...

Insomma, appena arrivati là, tra convenevoli e abbracci (appiccicosi, dice maligna mia figlia), questa nonna gli avrebbe chiesto: “Sei contento di venire dalla nonna...come si chiama la nonna?”

E M trionfante: “Nonna R”!

Mia figlia e suo marito hanno avuto un bel da spiegare che spesso M ripete nei momenti più impensati e anche a sproposito i nomi che ha imparato da poco e che il mio nome avevano tentato di metterglielo in testa tutto il giorno precedente...

...dicono che la mia consuocera ci sia rimasta proprio male!

 
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ARCHEOLOGIA

Post n°602 pubblicato il 09 Novembre 2010 da atapo
 

 

RICORDO DI POMPEI



 

Ciò che è accaduto a Pompei nei giorni scorsi è vergognoso, ma purtroppo non mi sorprende più di tanto vista la situazione di estremo disinteresse ed incuria per la conservazione e la valorizzazione dei nostri beni culturali, che attraverso un turismo rispettoso e intelligente potrebbero diventare la prima fonte di reddito in Italia...

Ma non voglio esprimere una indignazione politica...

...vorrei lasciare un ricordo del mio passato...

Io e mio marito andammo a visitare Pompei un'estate di molti anni fa, nel periodo in cui i figli, allora bambini, erano in colonia quindi ne approfittavamo per qualche giorno... in coppia!

Percorrevamo le strade ed entravamo nelle case (quelle aperte, naturalmente) immaginando, come penso facciano tutti, la vita che vi si era svolta, sulla base delle nostre reminiscenze di quanto avevamo studiato nella storia, io raccontavo a mio marito anche quello che ricordavo dagli esami di latino, dalle ricerche sulla vita romana che avevo svolto con le classi...

C'erano pochi turisti, forse perchè faceva molto caldo.

C'erano alcuni guardiani a controllare qua e là.

Uno di questi, non mi ricordo più per quale motivo, si era messo a chiacchierare con noi, forse gli avevo chiesto una spiegazione, a me vengono le curiosità più strane, a volte. Ai napoletani piace la conversazione, cominciò ad accompagnarci nel nostro giro parlando del più e del meno, naturalmente anche dei problemi di quella zona archeologica, che obbligavano a chiusure e transenne...

Quando gli dissi che facevo la maestra di scuola elementare, restò colpito e ci invitò: “Venite con me.” Noi due eravamo un po' perplessi, perchè lui si avviava tra l'erba alta, fuori dal percorso...che aveva in mente? A entrambi erano balenati foschi pensieri...

“Non abbiate paura, seguitemi...”

Ci fidammo, ma con un po' di ansia: ci condusse per sentieri a lui conosciuti tra le erbacce...

apriva cancelli arrugginiti con le chiavi enormi che portava alla cintura...

entrava in edifici proibitissimi dove non si vedeva l'ombra di un turista...

confesso che l'ansia aumentò quando ci fece entrare in qualcosa di buio, sembrava un antico sottoportico che, forse per i crolli, ora era diventato sotterraneo...

“Guardate!” E ci indicò un muro, il suo dito ci segnava ad un'altezza di circa 50 cm...

Ormai avevo il cuore in gola, mai mi sarei aspettata di vedere sulla parete, graffiti con qualcosa di appuntito,...dei piccoli disegni, ometti, animali, sgorbi indecifrabili...che avevano qualcosa di sconosciuto e familiare allo stesso tempo...

Io e mio marito eravamo ammutoliti: solo noi lì a vedere...che cosa?

“Sono disegni di bambini, la guida rispose alle domande che l'emozione ci aveva impedito di porre, questo era un porticato, c'era una scuola. I bambini sono uguali sempre e dappertutto, oggi incidono i banchi, qui hanno inciso sul muro, forse erano i soliti indisciplinati che si nascondono in fondo e invece di stare attenti alla lezione...”

Ci raccontava tutto questo con dolcezza, quasi con affetto e faceva animare il sottoportico del vocio dei piccoli Pompeiani, del maestro che si sgolava mentre qualcuno, impunito, esprimeva la sua personalità... sul muro della scuola!

“Ma perchè sono qui nascosti e nessuno li può vedere?” gli chiesi.

“Che volete, mae', con tutte le cose importanti da vedere a Pompei, a chi può interessare questa...in fondo sono solo scarabocchi di bambini...” però il suo tono mi pareva dispiaciuto.

Già, solo scarabocchi... già, solo bambini...questa è la solita risposta...

Che fine avrà fatto quel muro in mezzo alle erbacce, dietro cancelli arrugginiti, in una zona proibitissima ai turisti?

Forse sarà polvere, mescolata alla polvere in cui sono svaniti quei piccoli artisti...

 

 

 
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PERCHE' ?

Post n°601 pubblicato il 09 Novembre 2010 da atapo

L...I...B...E...R...O... ci sei?

Mi associo alle lamentele che vari amici hanno scritto sui loro blog.

Ultimamente LIBERO è di una lentezza esasperante, sia ad aprirsi, sia a pubblicare i commenti...a volte non apre per niente.

Così un'amica mi ha scritto chiedendomi dove fossi finita, visto che sembravo svanita nel nulla...

Insomma, forse ci vorrebbe una revisione...io non ci capisco nulla, però una ragione ci dev'essere...

 
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PRANZO DI FAMIGLIA

Post n°600 pubblicato il 07 Novembre 2010 da atapo
 

 

12 … QUASI 13


Paul Klee

Ecco in quanti eravamo, a pranzo insieme in casa mia.

Questo è il numero dei miei cari più cari, quelli che ho più vicini nel cuore, quelli a cui penso ogni giorno, quelli che riempiono di più la mia vita...

E ci siamo stati tutti attorno ad un tavolo che si è allungato...allungato...

Erano molti anni che non succedeva.

Mi sono resa conto con tristezza che certe difficoltà e durezze della recente vita passata avevano annullato questi momenti, che motivi più o meno validi avevano rinviato o negato questa possibilità già da molto tempo...

E, come una volta, ho programmato qualche ora ai fornelli per qualcosa di speciale...speciale non perchè elaborato, ma perchè di sicuro sarebbe stato gradito a tutti, avrebbe contribuito a lasciare un buon ricordo dello stare insieme...

Mi pareva di aver dimenticato l'abitudine alle grandi dosi, all'inizio ero un po' persa mentre pianificavo il tutto, per fortuna c'è un'ottima rosticceria che dà un piccolo sostegno...

Siamo stati molto bene: ognuno ha portato se stesso: chi le chiacchiere e i pettegolezzi bonari, chi le sue battute, chi i suoi timidi sorrisi, chi la sua calma rassicurante, chi le solite critiche a tutto...

I bambini hanno seminato i loro giochi dappertutto sopra e sotto il tavolo, fra manine impiastricciate di crocchette sul divano e tentativi di afferrare la tovaglia per sgomberare anzitempo...

Sono stata zia e nonna insieme: qualcuno era fiero di aiutarmi ad apparecchiare, qualcuno mi assisteva in cucina cercando di spingere tutti i pulsanti degli elettrodomestici, qualcuno mi dava il suo sostegno con meravigliosi sorrisi e tendendomi le manine ogni volta che gli passavo accanto...

Un affettuoso pensiero al (o alla?) quasi 13, ancora piccolissimo, che stava tra noi anche se nascosto e ci ascoltava: ecco cucciolo, siamo tutti qui oggi, inizia a conoscerci e a riconoscerci...

Finito il pranzo, i più piccoli cominciavano a reclamare il loro pisolino ritardato, qualcuno doveva tornare alla sua città prima che si alzasse la nebbia, pian piano ogni famiglia se ne è andata...

Nela casa di nuovo silenziosa, è venuto il tempo della lavapiatti a pieno regime...

A me è rimasto il cuore pieno di gioia, mi pareva che gli ospiti avessero lasciato mille coriandoli luccicanti di voci, di risate, di gesti, di abbracci... che continuavano a riempire tutte le stanze.

 

 
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IN ARRIVO

Post n°599 pubblicato il 04 Novembre 2010 da atapo
 

 

DOVE VOLANO LE CICOGNE

Pare che qui in Toscana stiano tornando le cicogne. In alcune aree naturalistiche hanno nidificato, ci restano volentieri, sono studiate dagli scienziati, accudite dai volontari, ammirate dai visitatori...speriamo rispettate dai cacciatori!

E sembra proprio che le cicogne compiano il loro dovere fino in fondo...perchè...

qui in famiglia arriverà un bebè nuovo !

Martino non sarà più figlio unico...

Nascerà in maggio, potrebbe nascere anche il giorno del mio compleanno...

La notizia non era da diffondere finchè tutta la faccenda non si fosse avviata bene, così aveva deciso mia figlia,

ma ormai...comincia a diventare evidente anche dentro ai vestiti!

Diventerò...nonna tris, o come si vuol chiamare...

Che dire? Ne sono contenta! Sapevo che non avrebbero voluto un solo figliolo, magari avrei preferito aspettare ancora un poco...Martino non ha ancora due anni, sarà dura gestirli, a cominciare dalle vagonate di pannolini! Io non sono nelle condizioni fisiche per dare grossi aiuti, mio marito non ne parliamo...

...ma ce la faranno! (e ce la faremo!)

 
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INCONTRI

Post n°598 pubblicato il 02 Novembre 2010 da atapo
 

 

E  TI  VENGO  A  CERCARE


Mirò, Constellation3

 

Festa dei santi, festa dei morti.

Se mi è possibile, evito di andare nei cimiteri in questi giorni. Troppa folla, troppi fiori quasi ostentati, troppe commozioni che mi imbarazzano, lacrime e sospiri lì davanti a tutti quelli che passano, ognuno con le sue tristezze più o meno grandi, ma perfetti sconosciuti.

Preferisco andarci nei “giorni qualunque”, quando non c'è quasi nessuno, come se andassi davvero a fare una visita a quella persona cara che non incontro da tanto, mi viene da sedermi accanto a lei e da raccontarle...da chiederle un' opinione...

Confesso che queste mie visite sono rare: i miei cari sono tutti in altre città, bisogna organizzare un viaggio. Non per questo li dimentico, ora ho un altro luogo dove incontrarli...

Questi giorni d'autunno così scuri, così piovosi aumentano la malinconia che mi conduce a pensare a chi non c'è più, a ricostruirne nella memoria i lineamenti e i gesti...

Allora salgo nella stanza più in alto, faccio qualcosa, magari leggo o stiro, però pian piano è come se quei mobili, quegli oggetti, quelle foto che provengono dal passato e che ho raccolto lassù mi abbracciassero e mi trasmettessero il calore della presenza di coloro che li avevano usati per anni, così li sento vicini e pian piano ci incontriamo ricordando quello che è stato...

...in fondo, nella mia casa quella stanza è la più vicina al cielo...

 

 
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