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CEVENNES 3

Post n°1468 pubblicato il 18 Settembre 2017 da atapo
 

IO  e  STEVENSON


Robert Louis Stevenson, l'autore del famosissimo “L'isola del tesoro” oltre ad altre opere, nell'autunno del 1878 fece un viaggio in Francia da Monastier-su-Gazelle fino ad Alès: partito dall'Ardèche attraversò il territorio delle Cevennes. Andava a piedi, accompagnato da un'asinella, Modestine, che gli portava tenda e bagagli. Il racconto di questa avventura diventò poi un libro: “In viaggio con un asino nelle Cevennes”, quello che ho messo ad illustrare uno dei post precedenti.
Noi eravamo passati da Monastier nel 2010 durante il nostro viaggio lungo il corso della Loira e appunto là ci venne voglia di conoscere meglio le Cevennes, di ripercorrere, più o meno, il percorso di Stevenson: con un camper anziché con un'asina, quasi un secolo e mezzo dopo… Io allora il libro non l'avevo letto, ma ne ero molto incuriosita, lo comprai e aspettavo di leggerlo proprio per l' occasione. E così ho fatto, praticamente io leggevo le avventure e le descrizioni di Stevenson quasi contemporaneamente al passaggio nei luoghi citati ed era davvero emozionante scoprire quanto in realtà poco fosse cambiato, soprattutto in quegli aspetti della natura che per fortuna lassù sono rimasti incontaminati nonostante il lavoro dell'uomo, che si mantiene rispettoso dell'ambiante. Per questo le Cevennes sono state dichiarate Patrimonio mondiale dall'Unesco. La differenza maggiore era che noi non dormivamo sotto le stelle infagottati in un sacco a pelo di pelle di pecora, ma dentro al nostro camper la differenza non è poi molta, le notti in montagna nonostante il sacco a pelo sono fresche… e piene di strani rumori. Quando leggevo, rivedevo nella mente gli stessi paesaggi che avevo appena passato, come vivere in un film! 
Inoltre Stevenson racconta tanti aneddoti e fatti storici locali, di cui trovavo riscontro giorno per giorno: le guerre dei Camisards a cui ho  già accennato, la Bestia del Gevaudan, un lupo enorme che per molti mesi terrorizzò la zona a nord di Florac divorando bambini e ragazze che pascolavano le greggi… (Gevaudan era il nome antico della Lozère, il territorio intorno al monte omonimo, il più alto della regione)
Una delle cittadine attraversate da Stevenson l'avevo già conosciuta meglio dal punto di vista letterario, perché in uno dei miei spettacoli teatrali avevo interpretato proprio la parte dello scrittore quando fa sosta all'osteria di Pont-de-Monvert, dunque ero curiosissima di vederla dal vero, quella cittadina.
A Stevenson era piaciuta molto… ed anche a me!

 

il centro del paese affacciato sul Tarn

 

Molti audaci anche oggi ripercorrono a piedi il percorso dello scrittore, o alcuni tratti, ma è diventato uno sport, tutto è ben segnalato, vi sono punti di sosta adeguati e attrezzati, si possono noleggiare anche gli asini.

 

escursione con l'asino


Pont-de-Montvert è uno di questi, uno dei più famosi. E' un paese piccolo, ma molto grazioso e vivace, le case hanno tetti grigi di ardesia, ci sono tanti fiori e tanto verde, la via principale si affaccia sul fiume Tarn, per terra sul ponte c'è la segnaletica orizzontale per il passaggio delle greggi che ancora oggi praticano in zona la transumanza e possono creare… ingorghi nel traffico, visto quanto sono strette le strade e piccoli gli incroci!

 

 

L'area camper sta un po' in alto, ma si può arrivare in centro a piedi per una stradina quasi tutta pedonale tra case antiche: una volta era la Grande Rue, cioè la strada principale! Quella percorsa da Stevenson probabilmente…

 

la Grande Rue

 

Come lui anche noi abbiamo trovato la Nostra Osteria, il ristorante “La truite enchantée” dove si mangiava così bene e a buon prezzo che ci siamo ritornati a quasi tutti i pasti. Dal terrazzo e dalla saletta da pranzo la vista era deliziosa…  Così come la trota, o la torta di castagne, tutti prodotti locali!

 

 

Nella periferia del paese c'è il Museo della Lozère, che presenta la geologia, la storia e le tradizioni della zona, è molto interessante, ci dice fra l'altro che nei dintorni sono state trovate orme di dinosauri.
Come per Florac, dispiace ripartire, ci consoliamo perché riusciamo a restare fino al giorno di mercato ed è ora di fare provvista di prodotti locali per noi e da portare ai figli: salumi, formaggi, focacce, mieli, marmellate e l'aligot, un saporito purè densissimo arricchito col formaggio e l'aglio, che fa piatto unico alla nostra cena.

 

 

Prima di lasciare la zona vorremmo fare un salto a vedere un mulino ancora attivo in una zona rocciosa, che sarebbe il punto di inizio per un'escursione per noi proibitiva. Ci avviamo col camper, ma presto la strada si fa sterrata, poi troppo stretta e ripida... con mille manovre dobbiamo arrenderci e tornare sulla strada principale. Ecco uno dei problemi dei camper: non vanno dappertutto, spesso le strade indicate fanno riferimento alle auto e chi ha un mezzo più grosso si trova nei guai, non è la prima volta che ci succede! Mi dispiace, ma non ci si può fare nulla, vedremo altro di interessante, abbiamo ancora molta strada da fare.

 
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