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PASQUA BASSA

Post n°945 pubblicato il 30 Marzo 2013 da atapo
 
Tag: memoria

 

DIRTY EASTER

 

Bologna, Giardini Margherita

Quando la Pasqua cade alla fine di marzo, e spesso è freddo poiché la primavera non è ancora stabilizzata, mi viene sempre in mente una Pasqua bassa di tantissimi anni fa, un lontano ricordo di gioventù...

Posso dire anche esattamente l'anno: era il 1967, la Pasqua cadeva attorno al 25-26 marzo (si potrebbe controllare nei calendari perpetui...), però non faceva troppo freddo, ricordo ancora che nel giorno che sto per raccontare portavo una maglietta verde a maniche corte sotto il giaccone color cammello dalla foggia che andava di moda: il giaccone dei Beatles e come quello dei Beatles avevo anche il cappellino di panno nero.

All'inizio del mio ricordo che diventa storia c'è un'amica, si chiama A., una grande amica, avevamo fatto la scuola media nella stessa classe, ora avevamo sedici anni ed eravamo ancora in classe insieme. Una compagna di merende...andavamo molto d'accordo, un po' pazzerelle entrambe, ne combinavamo di tutti i colori, entrambe avevamo un fratellino minore di alcuni anni che le nostre mamme ci “appioppavano” spesso quando volevamo uscire insieme, era un sistema di controllo efficace che noi sopportavamo perchè... allora era così: si ubbidiva (magari cercando altre vie di fuga...).

In quel mese di marzo eravamo tutte e due innamorate, anzi di più: ognuna aveva finalmente “il ragazzo”, il primo amore naturalmente all'insaputa dei genitori, con cui ci incontravamo qualche ora al sabato pomeriggio, in centro a Bologna, dopo la lezione di educazione fisica che avevamo al sabato dalle 15 alle 16. Il mio era il siciliano dagli occhi verdi campione sportivo della nostra scuola, di cui ho già parlato qui , il suo non lo ricordo.

Per quelle vacanze di Pasqua di fine marzo io e A. avevamo architettato un piano: avere il permesso di andare in centro insieme al sabato pomeriggio (senza fratellini), con la scusa di ultimi acquisti pasquali, poi naturalmente incontrarci con...

Tutto sembrava filare liscio, ma improvvisamente arrivò uno sciopero degli autobus proprio per il pomeriggio del sabato santo! L'ansia che tutto saltasse... per l'andata il bus c'era, ma non per il ritorno... Saremmo tornate a piedi! Promettevamo ai genitori. I miei ce ne misero a cedere, avevano paura che mi stancassi a camminare tanto... suppliche, discorsi, promesse che non avrei corso... Ma finalmente...sììì! E ci precipitammo, io e A., in un bar a telefonare ai nostri innamorati: io non avevo telefono, lei non voleva farsi scoprire...quel bar conservava i nostri segreti telefonici in quel periodo.

Tutto quel sotterfugio...la mia coscienza un pochino si faceva sentire. Era la mia prima Pasqua NON da brava ragazza... c'è sempre una prima volta... ma ero innamorata e avevo sedici anni.

Quel sabato i due ragazzi ci aspettavano come convenuto al capolinea del nostro autobus: le due coppie si divisero, ognuna andò per i fatti suoi, dandoci l'appuntamento lì dopo qualche ora.

Dove andammo io e lui? Francamente non lo ricordo, ricordo la gioia, l'emozione, il timore leggero che mi vedesse qualcuno che conoscevo, ma il luogo di quel giorno no, non lo ricordo.

Forse, come facevamo gli altri sabati, saremo andati al Boowling oppure in un baretto fumoso sotto i portici che aveva una stanza coi tavolini al piano di sopra, rifugio per coppie di giovani innamorati come noi, oppure, molto più probabile visto che era bel tempo, avremo allungato la passeggiata fino a certi giardini pubblici dove avevamo scoperto una panchina appartata sotto due grandi alberi che univano i loro rami sopra alle nostre teste...ed era diventata la nostra panchina romantica. Un pomeriggio insieme, indimenticabile!

All'ora convenuta ci ritrovammo con l'altra coppia e dopo l'ultimo bacio io e A. affrontammo a piedi la via del ritorno...lunga alcuni chilometri!

Per abbreviare passammo attraverso i Giardini Margherita, il parco più grande e bello di Bologna. Naturalmente era tardissimo, il sole appena tramontato dietro quegli alberi maestosi, il crepuscolo che rapidamente diventava sempre più buio e noi due che avevamo ancora tanta strada da fare...ma eravamo felici, il brivido della trasgressione e l'emozione che si prova a sedici anni e al primo amore... Cominciammo a correre per il parco, tenendoci per mano, ridendo e cantando...

Ecco, come ho ancora vivo il ricordo di quella corsa di gioia dentro l'ultima luce della giornata!


BUONA PASQUA A TUTTI !

 

 

 

 
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