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ADDIO ALBINO

Post n°1217 pubblicato il 15 Aprile 2015 da atapo
 

UN ALTRO AMICO SE NE VA

 

Conoscete questo signore? Probabilmente no, oggi voglio farvelo conoscere io.
Il 31 marzo, un piccolo articolo su un giornale annunciava la sua morte ed io ne sono rimasta profondamente rattristata.
E' stato infatti un amico nei miei anni lavorativi più belli ed entusiasmanti, lo scrittore Albino Bernardini, nato nel 1917 in Sardegna, dove ha vissuto a lungo, poi residente a Tivoli, ma legatissimo alla sua isola dove ritornava per l'estate.
Le nostre strade si incrociarono moltissimi anni fa...
Forse qualcuno ricorda il film per la TV "Diario di un maestro", dei primi anni '70, che raccontava l'esperienza in una scuola di frontiera nella periferia romana, in cui si applicavano i principi della scuola attiva e di Freinet, che erano alla base anche del mio modo di fare scuola. Quella era una storia vera, tratta da uno dei primi libri di Albino: "Un anno a Pietralata" , era lui che aveva davvero vissuto quell'esperienza, lui uno dei maestri che credevano in un modo nuovo di fare scuola e di vivere una comunità scolastica educativa. Anche lui era uno dei miei "guru", come Mario lodi, Gianni Rodari... ne leggevo con passione i suoi scritti, finchè...
Verso il 1985 sul quotidiano Paese Sera ogni settimana usciva una pagina curata da Albino, composta soltanto da scritti di bambini: poesie, racconti, storie di vita... Io le leggevo ai miei scolari e quando uscì un concorso di poesie anche la mia classe ne inviò una: "L'albero in città", che parlava della vita di un povero albero piantato lungo un viale cittadino... Fummo tra i vincitori, la premiazione era a Roma,una domenica, alla sede del giornale. I genitori di quella classe erano meravigliosi e in un batter d'occhio organizzarono la trasferta a Roma: chi in treno, chi in auto, chi aveva al seguito oltre il proprio figlio anche qualche compagno i cui genitori non potevano... Fu una giornata esaltante, naturalmente! Tornammo carichi di libri per la nostra biblioteca e trionfanti. Nei giorni successivi gli alunni scrissero ad Albino una letterina di ringraziamento... a questa lettera ne seguirono molte altre, dalla classe seconda fino alla quinta la nostra corrispondenza con Albino proseguì, diventando amicizia: letterine personali, storie inventate insieme, cronache delle esperienze scolastiche, disegni e foto... A volte la realtà diventava favola, da un fatto vero nasceva una storia di fantasia dove i bambini erano protagonisti. Anch'io gli scrivevo, il mio foglio partiva insieme agli altri. E Albino ci rispondeva sullo stesso tono, l'arrivo della posta era sempre una gioia. Eravamo in quarta quando Albino venne a Firenze e passò una giornata a scuola con noi: immaginate l'orgoglio dei suoi piccoli amici!
Quella classe passò alla scuola media ed io gli chiesi se aveva piacere di continuare la corrispondenza con i miei nuovi piccoletti di prima: lui ne era felice, così fu una motivazione allo scrivere mandare le prime piccole frasi ad uno SCRITTORE amico della maestra! E il gioco riprese, con sempre nuova fantasia e nuove invenzioni, avevamo anche le sue foto e quelle dei suoi nipotini di cui ci raccontava le prodezze, leggevamo i racconti che lui via via pubblicava per ragazzi..
Intanto io scoprivo un fatto curioso: leggendo un altro libro di Albino, "L'avventura di un povero soldato" in cui narrava di quando aveva combattuto in Grecia e in Albania, trovavo strane analogie con certi fatti sentiti in famiglia di uno zio nato anche lui nel 1917, che aveva combattuto negli stessi luoghi, poi rimpatriato perchè ferito. Ne parlai a questo zio, probabilmente i due si sono anche conosciuti perchè lui ricordava i Sardi suoi commilitoni...
L'anno successivo Albino ritornò a Firenze per un incontro con la nuova classe: lo trovai invecchiato, stanco... Stavolta non arrivammo alla quinta, le lettere pian piano diradarono finchè ci scrisse sua moglie, dicendoci che lui era ammalato e non riusciva a scriverci. Però ci pensava e conservava tutte le nostre lettere insieme a quelle di tante altre classi... I bambini capirono, ma che tristezza: sono momenti di dura crescita...
Anch'io conservo tutte le sue lettere, con tanto affetto e nostalgia: la storia di un caro amico insieme alla storia di anni belli e ricchi  di impegno e di soddisfazioni, in cui speravamo di dare contributi importanti alla crescita dei nostri ragazzi...
Quando ho saputo della sua morte ho provato dolore, anche se a 98 anni non si poteva sperare ancora molto... Avrei voluto farlo sapere a quegli scolari ormai adulti che lo avevano conosciuto, Facebook sarebbe stato il modo più rapido, ma ho questi problemi con internet... Ho mandato un SMS all'unica di cui ho il numero di telefono, pregandola di diffondere la notizia. Mi ha risposto con tristezza...
Addio ad un altro caro rappresentante di un mondo in cui ho creduto...

 
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