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Messaggi del 30/08/2015

CHE FACEVAMO

Post n°1255 pubblicato il 30 Agosto 2015 da atapo
 
Tag: memoria

VACANZE LONTANE

 

J.Sorolla, Madre e figlio

 

Partivamo alla fine di giugno, massimo a inizio luglio, appena avevo terminato con l'ultimo Collegio Docenti i miei impegni di lavoro e gli ultimi giorni erano sempre caotici: mescolavo gli inevitabili documenti da compilare e consegnare ai mucchi di vestiti ed oggetti da portare con noi.

Ero sempre distrutta quando salivo sull'auto stracarica con la prospettiva di molte ore di viaggio, armata di santa pazienza per gestire le inevitabili conseguenze di litigi e stranezze varie dei due figli seduti dietro... Il papà doveva guidare, era meglio lasciarlo il più tranquillo possibile.

Per andare dove? Le vacanze estive di famiglia sono state sempre molto vagabonde, ogni anno in un luogo diverso e spesso deciso all'ultimo momento: comunque sempre verso sud e che comprendessero un lungo periodo in luoghi di mare, così da fare riserva di sole e aria buona che speravamo garantissero a tutti la buona salute nell'inverno successivo.

E MAI in albergo o appartamento: sempre campeggio, dapprima in tende sempre più grandi (Marco aveva sei mesi quando cominciò!) e sempre più complesse da montare (purtroppo...), poi col carrello tenda, da noi definito Santo Carrello perchè, una volta arrivati a destinazione, merito di alcuni pulsanti e levette in cinque minuti era aperto e pronto ad accoglierci. Lo usammo fino alla sua quasi completa consunzione, ma a quel punto eravamo finalmente un po' più... ricchi e decidemmo che era il caso di approfittare dei villaggi vacanze convenzionati col lavoro di mio marito...

Quasi tutte le estati iniziavano così, due o tre settimane immersi in nuove esperienze e in nuove terre. I primi anni era durissima, la vita in campeggio spartana e i bambini molto piccoli mi facevano affaticare più che se fossi rimasta a casa, ma ero giovane ed ancora piena di energia. Poi, un'estate, scoprimmo con grande sollievo che i due erano diventati abbastanza autonomi da non distruggerci più e, finalmente, cominciammo a riposarci anche noi genitori.

Quelle settimane tutti e quattro insieme, in situazioni nuove e libere, ci facevano riscoprire e godere la bellezza dello stare in famiglia, tutto sembrava più facile, sensazioni che ci avrebbero aiutato e arricchito nei mesi successivi. Alternando le ore in spiaggia alle gite nei dintorni: Maremma, Puglia, Calabria, Abruzzo, Molise... pacchi di foto e diapositive ora mi narrano la "storia" di quelle vacanze. Nonostante tutto mi riposavo, naturalmente proponevo nuovi itinerari e nuove esperienze, i bambini erano entusiasti e, allora, anche mio marito esplorava volentieri.

Poi tornavamo in città.

Io, come insegnante, avevo la fortuna di poter stare con loro fino alla fine di agosto... e bisognava riempire quelle caldissime e lunghissime giornate. Nei fine settimana spesso riprendevamo il carrello-tenda per trasferirci in un campeggio a Tuoro sul lago Trasimeno, dove eravamo diventati ormai di casa e dove le innumerevoli sagre nei dintorni ci consentivano di fare scorpacciate incredibili a prezzi molto contenuti...

Talvolta sempre nei fine settimana andavamo in montagna dai miei suoceri, nella famosa casetta ora contesa dagli eredi, ma ho già detto come a mio marito queste visite creassero malumore e sentimenti sgradevoli al contatto col padre, accettava solo per i bambini che avevano il diritto di stare coi nonni... come accettò a stento di passare le vacanze lassù con loro nelle estati in cui avevamo impegnato tutte le nostre sostanze nelle prime ristrutturazioni della vecchia casa...

E il resto dei giorni? I bambini avevano tutto il tempo per fare i compiti, leggere, fare esperimenti culinari con me, andare alla ricerca degli amici vicini di casa rimasti in città per giocare insieme, annoiarsi anche...

Però mi piaceva che facessimo qualcosa insieme, noi tre.

C'era l'appuntamento settimanale al mercato delle Cascine, lungo il fiume e sotto gli alberi è una passeggiata piacevole, ma si sa che i bambini al mercato si annoiano... Così eravamo arrivati al compromesso che loro avrebbero avuto pazienza mentre mi fermavo io alle bancarelle (e approfittavo anche per rimpinguare il loro guardaroba, visto che d'estate crescevano a vista d'occhio), in cambio io non avrei brontolato quando loro si fermavano alle bancarelle dei giocattoli. E non crediate che facessero una sosta breve! Dopo il mercato, prima del rientro, pic nic nel prato, con pizza o panini alla porchetta.

C'erano anche altre mete estive, occasioni per fare dei pic nic (ai bambini piacciono molto, soprattutto se si concludono con un bel gelato!) e per passare una giornata intera fuori casa: cercavo di organizzarne una quasi ogni settimana, per spezzare la monotonia.

Il treno ci portava a Viareggio al mare da mattina a sera sulla spiaggia libera, oppure ad Arezzo, o a Bologna a trovare la nonna materna (lì niente pic nic, ma tortellini o tagliatelle che faceva lei a mano, indimenticabili!).

Autobus e corriere ci portavano a Fiesole, a fare a piedi il viale dei colli, a Pratolino al parco di Villa Demidoff che per me è un luogo quasi incantato, oppure a Monte Senario ormai nel Mugello. Tutti luoghi in cui si respira meglio e con un po' di gradi in meno rispetto al nostro soffocante quartiere di pianura. Passavamo là le ore più calde della giornata e rientravamo poco prima di cena.

Mi piaceva stare con loro, erano contenti di queste uscite e camminavano volentieri... hanno passato così le estati della loro infanzia e quando hanno smesso di chiedermi queste uscite perchè ormai adolescenti si organizzavano con gli amici... se dapprima mi sono sentita più libera ecco che col passare degli anni ho cominciato a provarne nostalgia...

Ora ci sono i nipoti... ma tanto è cambiato, nelle nostre vite, nelle abitudini, anche l'energia non è più la stessa...

 

 
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