delirio

Come raggiungere il cielo

Con una fiaba per degli occhi bambini

prolungamento di saggezza di righe indirizza il libro

della vita in schizzi/ puntando al cielo descritto sfumato lontano

mentre dalle pagine/ mondo sulle spalle statuarie d'Atlante

straripa natura saltuaria dall'atlante al canapè

immaginifica esondando da mappe

riversandosi in lapilli confonde:

albero ombroso oggi

saprà farsi domani sostanza di cellulosa

 magari anche mappa del tesoro

Gesticolando

Gesticola ed allarga le braccia

come volesse levarsi si sbraccia ed agita

a folate prende la rincorsa

poi si arresta ch'era già fermo

un dubbio gli allenta il pugno

mormora qualcosa/  una scusa per l'oggi:

niente voli e poche chiacchiere

Tra i capelli bianchi

sbirciate di sfuggita

cicatrici sono le rughe in bella mostra

Lo so: rimpicciolisce a vista

a ritroso discende le scale

in parallelo io le risalgo

giusto un attimo l'affianco

non ancora è svanito vecchio

sebbene la voce si sia fatta filo

lamentosa che si rigira

tra le feci nuovamente bimbo

figlio per una volta fino alla fine

dal lettino mi chiede se ho figli

dal nulla pare che provenga

chiusi gli occhi

al nulla ritorna...

Sempre

mi chiedo cosa si sogni

quando malati

si è pur troppo vecchi

Sviolinando tra le nuvole

violino/ punturA lancinante

d'archeTTo e corde le fusa feline

Così amavi esserci VIRGOLA d'uno zero
leggiadra giocavi che eri accento

STRAPUNTINO puntuale
Colombina trascinavi le ali

PER RIQUADRI in iscacco argentino

passione virtuale in fregi di fuoco

Era  il sole la posta in gioco
l'armonia dei suoi raggi l'azzardo
l'infingimento tra i vapori
muoveva  viaggi fin nella stratosfera

nudi i sentimenti SU DUE PUNTI

retta soPRA un tappeto di paglia

mi sei rimasta apostrofo che tronca

sbuffo d'un genitivo sassone alieno

Insomnia

Scrollare di foglie tra i rosai disegnati

di ramo in ramo sul glicine contorto

poi sul castagno giovane stilizzato

infine sul vecchio pino/ al nido tra gli aghi

massa indecifrabile/ sfugge saltellando il merlo

disegno naif alla parete

inseguito dal soffitto ai muri istoriati

l'intonaco costellando di grumi

(riproporsi d'insonnia per cenni)

Acquattandosi nell'ombra

rimuginano esseri dai grandi ventri

con mandibole voraci addentano la quiete

masticano sorrisi sommessi

deglutiscono dimessi parole smesse

pervicacia che rosica:

non esiste l'oggi

domani sarà ancora ieri

una voragine popolata di tarli

Rimbalza il sonno del decoro/merlo più che mai nero:

di tutte le lettere d'affetto ricolme

scritte con amore/ devozione di sangue

ancora visibili galleggiano

parole incenerite nel tempo che langue