Creato da: rosario71dgl il 09/03/2008
E' una bella prigione, il mondo. (Shakespeare, Amleto)
Charlotte Brontë
Post n°1475 pubblicato il 06 Aprile 2008 da rosario71dgl
Tag: Biografie
Charlotte Brontë nasce il 21 aprile 1816 a Thornton nello Yorkshire (Inghilterra), terza figlia del Reverendo Patrick Brontë e di Maria Branwell. Il padre era di umili origini, figlio di fittavoli, era però riuscito, grazie alla forza di volontà, a studiare a Cambridge e a prendere gli ordini sacerdotali. Per questo durante la piccola ascesa sociale aveva cambiato alcune volte il suo cognome per nascondere la vera origine: da Brunty a Brontë, passando per Branty. Era un uomo di grandi capacità intellettuali, di animo integro e appassionato, purtroppo anche fortemente egoista. La madre, appartenente a una famiglia agiata metodista, era orfana di entrambi i genitori; aveva un carattere forte e risoluto che aveva mitigato per amore del marito. A pochi anni dalla nascita, la famiglia si trasferì a Haworth, un remoto villaggio nella stessa contea. L'abitazione si trovava presso la canonica della La madre morì a pochi anni dal trasferimento, dopo un lungo periodo di sofferenza causata dal cancro. Poiché il padre non riuscì a convolare a nuove nozze, la cognata Elisabeth, che non si era mai sposata, si trasferì presso la famiglia della sorella per accudire i nipoti: il carattere della zia non era molto espansivo e non era in grado di dare ai piccoli l'affetto di cui avevano bisogno. Charlotte era piccola di statura, con folti capelli che le incorniciavano il viso, il naso pronunciato e la bocca mal disegnata, in compenso i suoi occhi scuri erano talmente penetranti che catturavano l'attenzione. Il suo aspetto fisico fu sempre per lei un grave problema che non riuscì a superare mai Le basi della sua educazione furono poste dal padre che faceva da maestro a tutti i suoi figli, assegnando loro lezioni e facendogliele ripetere, privilegiando l'unico figlio maschio Branwell. Nel tempo questo metodo si rivelò inadeguato; così nel 1824 il reverendo, pensando di fare il loro bene, affidò le figlie al collegio femminile del Reverendo Wilson. La disciplina era assai severa e rigorosa per inculcare nelle menti delle giovani una ferrea austerità interiore, il regime oltremodo frugale: le due sorelle più famose, Charlotte ed Emily, per opporsi alle restrizioni patite, svilupparono una personalità autonoma e ribelle. Ben presto Charlotte si rese conto del grave carico che avrebbe dovuto portare sulle sue sole spalle: sorella maggiore di orfani di madre, doveva Iniziò poi una serie di problemi legati soprattutto alla instabilità economica, da cui i fratelli Brontë cercarono una valida fuga tuffandosi nella loro passione letteraria, dedicandosi a scrivere diari, poesie e racconti; trascendendo spazio e tempo, trovavano nell'isolamento un rifugio sicuro dove esercitare la loro immaginazione. Nel 1844 Charlotte fu costretta a tornare a Haworth sia per la crescente cecità del padre, sia per il disagio del fratello maggiore che, non essendo riuscito a far carriera sprofondava sempre più nel tunnel dell'alcol e dell'oppio, diventando un incubo per tutta la famiglia. Tra il 1846 e il 1853 scrisse e pubblicò i suoi romanzi più famosi e alcune poesie. Negli stessi anni morirono in poco tempo Branwell, il fratello maggiore, Emily e Anne per consunzione. Per scappare dal dolore provocato dai numerosi lutti Charlotte si recò da allora spesso a Londra dove, grazie al suo carattere socievole, strinse numerose amicizie, tra cui quella con Thackeray, famosissimo scrittore noto per "Vanity Fair", ed Elisabeth Gaskell, scrittrice e sua futura biografa. Ormai autrice famosa, la sua vita cambiò, il mondo letterario londinese l'avrebbe accolta a braccia aperte, ma la sua entrata nei circoli letterari produsse solo sgomento: ci si aspettava una donna spregiudicata e mascolina non certo una timida, goffa provinciale intransigente. Infatti, il carattere riservato, causandole forti emicranie e nausee, non le permetteva di godere appieno di questi nuovi stimoli. Benché Londra potesse offrirle molto, Charlotte preferì di gran lunga la sua solitaria dimora da lei considerata il suo rifugio. Ora la sua esistenza correva come su due binari paralleli: la vita di Currer Bell, pseudonimo maschile usato dalla scrittrice, e quella di donna. Fosse stata un uomo avrebbe potuto dedicarsi esclusivamente all'attività letteraria ma in quanto donna non poteva fare ciò. Sebbene ormai sola, Charlotte rifiutò per l'ennesima volta un possibile matrimonio. Era il turno del Reverendo Arthur Bell Nicholl, coadiutore del padre da diversi anni; ella intrattenne con lui, in seguito, una fitta corrispondenza grazie a cui, finalmente, Nicholl riuscì a conquistare il suo affetto e la sua stima. Dopo aver nascosto la loro relazione e lottato più di un anno contro il padre, che aveva un'opinione amara e scoraggiante del matrimonio, nel 1854 si La grande scrittrice morì l'anno successivo, il 31 marzo 1855, a seguito di un'affezione polmonare dopo essere stata costretta a letto per disturbi legati alla gravidanza; venne sepolta accanto agli altri membri della sua famiglia sotto il pavimento della chiesa di Haworth. Opere di Charlotte Brontë:
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