Creato da AnimaArida il 07/06/2011
ultima volta che provo

 

Ricordi?

Post n°40 pubblicato il 10 Luglio 2012 da AnimaArida

Quella notte che spegnemmo le stelle

 

Era notte. Buio. Luci lontane.
Stretti in un plaid immersi in un vento fortissimo.
Parlavamo. Parlavamo di vite vissute, di possibilità mancate e di un futuro incerto.
Faceva freddo. Mi trovai a stringere le tue mani sotto alla coperta. Il tuo fiato profumava di cannella, la tua pelle di muschio bianco.
In lontananza i fulmini creavano una coreografia sopra la laguna abbellendola ancora di più. Rendendola sempre diversa.
Come per incanto le mie labbra cercano le tue (o forse è il contrario? No, preferisco pensare di essere stato io la scintilla). Le lingue si intrecciarono come le nostre dita in una danza profana.
Ad un certo punto non ci fu più laguna, non ci furono più barche, ne lampioni ne niente. Solo i nostri corpi denudati che cercavano il calore del contatto della pelle su pelle, del piacere della reciproca nudità.
Le mani febbrili cercavano sempre nuovi centimetri di pelle da valorizzare con una carezza. Le labbra ne seguivano il percorso con piccoli morsi, appoggiando la lingua alla ricerca di nuovi sapori.
Eri tu? Ero io? Erano i nostri corpi affamati assetati che nell'altro cercavano di spegnere la sete, di soddisfare la fame.
Baciami, toccami fammi tuo... la notte è lunga e ho tanta tristezza nell'animo. Lasciami entrare, lasciati ammirare nella tua nudità, scorri in me come pioggia sottile.

Sazi, restammo lì abbracciati a vedere sorgere il sole

 
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Libertą

Post n°39 pubblicato il 09 Luglio 2012 da AnimaArida

Sto pensando a questa parola al suo significato, al suo valore.

[...]


           tarassaco

 
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ascoltando una canzone

Post n°38 pubblicato il 30 Giugno 2012 da AnimaArida

Ci sono canzoni indissolubilmente legate a particolari momenti o a determinate persone.
Puoi anche dimenticar quello che è successo ma bastano poche note e la mente torna indietro con un pizzico di nostalgia.

L'ultima volta che è successo invece il mio pensiero è stato: " ma come è stato possibile che questa canzone mi sia piaciuta!"

ps
siamo già a luglio e ancora non si sente in giro la canzone dell'estate!

 
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dopo il crollo del muro

Post n°37 pubblicato il 27 Giugno 2012 da AnimaArida

pensavi che tutto questo non fosse possibile, pensavo anch'io la stessa cosa prima di conoscerti.
Ascoltami, ora, in un attimo, sta morendo il vecchio ragazzo che sapeva molte cose.
Al suo posto sta nascendo un uomo nuovo, ignorante di tutto, ma curioso d'ogni cosa.

Parlami, signorina, avvelenami un po' alla volta: sta scomparendo tutto, gli oggetti e le persone intorno a noi. Saremo soli io e te fra poco, assolutamente soli.

Quel che non sapevo è che la solitudine di noi mi avrebbe accompagnato per sempre.


Cosa mi era accaduto? Non avevo la certezza di volere la verità a qualunque costo, quelle belle verità che ti accolgono in un'inevitabile abbraccio.


Potevo giustificarmi con l'enormità del fatto: l'amavo, anzi l'avevo amata moltissimo. Inutile negare, sciocco girarci attorno. Era questa la verità pura e semplice.Ora mi restava soltanto lo sterile esercizio di crogiolarmi nella rassegna dei fatti: Cosa eravamo noi? Chi eravamo?

 
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qualche volta al mattino

Post n°36 pubblicato il 25 Giugno 2012 da AnimaArida

Mi piace svegliarmi prima del fastidioso suono della sveglia. Rimanere per qualche minuto nell'oscurità ed assaporare il tepore delle lenzuola, passare un poco alla volta dalla quiete al movimento, rigirarmi a guardar l'oscurità. Nel silenzio posso avvertire il battito lento del cuore e ascoltar i rumori ovattati filtrati dalle mura, degli uccellini che già parlano tra loro. 
 Cerco di ricordare cosa ho sognato e intanto mille pensieri vanno, vengono o solo si affacciano per poi sparire nel nulla.

Quando suona la sveglia ritorno in me stesso: alzo le tapparelle e in silenzio mi rivesto. La meraviglia della quiete serena dell'oscurità è ancora in me... poi ritorno nel mondo fra rumore e luci. Di fretta, perchè è già tardi.




risveglio

 
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Sete

Post n°35 pubblicato il 25 Giugno 2012 da AnimaArida

Bevo.

Ma la sete che dentro mi consuma  non si spegnerà mai.



sete

 
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Caritą o Elemosina?

Post n°34 pubblicato il 16 Giugno 2012 da AnimaArida

Carità è un termine derivante dalla parola latina caritas (benevolenza, affetto) e significa amore disinteressato nei confronti degli altri; si ritiene che essa realizzi la più alta perfezione dello spirito umano, in quanto al contempo rispecchia e glorifica la natura di Dio. Nelle sue forme più estreme la carità può raggiungere il sacrificio di sé. Attraverso la carità l'uomo realizza il comandamento dell'amore lasciato da Gesù Cristo ai suoi discepoli e quindi dona la felicità eterna.

Elemosina indica l'atto gratuito di una donazione principalmente in denaro verso una persona bisognosa.

L'elemosina si baserebbe sulla disparità tra chi dà e chi riceve, sul piano sociale ed economico, e non si proporrebbe di stabilire alcun rapporto diretto con la persona ricevente, ma si concluderebbe nell'atto stesso della donazione, favorendo il consolidarsi di fatto delle ingiuste diversità socio-economiche.
Per qualcuno quest'atto rappresenta un modo di alleviare il senso di colpa che può nascere dal constatare che c'è chi sta peggio di loro e una modo per tenere questa povera gente lontana.

Le principali religioni rendono l'elemosina quasi obbligatoria un modo per "purificare" i propri averi. Per il Cristianesimo l'elemosina è una forma di Carità perchè è attraverso lei arriviamo ad amare Dio al di sopra di tutto e il nostro prossimo come noi stessi per amore di Dio.
La carità è il vincolo di tutte le altre virtù, che anima, ispira e ordina. Poiché la vera gratuità e lo spessore del vero amore è realizzato solo in nome di Cristo. Tutto è amato e accolto in nome Suo. Ciò che è amato al di fuori di lui è ugualmente un amore ma un amore imperfetto. La carità rimane l'unica opportunità per l'uomo d'oggi ovvero la sua trasformazione in homo novus, e nel contempo un monito, colmare il vuoto di carità per quel tanto di dolcezza che cade dal cielo con la luce del sole.

 

 
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Essere Liberi Oggi

Post n°33 pubblicato il 09 Giugno 2012 da AnimaArida

La parola Libertà

ha avuto tanti significati nel corso degli anni se non nei secoli tanto vero da poterne dare tante definizioni.
Con la formulazione del concetto di determinismo (un pò figlio di Freud), sappiamo che le nostre scelte sono influenzate da molti fattori, moti interni inconsci e fattori esterni che ci spingono in una direzione piuttosto che in un'altra per cui ogni scelta non è mai veramente libera ma dettata da quelli.

Abbiamo le parole di Fromm altresì a contraltare il determinismo: 
il libero arbitrio sarebbe una conquista dell'uomo che tramite la psicologia può diventare conscio dei moti che lo determinano conquistando un grado di libertà più alta di quella che aveva in precedenza (far diventare l'inconscio conscio),

Ma è un lavoro sovraumano: non credo ci sia un uomo conscio di tutti i suoi moti inconsci e che conosca tutte le pressioni a cui lo sottopone la società in cui vive e ne esca vittorioso da questo scontro.

Io credo che la libertà faccia parte del prendere coscienza delle proprie capacità e risorse e farne uso: l'uomo è cosciente cioè è consapevole di una conoscenza. L'uomo però è coscente anche che questa coscienza-conoscenza può essere allargata. L'uomo non sa, non è coscente, però di quanta conoscenza sia disponibile. Sarà quindi libero di esprimere la sua libertà quando non sentirà la sua coscienza-conoscenza come un limite


 
                   farfalla
(Meglio iniziare a mettere del tabacco in quel che fumo :-p )

 
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riflessioni post terremoto

Post n°32 pubblicato il 30 Maggio 2012 da AnimaArida

"...Le paure di fronte al terremoto come le grandi paure ancestrali ci svelano chi siamo veramente.
L'idea che tutto possa finire da un momento all'altro bisognerebbe averla presente anche senza i terremoti e magari comportarsi di conseguenza evitando di attaccarci troppo a ciò che abbiamo concentrandoci di più su ciò che potremmo essere...  "

Natalino Balasso

 
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Libero Arbitrio

Post n°31 pubblicato il 26 Maggio 2012 da AnimaArida

Il libero arbitrio è un concetto apparentemente semplice e anche piuttosto chiaro, eppure è al centro di numerosi dibattiti tra i teologi e i filosofi.

Essenzialmente il libero arbitrio è una contraddizione. Il motivo è semplice: nessuna intenzione, in quanto condizionata dalle leggi naturali e sociali, è compiutamente libera. Eppure, a pensarci bene, non sono sempre queste leggi a guidarci nella scelta. A volte, infatti, le nostre decisioni sono determinate da norme “non scritte” pressoché impossibili da violare. Cerchiamo di dare una spiegazione a queste ultime e vediamo dove ci porta il discorso.

Partiamo anzitutto dando una definizione di libero arbitrio: esso viene definito come “facoltà dell’intelletto umano di decidere, indipendentemente da limitazioni imposte da una qualche causa, dalla necessità o dalla predeterminazione divina.” Perciò, secondo questa definizione(fonte www.yahoo.it), è negato qualsiasi intervento divino.

Abbiamo già toccato un punto importante della questione: Dio (o chi per lui) ci lascia liberi di scegliere (quindi ci dà la possibilità di scegliere anche il male), oppure in un certo modo ci guida e ci influenza? Secondo alcuni teologi Dio non forza nessuno a seguire la via del bene anziché quella del male, ma si limita a stimolare con infinito amore anche il peggior peccatore, affinché si ravveda e si salvi dalla “dannazione”.

Dio ci lascia la possibilità di scegliere, senza intervenire in alcun modo, e si limita ad accoglierci tra le sue braccia in caso di nostro pentimento. Ma fermiamoci un attimo a riflettere: se avessimo la conferma che la volontà di Dio agisse effettivamente in questo modo, riuscireste ad immaginare che cosa succederebbe? Tutte le persone che credono in Dio e lo pregano sperando in un suo intervento (da motivi gravi quali la guarigione da una malattia a ragioni più futili come il superamento di un esame universitario), si fermerebbero di colpo e smetterebbero di rivolgersi a lui. A che serve in fondo pregare, se tanto Dio ha già deciso di non violare il nostro “libero arbitrio”?

Tale “indifferenza divina” spingerebbe le società fondate su pilastri tradizionalmente religiosi a vivere “come se Dio non ci fosse”. Si assisterebbe così ad un graduale crollo etico-morale e al conseguente capovolgimento dei valori di riferimento.

Ora ipotizziamo il contrario. Dio ci controlla e ci influenza al punto che nessuna delle decisioni che prendiamo è veramente nostra. La domanda sorge spontanea: “a che pro vivere e cosa c’è di bello nel farlo se ciò che faccio è già deciso e se le decisioni che prendo non sono le mie?”. Ci ritroviamo un po’ come le persone liberate da Matrix: convinte della genuinità del loro mondo, finché un bel giorno non si accorgono che quello che i loro sensi percepiscono non è altro che finzione, un’illusione creata ad arte per renderli schiavi.

Con tutta probabilità la soluzione è nel mezzo, in una sorta di “limbo decisionale” che non riusciamo a comprendere. In ogni caso ritengo che riconoscere l’influenza di Dio sulle nostre scelte sia un atto di Fede, e pertanto dobbiamo prenderlo così com’è senza prove né riscontri.

Taluni filosofi sostengono che l’universo si fonda sulle leggi della causalità (Merovingio docet J). Ogni azione (causa) ha una reazione (effetto) dalla quale si avvia una spirale ininterrotta di successione causale che non può portare a qualcosa di prestabilito. Per spiegarmi meglio posso fare l’esempio di un famoso film di qualche anno fa intitolato Sliding Doors. Narra la storia di una ragazza che arriva nella stazione del metrò proprio mentre il treno sta per partire. In quell’istante il film si divide in due filoni paralleli che rispecchiano due vite alternative: la prima rappresenta ciò che accade se la ragazza riesce a prendere il mezzo e l’altra invece racconta i fatti che si verificano se lo perde. E’ curioso constatare come le due vite alternative si sviluppino in maniera completamente differente. Ed è altrettanto affascinante pensare che entrambi i filoni scaturiscano da un’azione apparentemente banale (la nostra causa).

immaginiamo 6 miliardi di persone che prendono ciascuna una decisione al secondo e vedremo che il calcolo di tutte le variabili non è poi così semplice.

Alcuni filosofi ritengono che sia impossibile fare qualcosa di diverso da ciò che effettivamente facciamo. Essi credono che le nostre azioni dipendono dalle nostre scelte e che le nostre scelte cambiano in base alle circostanze differenti in cui ci veniamo a trovare. Nella fattispecie, per circostanze si intende la somma delle esperienze di una persona, delle sue conoscenze, del retaggio colturale, delle circostanze sociali, insieme a altri fattori di cui possiamo essere all'oscuro. In breve, le circostanze che esistono prima che agiamo determinano le nostre azioni e le rendono inevitabili. Questa corrente è chiamata determinismo e asserisce 1) che niente è stabilito in anticipo e 2) che il 99,9% delle nostre azioni è reso inevitabile da una serie di circostanze che vengono elaborate dalla nostra mente.

Credere o meno. Questa forse è l’unica vera scelta che ci è data. L’unica reale libertà che abbiamo è quella di avere fede oppure no. La verità ci è nascosta o più propriamente è al di là delle nostre attuali percezioni. Non sapremo mai se siamo veramente liberi di giocarci la vita come meglio crediamo oppure no.

E in fondo per molti è meglio non saperlo. E’ più facile. Più comodo.

 
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