Emozioni vive!!!

Volermi bene e star bene, giorno dopo giorno

Creato da Lunadamare il 22/03/2012

Perchè questo blog

Per condividere emozioni, riflessioni e sensazioni che fluiscono libere...
Un piccolo diario per annotare i miei appunti e cullarmi un po' :-)
Buona lettura!

 

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Sogni di...

Post n°8 pubblicato il 31 Luglio 2012 da Lunadamare
 
Foto di Lunadamare

... Stasera mi sembra un po' di chiudere la mia adolescenza, anche se ho già ventott'anni... cosa è successo? nulla di particolare nei fatti, ma forse oggi... mi sono accorta di aver risolto una cosa che mi portavo dietro da tempo: un sogno antico, un risentimento ormai marcio che non mi servivano più... li ho vissuti e li ho sciolti.
Forse era la ferita di una bambina di tanti anni fa, forse la sua forte fantasia che aveva desiderato qualcosa di diverso da quello che c'era allora... nel frattempo le cose cambiano, le persone diventano più grandi, e a volte crescono... e forse crescono proprio in alcuni giorni come questo, come me... Luna




Siamo qui
già le quattro e.. siamo qui!
Finestrini socchiusi su strade indifese
dai nostri pesanti HP...
E così, anche il sabato è andato così..
si è bevuto, ballato, qualcuno ha imbarcato
il più scemo le ha prese e ha una faccia così...

Ombre dure, adatte all'ora
l'autoradio intanto va...
Rithm'n'blues
e pestiamo coi piedi di più
finché il polso cammina facciamo mattina
tenendoci su, coi

Sogni di rock n'roll
sogni di rock n'roll
sogni di rock n'roll...
e guai a chi ci sveglia!
Sogni di rock n'roll
sogni di rock n'roll
sogni di rock n'roll
... sognando il meglio...

E poi c'è
come al solito c'è quello che
che non tiene mai l'alcool e allora ci tocca accostare
finché ce n'è...
e ancora via!
a pedinare una morbida scia..
una striscia invitante, talmente accogliente
da perderci il fiato e che sia quel che sia...
E le casse sono zeppe
i suoni son violenti ma:

Cosa c'è?
c'è che tanto benzina ce n'è..
uno fa il batterista, l'altro il chitarrista
tu basso, tastiere io voce
gli idioti del playback fan
playback fan
playback fan...

Sogni di rock n'roll
e guai a chi ci sveglia!
Sogni di rock n'roll
sognando il meglio!

(Luciano Ligabue - "Ligabue 1990")

 
 
 

La rabbia della gente

Post n°7 pubblicato il 19 Maggio 2012 da Lunadamare
 
Foto di Lunadamare

" Perché una società vada bene, si muova nel progresso, nell'esaltazione dei valori della famiglia, dello spirito, del bene, dell'amicizia, perché prosperi senza contrasti tra i vari consociati, per avviarsi serena nel cammino verso un domani migliore, basta che ognuno faccia il suo dovere. " - Giovanni Falcone -

... Fare il proprio dovere. Stamane qui nella nostra regione e in tutta Italia la rabbia è enorme. Ragazzi innocenti falciati via così in una mattina di scuola...
Giovani vite INNOCENTI. Cose che accadono purtroppo in diverse parti del mondo e che oggi ci ritroviamo sotto la porta di casa. Un vero atto di terrorismo, perchè semina paura nel cuore di ogni genitore e giovane ragazzo, togliendo ancora più certezze.
Qui in Italia paghiamo per garantire la nostra sicurezza, ma pare che quei soldi servano soprattutto per scortare comodamente alcuni politici ai loro bordelli e alle loro feste private. Per carità, da privati per me possono fare quello che è più vicino alle loro tendenze e alle loro noie, purchè non vada contro i loro ruoli istituzionali.
Ma non venissero a farlo con i NOSTRI soldi. Non venissero a mettere la scorta a un politico che organizza un party nella sua villa, quando c'è una ragazza di 16 anni che muore così una mattina andando a scuola, senza essere stata difesa da una morte così infame. Non venissero a parlarci di vicinanza alle famiglie, quando dall'inizio dell'anno la carrellata di suicidi fa accapponare la pelle. Questi politici non possono versare lacrime scenografiche, quando da mesi c'è tanta gente che piange per tirare avanti il mese.
A che punto è la sicurezza sul nostro territorio? A che punto i servizi della sanità? Per cosa esattamente stiamo pagando? Per i privilegi di pochi? Questa non è democrazia.
Che ci sia la malavita organizzata o ci sia altro dietro quello che è successo stamattina a Brindisi, la spaccatura tra i cittadini e chi ci "guida" è sempre più evidente. Stiamo pagando tasse sempre più alte, ma il debito continua a crescere e i servizi a diminuire... 

Fare il proprio dovere. Io lo sto facendo per me? Sono consapevole di quello che sta accadendo in questa nostra società? Chi governa se ne sta occupando?
VERGOGNA è un termine che la maggior parte della classe politica in Italia non conosce. E' l'unico che si addice a quelle persone che, nonostante la crisi lampante che sta seminando precarietà ovunque, non vogliono ancora staccarsi dai loro comodi scranni e dai privilegi di stipendi eccessivi e quasi sempre non meritati. 
Sono queste dunque le persone da cui consapevolmente mi faccio rappresentare? 
Probabilmente noi Italiani stiamo accettando anche l'inaccettabile, per timore, per fiacchezza, per abitudine.
In Italia molto spesso chi sbaglia non paga come dovrebbe, e in fondo lasciamo che questo status quo rimanga così com'è. Le cose scorrono con inerzia, fino a quando arriva il momento in cui pagano gli Innocenti. E ci svegliamo bruscamente, per un giorno o due. Poi ci rintaniamo di nuovo, ancora più rassegnati e spenti.


Cosa ne faremo adesso della nostra rabbia?
La useremo solo per fiammate emotive piene di paura, chiusura e distruttività cieca, oppure ci metteremo seriamente all'opera per riprenderci e costruirci il futuro che ci stanno rubando?
Io non voglio che queste vittime restino solo una commemorazione retorica, perchè stamane una giovanissima ragazza ha arrestato per sempre la sua corsa alla vita e altri resteranno segnati da questo terrore e da queste ferite, senza aver colpa.
Questa NON è retorica, maledizione! E' vita e gioventù a cui si tagliano le gambe!
E' il dolore incolmabile di due genitori che hanno perso la loro unica figlia.

Luna 



- Nel pomeriggio di oggi in molte città si stanno organizzando fiaccolate e sit-in: se potete e volete, partecipate o anche solo affacciatevi. Sembra poco, ma non lo è. Libertà è prima di tutto Partecipazione (G. Gaber), è incontrarsi con gli altri ed esserci. - qui 



" A sedici anni, a scuola, si dovrebbe morire solo di noia "

 
 
 

Sfiorare le emozioni

Post n°6 pubblicato il 12 Aprile 2012 da Lunadamare
 
Foto di Lunadamare

Le emozioni.....

Sono state sempre un argomento delicato per me... forse a tratti le sento ingestibili, nessuno mi ha mai insegnato ad esprimerle... era un limite anche di chi mi stava intorno, quindi oggi non me la prendo con nessuno. Solo io posso fare qualcosa per cambiare, so che sono l'unica persona ad avere i mezzi giusti per tirare fuori tutta me stessa.
Per me le emozioni sono mare in tempesta che si agita dentro, sono nebbia in cui non so dove mi trovo e in cui confondo le linee e i contorni delle cose. Non vedendo chiaramente, comincio a costruire da me i pezzi che mancano e molte volte ho preferito illudermi così, piuttosto che aspettare che si schiarisse la nebbia dei rapporti. Oppure per non annegare mi aggrappo all'idea razionale del momento. Il problema è che quando sono coinvolta, non riesco a fidarmi di me, di quello che 'sento'. E' come se ancora avessi paura di qualcosa di mio e profondo che mi sfugge. O da cui più probabilmente fuggo. E allora sopperisco con la mente, inibisco, impacchetto, provo a spegnere quella passione che pulsa dentro. Non le conosco bene le mie emozioni... le vedo troppo sensibili, o troppo forti. Sì, "le vedo" perchè preferisco guardarle come spettatrice, piuttosto che viverle ed esserci dentro, semplicemente. Realmente.
Fare esperienza delle cose mi aiuta tantissimo perchè mi permette di ridimensionare quello che avevo immaginato, di conoscere meglio certe mie reazioni, di fare tesoro di quello che già mi è successo. E' l'unico modo che ho trovato finora per avvicinarmi di più alle mie emozioni, per provare ad accarezzarle a volte, o a lasciarle scorrere qualche istante in più sulla mia pelle. Forse per qualcuno non sarà tanto, ma per me è una Gran cosa...

 
Luna

 
 
 

Le risposte sono dentro di noi

Post n°5 pubblicato il 07 Aprile 2012 da Lunadamare
 
Foto di Lunadamare

Riprendo un post tratto dal blog "Ri-trovarsi" di Gabriella Costa, liberamente riadattato da: "I sogni dell'anima" di V. Albisetti, Ed. Paoline ( qui ).
Spesso siamo i più accaniti giudici di noi stessi, temiamo in fondo il giudizio degli altri e non riusciamo ad esternare liberamente alcune parti importanti della nostra personalità. Questo continuo controllo su di noi è una corazza per la nostra vulnerabilità, ma al tempo stesso impedisce la nostra autenticità: una vera completezza in noi stessi e una vera intimità con gli altri.
Se iniziamo ad osservarci provando a non giudicarci, inizieremo a scoprire che le risposte sono già dentro di noi...


"Amarci significa riunire tutte le parti di noi, creare un’armonia interiore. Per fare questo è necessario smettere di giudicarci e giudicare, bensì tenere conto di tutte le voci che provengono dal nostro essere e porle in dialogo fra loro. C’è già tutto dentro di noi.
Giudicare significa non amare. Ci giudichiamo essenzialmente perché non ci amiamo e soprattutto non ci accettiamo. Non accettandoci ci distacchiamo dal nostro cuore; non accettandoci non ci assumiamo l’intera responsabilità di noi stessi, ma solo di alcune parti di noi.
Imparare a sospendere il giudizio significa imparare a riconciliarsi con se stessi, significa fare un uso positivo della propria storia personale, qualunque essa sia; significa vivere gli errori come esperienze, trasformare gli sbagli in lezioni di vita.
Sospendere il giudizio significa anche creare, favorire la fiducia in noi stessi, la stima e solo con questi presupposti si può vivere consapevolmente la vita. Significa imparare finalmente che qualsiasi cosa sentiamo dentro di noi ha una ragione di essere !!!
L’ascolto profondo delle proprie emozioni, delle proprie sensazioni e dei propri sentimenti porta alla conoscenza autentica di sé.
Creare un luogo di apertura, di comprensione benevola, di sospensione del giudizio, di accoglienza incondizionata dentro di sé è il punto di partenza verso una nuova e più significativa esistenza.
Stare aperti ed in ascolto di se stessi per sentire le proprie paure, le rabbie, i dubbi, le sofferenze, le gelosie, per sentire anche le parti sgradevoli di noi, significa vivere da veri esseri umani. Il collegarci con queste parti ci aiuta a trasformare in positivo i blocchi, i complessi, le nevrosi che, anche se in modo spesso inconscio, abbiamo costruito in noi.

Le parole nuove, ma antiche, sono: unione e armonia tra mente, cuore e spirito; tra corpo, psiche e anima, tra i bambini e gli adolescenti che siamo stati e gli adulti che siamo ora; tra la parte femminile e quella maschile che si trovano dentro di noi.
E’ necessario dunque saper sostare di fronte a se stessi, ma essere anche amorevoli e accoglienti nei confronti di noi stessi. Le nostre parti sgradevoli sono lì a indicarci le vie più nascoste, ma nello stesso tempo molto feconde, per conoscere noi stessi, per continuare il nostro viaggio interiore, per renderlo pieno.
Quando non ci accettiamo per tutto quello che siamo, quando non andiamo a vedere che cosa c’è nell’altro emisfero di noi, nella parte oscura, in ombra, nascosta, siamo portati ad esprimere giudizi. E ci sentiamo infelici, insoddisfatti, annoiati, insicuri. "


( Un Grazie particolare a Manu   )

 
 
 

Alla ricerca del mio posto nel mondo

Post n°4 pubblicato il 06 Aprile 2012 da Lunadamare
 
Foto di Lunadamare

Un viaggio che passa per varie fasi, alcune più certe altre più instabili...

 

"... Per me cambiamento era una brutta parola. Significava stare male. Ed è stato molto difficile liberarsi da questa paura che mi ha paralizzato per molti anni.
Non cercavo cambiamenti, ma stabilità.
Le mie decisioni erano totalmente condizionate da questa paura, e chi è spinto dalla paura non fa mai scelte che esprimono i propri sentimenti, ma che lo fanno sentire semplicemente meno spaventato e più tranquillo.
Volevo sempre tenere tutto sotto controllo. Volevo situazioni governabili, nel lavoro, nel rapporto con gli altri, nelle relazioni di coppia.
Non avrei mai potuto lasciare il mio lavoro, mettere tutto a rischio, tutto in discussione. Impossibile per me.
Quindi, a causa di questa paura, subivo una vita che non era la mia. Non stavo vivendo il mio destino. Forse solo poche persone vivono realmente il proprio destino, e io non ero sicuramente tra quelle. Ne vivevo uno che mi aveva praticamente investito.
Io me l'ero cucito addosso come un abito e pian piano mi ero convinto che fosse il mio. Anche se a volte mi accorgevo che in certi punti stringeva un po'. Ma ci si abitua a tutto. A un lavoro che non piace, a un amore finito.. alla propria mediocrità.


Ero in qualche modo fuggito dalla vecchia vita perchè stavo troppo male.
Ma non ho mai pensato che andandomene sarebbe andato anche il mio dolore.
Anzi, sapevo che era la mia ombra e che mi avrebbe seguito ovunque finchè non lo avessi metabolizzato, elaborato, ma soprattutto affrontato. Smettere di chiedermi perchè e iniziare a chiedermi COME poter trasformare tutto quel dolore in qualcosa di costruttivo. Come dargli sfogo e trasformarlo.
Io, che avevo sempre scelto il conosciuto, la sicurezza, il controllo su tutto, vivevo ora senza certezze.
In totale caduta libera.
Vedevo parti di me che non avrei mai visto grazie al fatto che mi ero perso.. ero uscito dal solito tragitto che facevo abitualmente nella vita..
Girovagare lontano dalla strada che conoscevo in mezzo a paesaggi nuovi e sconosciuti mi faceva paura.
Mi ero incartato, incastrato da solo.
Mi ero affacciato per vedere cosa c'era dall'altra parte e non riuscivo più a tornare indietro.
... Ho compreso in quei giorni quanto l'idea che avevo di me fosse ingombrante, quanto fosse invadente e si mettesse sempre tra me e il mondo, impedendomi di vederlo. Non avevo mai capito prima che mi dovevo spostare. Spostare da me.
In quei giorni trovavo la felicità nel concedermi del tempo per pensare, per ascoltarmi e ascoltare... Il silenzio è stato uno degli incontri più affascinanti di quel periodo perchè è stato il silenzio a regalarmi l'incontro con una parte di me.
Il silenzio è diventato un premio: non era più assenza, ma abbondanza.


Io non so esattamente cosa è giusto per me, sono più bravo a vedere cosa è giusto per gli altri.
E' come quando sei in autostrada e nella direzione opposta c'è una coda infinita a causa di un incidente.
Mi è capitato l'altro giorno.
Andavo tranquillo e osservavo.
Quando sono arrivato alla fine della coda vedevo le macchine che si avvicinavano e avrei voluto avvisarle.
Vedevo queste persone andare verso un destino che io conoscevo.
Io sapevo dove si stavano infilando, ma loro, inconsapevoli, guidavano con serenità..."

 

- da "Un posto nel mondo" di Fabio Volo, Mondadori -

 
 
 
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