Ritagli di pixel

È il giorno nel quale si regalano rami strappati agli alberi, si decora di giallo qualche scrivania e i fiorai sperano in una giornata di buone vendite in un periodo di crisi.

È l’ormai classica Festa delle Mimose. Celebrata principalmente dalle donne, notoriamente più sensibili alla sorte dei fiori, che si affollano in gruppi presso ristoranti e bar.
Certo qualche inguaribile nostalgico ancora collega questa data alle lotte delle donne operaie ad inizio del ‘900 quando non si parlava di tavoli da prenotare al ristorante ma semplicemente di ottenere condizioni degne di un essere umano sul posto di lavoro e magari non morire arrostite in una fabbrica chiusa a chiave dai proprietari che non volevano che nessuna operaia uscisse prima di aver terminato le sue dodici ore di lavoro sottopagato.
Proprio per superare questi vecchi residuati idealistici per dare il nuovo senso della ricorrenza è stato da poco rimosso quel vecchio arnese dell’art.18

Chissenefrega se ti mettono in un luogo insalubre a lavorare, se ti pagano in nero, se ti licenziano senza motivo dandoti un piccolo obolo. Tanto poi arriva la bella Festa della Mimosa.