Nooooooo (capitolo 2)

Post n°3 pubblicato il 22 Aprile 2009 da robinsonlife
 

Non so perché ma dopo essere rimasta alcuni momenti paralizzata tra un'azione alla James Bond e l'altra alla Pippo Franco il mio primo istinto fu quello di chiamare il gatto, come se avesse potuto salvarmi dall'eventuale sciagura. "Noooo...Nooooooooooooo...........No!!!"e devo dire che mai nome di animale è stato più appropriato ad uno stato d'animo; se avessi potuto sarei tornata indietro e avrei fatto un bel sorriso a 64 denti dopo la bella crisi isterica della mia adorata "capa" e mi sarei detta, rivolta a lei "ok coatta di una deficente, dopo aver sprecato dieci minuti della mia vita ascoltando a pieni decibel le tue infinite cazzate, me ne torno a casa con estrema gioia a condividere una scatoletta di tonno col mio gatto e la sua amante e se mi ci scappa tempo mi depilo pure". Si si. Ok. Avevo capito come si deve prendere la vita, imparata la lezione, eppure non si smuoveva niente, ovvero, si smuoveva fin troppo, sembrava che in camera fosse in atto una sommossa e io che avrei potuto fare? Ero ancora sulla porta e se facevo finta di niente magari sarei scappata rimettendoci al massimo due pc e qualche bel biglietto di euro in giro, ma poi capirai il gioiello più prezioso risaliva alla bancarella polacca a 5 euro in lega metallica non ben identificata...stronzi. Vista la mia situazione eonomica deplorevole sarei benissimo potuta andare in camera e trattare con i ladri "salve, sono la proprietaria, come vedete non è che sia molto benestante, quindi se avete ancora aperto un briciolo di coscienza mi lasciate 5€ per il disturbo e io faccio finta di niente, anzi magari vi offro pure un caffè e vi regalo la collanina dei polacchi, possiamo diventare amici..."ok, si solo fantasie, nel frattempo qualche minuto era passato e si stava portando via l'unica possibilità che avevo di salvami il culo. Ma perché ero così idiota da starmene ancora lì invece di scappare? Se fossero stati armati avrei pure rischiato la vita per aver fantasticato sulla porta l'amicizia tra me e i miei ladri! Ma tra l'altro che cavolo c'avevano da fare casino, tanto dalla camera non potevano scappare, si stavano per caso travestendo da me per sperare che mi confondessi? No tutta questa storia mi iniziava ad incuriosire troppo per darmela a gambe, mi stava addirittura salendo la smania di guardare in faccia chi stava dentro casa mia...e poi scherzi?Quando ti ricapita!? Nel frattempo vedo uscire con gran calma No dalla camera tutto insonnolito e sornione: o era stato drogato oppure i furti lo rilassavano da morire!

 

 
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Tornando a casa, di sera (capitolo 1)

Post n°2 pubblicato il 21 Aprile 2009 da robinsonlife

Svogliatamente salivo le infinite scale per il mio appartamento pensando ancora a quello che Rita mi aveva detto (anzi forse dovrei dire urlato). Ci pensavo forte, talmente tanto che se fosse uscita fuori la vecchietta del secondo piano per tirarmi una padellata, sarei svenuta senza accorgermene e avrei continuato a pensarci pure durante lo svenimento!
Il mio era veramente un handycap e diciamo che le parole di Rita maledizione, si, alla fine, avrebbero potuto anche avere un fondo di verità, ma non era detto (stronza patentata, mi vuoi rovinare la vita ma è solo l'invidia che ti fa parlare!).
Mi aveva umiliata, davanti ad altri colleghi, con quel suo fare da serpe camionista improvvisato genio che con una villaneria tipica delle bettole di borgata periferica ti grida in faccia in romanesco "ma come se fa a fa' l'aredatrice se un cliente te dice che non vole i mobili colorati e tu je ordini la verina verde erba???". Considerate che dicendo questa frase mi aveva fatto la permanente e il risultato era ancora più estroso se si aggiunge che mi si drizzavano i capelli dalla rabbia!
Ma porcapuritania, ma proprio da lei io dovevo subire umiliazioni, lei, che con la sua superbia avrebbe dominato il mondo ma che non riusciva a gestire nemmeno la presenza del cane condominiale e che aveva avuto il posto di dirigente solo perché suo padre era sopra di lei e l'aveva piazzata? Ma poi quale creatività doveva avere una che indossava il tailleur lillà con gli anfibi e la cintura dell'Esercito Italiano (di suo nipote al servizio militare) e la camicia col colletto di pizzo? Ah e dimenticavo il cappotto a mantella rosso con il cappello mimetico, questi ultimi aggiunti al resto, ovviamente.
Aaaaaaah non ci potevo pensare, non è nemmeno laureata!!!
E il diploma? Che diploma avrebbe? Ma non lo sapevo e non mi interessava, mi interessava solo che era un'incapace (tranne che nell'urlare in faccia alla gente) e che si doveva mettere in testa che a me doveva portare rispetto, se non altro perché io il posto di lavoro l'avevo sudato mentre a lei era caduto in testa; è lampante e il fatto che non se ne accorgeva non era che la riprova delle mie teorie.

Aprivo la porta di casa lasciandomi invadere dal mio odore, quello che avevo indosso da tutto il giorno e forse da anni o forse da una vita senza neanche accorgermene. Ognuno riflettendo sul proprio "odore" credo che si sia chiesto almeno una volta perché riusciamo a percepire gli odori di tutti e di tutto, anche i più irrilevanti mentre il nostro no, mai, tranne che in alcuni momenti in cui il nostro olfatto si abitua ad altro o quando, appunto, entriamo in casa e ne veniamo inebriati (o attanagliati!!!).
Tra le componenti del mio odore da annoverare sicuramente quello del mio gatto No (sarebbe il nome) o dal passaggio abusivo e occasionale della sua amante Sissi (immaginate se avessero potuto sposarsi il nome della coppia che sarebbe venuto fuori), del cibo un po' andato a male e di quello che invece consumavo abitualmente; ma diciamo che tra i miei piatti forti c'era la scatoletta di tonno!!!
Insomma l'umore era dei peggiori e nel mio cervello si alternavano gli urli di Rita, le mie imprecazioni e la scatoletta di tonno che imperversava e avrebbe avuto la meglio sul menu della serata.
La distrazione era tale da non accorgermi che c'era qualcun altro in casa oltre me, No e l'eventuale Sissi.

 

 
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Il mio viaggio

Post n°1 pubblicato il 21 Aprile 2009 da robinsonlife
 

Voglio che questo sia lo spazio di chi ha voglia di viaggiare pur stando fermo; di chi vuole trovare un momento di intimità e che intimamente ricerca la solitudine. Lo spazio di chi vive le avventure interiorizzate e non le dice a nessuno se non a se stesso durante la notte. Voglio che sia lo spazio di chi con accanto una tazza piena di qualcosa di caldo si siede al pc senza in realtà volerlo, sperando di trovarci chissà cosa e rimanendone poi deluso...

Racconterò storie: non so se una sola, lunga in capitoli o tante piccole storie. Questo lo lascerò decidere ai miei lettori, se ce ne saranno...
Spero che siano pochi, ma con la straripante voglia di leggere
Questo blog supplisce un po' al mio sogno di pubblicare qualcosa e chissà se mai avverrà, ma per pubblicare bisogna aver qualcosa da raccontare...e se il narratore (ossia io) avesse voglia di raccontare solo storie autobiografiche?
Beh, allora bisogna viverla veramente questa vita! E chissà se la mia infinita ricerca di vita abbia come ultimo scopo proprio quello di raccontarla?

Il mio blog sarà povero o del tutto privo di immagini perché quelle saranno fonite da voi stessi.
Mi piacerebbe che leggendo ciò che scrivo qualcuno di voi ne alleghi un'immagine che sia mentale o fotografica
Centrerò l'obiettivo solo quando si sarà creata un'atmosfera.

Buona lettura

 
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