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Lampadine a basso consumo. ecologiche o pericolose?

Post n°149 pubblicato il 03 Luglio 2009 da roberto0153
 

LAMPADINE A BASSO CONSUMO

Le lampadine a basso consumo sono state commercializzate in larga scala intorno alla fine degli anni ’80.
Le lampadine a basso consumo sono costituite da un contenitore esterno in vetro riempito con un gas inerte che si irradia mediante il passaggio di corrente. Le radiazioni emesse dal gas vengono mutate in luce visibile quando giungono a contatto con un strato sottile interno del contenitore composto con materiale fluorescente. È presente nell’attacco della lampada un trasformatore.
Praticamente sono piccoli “tubi al neon”.
I primi modelli di lampade a basso consumo, avevano l'handicap di impiegare un certo tempo prima di raggiungere la massima emissione di luce circa 2 minuti), i modelli attuali invece raggiungono il massimo rendimento in pochi secondi. Pertanto se prima non erano utilizzabili in applicazioni ove si rendeva necessaria una immediata illuminazione, oggi sono fruibili per tutte le applicazioni.
Il vantaggio dell’utilizzo di tali lampade è un ridotto consumo energetico a parità di luce emessa. Le normali lampadine ad incandescenza hanno un rendimento di solo il 10% (il rimanente 90% è calore), mentre quelle a basso consumo anno un rendimento altissimo e praticamente non emanano calore. Ad esempio una normale lampadina ad incandescenza da 100 W è equivalente ad una lampadina a basso consumo sa 20 W, quindi si andrà a consumare solo 1/5 di energia per ottenere la stessa illuminazione con un risparmio sulla bolletta ma sopratutto un risparmio di energia e quindi di CO2 emessa nell’atmosfera.
Purtroppo esistono alcuni svantaggi in tali lampadine.
-la maggior parte di quelle in commercio emettono luce fredda che può affaticare la vista;
-la durata (indicata generalmente in 8000/10000 ore) è fortemente condizionata dal numero di accensioni, ossia la durata indicata dai produttori si riferisce a lampade sempre accese. Le accensioni continue riducono sensibilmente la durata;
-il costo iniziale è più elevato delle tradizionali, ma nel giro di pochi mesi si riesce ad ammortizzare la spesa;
-l’accensione non è immediata ma trascorre un po’ ti tempo prima della resa luminosa definitiva; in commercio esistono lampadine con accensione immediata, ma la luminosità iniziale è data da una lampadina alogena incorporata che si spegna automaticamente alla resa luminosa definitiva.
Esistono alcune problematiche relative alle lampadine a basso consumo da non sottovalutare.
Queste lampadine emettono radiazioni elettromagnetiche (come tutti i classici tubi al neon) che possono raggiungere una distanza di circa un metro. Pertanto non sono consigliate per illuminare scrivanie, comodini delle camere da letto, e tutte le zone dove la lampade restano nelle immediate vicinanze di persone.
Le lampadine contengono al loro interno mercurio, in una quantità da circa 3 a 5 grammi. Considerato che il mercurio è stato riconosciuto tossico bisogna prestare la massima attenzione a non romperle ed a smaltirle come rifiuto tossico nocivo.
Altresì emettono radiazioni UV-B, e tracce di radiazioni UV-C che sono dannose per la pelle e gli occhi. Alcune lampade sono munite di un guscio protettivo che trattiene all’interno tali radiazioni, ma molti tipi sono sprovvisti di pale guscio.
L’Europa ha approvato una proposta di regolamento per eliminare dal commercio le lampadine tradizionali ad incandescenza entro la fine del 2012 . Ci sarà una rottamazione ed incentivi per il cambio delle lampadine?
Mi viene spontanea una considerazione. L’Europa ha messo al bando i termometri a mercurio perche in caso di rottura esano estremamente pericolosi. L’Europa incentiva l’uso delle lampadine a basso consumo. Non è forse un controsenso?

 
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